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Cisterna d’Asti: «Troppi i farmaci di cui non si conosce la reale efficacia»

Parla il professor Silvio Garattini, direttore dell’Istituto “Mario Negri” di Milano
Il professor Silvio Garattini (foto), direttore dell’Istituto farmacologico “Mario Negri” di Milano è stato il protagonista dell’incontro organizzato dal Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese, in collaborazione con FRA Production, il Museo “Antichi mestieri”, la libreria “Il Pellicano” e l’AIMC di Asti. La conversazione ha preso spunto dal libro di Garattini “E’ giusto brevettare la salute?”, in cui si affronta la questione dei brevetti farmaceutici che, condizionando il mercato con alti costi, impediscono ai Paesi più poveri di avere accesso a molti farmaci. Dal dialogo con il dottor Marcello Francesconi, già dirigente ASL e da tempo impegnato nella cura dell’Alzheimer, sono emersi molti interessanti spunti, primo dei quali la necessità della revisione del prontuario terapeutico nazionale:

«Oggi si spendono 22 miliardi l’anno – ha detto il prof. Garattini – ma risparmiarne 5 senza incidere sull’efficacia sarebbe facile, basterebbe evitare i doppioni. C’è poi il problema dei brevetti dei marchi, che si potrebbe risolvere utilizzando il nome generico del farmaco, ma servirebbe una norma europea. Inoltre si dovrebbe verificarne la reale efficacia, eliminandone alcuni, ma l’industria si oppone: se si facesse ci sarebbero meno farmaci ed un mercato semplificato. Un altro problema è che si dovrebbero rispettare le differenze di genere: oggi il farmaco è valutato nel maschio, ma le donne sono diverse e quindi muta l’efficacia».

«Infine la verifica della validità dovrebbe essere affidata ad un organismo indipendente e non alle medesime case produttrici. Le malattie sono prevedibili ed in molti casi evitabili con corretti stili di vita: le buone abitudini nel 70% dei casi ci difendono dai tumori, perciò la produzione di farmaci potrebbe calare del 50%. Purtroppo, la prevenzione va nella direzione opposta agli interessi del mercato: inoltre, lo Stato incassa ogni anno 13 miliardi dalle tasse sulle sigarette. Dovremmo insegnare che la malattia è il fallimento della medicina ed insistere sulla prevenzione».

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