Le sale e il cortile del castello di Cisterna sono tornate ad affollarsi di visitatori grazie alla ripresa di “Mercandè”, una manifestazione che mancava da quattro anni e che stavolta ha voluto ricordare un periodo importante della storia locale, quando in paese si batteva moneta. Il 28 marzo 1673, con il permesso del papa Clemente X, venne istituita nel principato di Cisterna e Belriguardo una zecca, cui fu consentito di battere moneta d’oro, d’argento e di minore valore: il privilegio durò soltanto sino al 1677, dopo di che la zecca rimase inattiva.
Il 12 aprile 1790, un decreto di Vittorio Amedeo III di Savoia tolse al principe Giuseppe Alfonso del Pozzo il diritto di battere moneta. Tutte queste vicende sono state riproposte ai visitatori con un’animazione organizzata nelle diverse sale del castello in cui i gruppi, composti da una ventina di persone, sono stati accompagnati dai componenti del “laboratorio di teatro comunale” di Cisterna. Nelle sale, gli appartenenti al Gruppo storico “Principi della Cisterna” di Reano (To), tutti rigorosamente in costume d’epoca, hanno rappresentato scene di vita del castello, fra le quali non è mancata neppure la presenza del re Vittorio Emanuele II.
La visita al castello ha confermato il fascino di un luogo in cui, grazie al “Museo degli antichi mestieri” sono stati raccolti attrezzi e strumenti che oggi nessuno saprebbe più utilizzare, ma che soltanto pochi decenni fa erano di uso comune fra gli artigiani e che rappresentano una preziosa testimonianza sociale e linguistica. Il falegname, il sellaio, il fabbro, il calzolaio avevano un nome per ognuno dei loro utensili: il vorticoso mutare delle situazioni e dei sistemi di lavoro ha condannato all’oblio parole e attrezzi che nella mano dell’uomo hanno segnato il lavoro nei secoli.
Il “Museo degli antichi mestieri” non è solo una passeggiata in un tempo perduto: è la testimonianza di esperienze umane da non dimenticare, pena l’impoverimento storico e culturale. A rappresentare i diversi personaggi sono stati chiamati anche molti giovani che, un po’ emozionati, si sono perfettamente inseriti nel loro personaggio: la regia è stata affidata ad Elena Formantici. Al fascino di “Mercandè” è mancata solo la vivacità che suscitava la presenza delle bancarelle allestite sul grande prato del castello, ma sarà per la prossima volta.