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Il dottor Saracco con il personale dell'ex clinica San Giuseppe
Attualità

Clinica San Giuseppe: una bella storia iniziata nel lontano 1928

È stata una storia lunga più di ottanta anni, interrotta nel 2009 e che oggi riprende sotto nuove vesti ma con lo stesso spirito che l’ha animata per tanto tempo, si tratta della “San Giuseppe”

Ottant’anni di attività

È stata una storia lunga più di ottanta anni, interrotta nel 2009 e che oggi riprende sotto nuove vesti ma con lo stesso spirito che l’ha animata per tanto tempo, si tratta della “San Giuseppe”, in precedenza Casa di Cura, punto di riferimento per generazioni di astigiani che hanno varcato le sue porte e percorso i suoi corridoi per un esame, una nascita, una malattia e che oggi, dopo i lavori dello studio GAP supervisionati dall’ing. Piero Ronfani, è diventata Residenza per Anziani.

Nel 1928 nasce come Clinica Villata

La Casa di Cura fu fondata nel 1928 (inizialmente si chiamava Clinica Villata) da quattro medici specialisti che lavoravano insieme in una struttura di via Massimo d’Azeglio, erano il dott. Lazzaro Arione, il dott. Ugo Camera, il dott. Norberto Saracco e il dott. Andrea Villata, autentici precursori dei tempi moderni.  Custode della clinica pare fosse Giovanni Angelo Bergoglio, nonno di papa Francesco che, prima di trasferirsi in corso Alessandria e aprire un negozio di commestibili, viveva con la moglie Rosa Vassallo e con il figlio Mario (papà del pontefice) in via Antica Zecca 6 e risulta svolgesse l’operato di portinaio proprio in via Massimo d’Azeglio.

Acquistato un nuovo terreno

Negli anni ’30, per la grande richiesta dei cittadini, i quattro medici decisero di ampliare la loro attività, acquistarono un terreno nel centro di Asti e, il 6 marzo 1935, presentarono domanda al Podestà per erigere un fabbricato da adibire a clinica medico chirurgica.
Il parere favorevole alla costruzione, progettata dall’ing. Guido Benzi, venne dato dalla commissione edilizia l’8 marzo 1935 e l’inaugurazione fu fatta il 4 maggio 1936 alla presenza di numerosi invitati e autorità tra cui il Vescovo, il Federale, il Podestà, il Comandante la Divisione e il Questore.

1936, la clinica Villata diventa San Giuseppe

Il nome della clinica fu cambiato in “San Giuseppe”, in onore delle suore giuseppine che prestavano la loro attività nei vari reparti, il numero di telefono era il 3220, la direzione sanitaria fu affidata al dott. Ugo Camera e le branche in cui operava (a parte ostetricia che terminò nei primi anni 2000 e oculistica che si aggiunse dopo) furono quelle che rimasero fino alla fine: chirurgia generale, otorinolaringoiatria, ostetricia, ortopedia, urologia e medicina generale.  Presto al dott. Arione successero i suoi eredi e al dott. Villata, il dott. Mario Cerruti.

Grandi consensi

La casa di cura ebbe immediatamente grandi consensi tra gli astigiani (e non solo) tanto che nel 1957 la struttura si arricchì di otto nuovi vani, nel 1963 fu fatta una sopraelevazione e, nel 1970, fu costruita l’ala di via al Castello per ospitare il reparto di neuropsichiatria diretto dal dott. Giuseppe Rosso che insieme al dott. Giuseppe Veglio (futuro direttore sanitario fino alla chiusura, dopo il dott. Achille Saracco), si aggiunsero come soci di minoranza. Una clinica cui non mancava nulla, anzi sì, il laboratorio.

1974: nasce il Laboratorio

Quello che in realtà chiamavano in questo modo era, infatti, una semplice stanzetta al primo piano vicino al reparto di ostetricia per questo, quando nel 1974 Ezia Valpreda, giovane neolaureata in biologia, propose l’apertura di un impianto adeguato, la Casa di Cura le offrì immediatamente gli ampi locali dello scantinato dove il 2 gennaio 1975, la dott.ssa Valpreda insieme al dott. Settimio Camusso iniziarono l’attività con la direzione tecnica del dott. Panirossi (fino al 1977).  Maria dell’Agli all’amministrazione, Luigi Gazzola e Sergio Pesce per le analisi completarono quel primo staff operativo.

Ampliamento reparto  neuropsichiatria

Un ulteriore ampliamento del reparto di neuropsichiatria fu infine avviato nel 1992.
Una storia fatta di date ma soprattutto di nomi e di volti, il dott. Polastri con le ostetriche Rosa Cico, Rosy Quirico e Paola Chirone, il dott. Mauro Valpreda, chirurgo come Norberto Saracco, il dott. Rampini, l’anestesista Mauro Truffa, i radiologi dott. Cerruti e dott. Gentile, la dott.ssa Lucia Klingly, il dermatologo dott. Mario Zarella, il dott. Carlo Rosso, il dott. Fea… nomi che suscitano ricordi e rimpianti come quello di Gianni Cavallo o di Bruno Valpreda. Medici passati per quelle stanze, dove ora passeranno altri medici, altre persone, dottori che ritornano come Claudio Lucia, “allievo di Gianni Cavallo” come ama sottolineare e che ora è Direttore Sanitario della Residenza.

Tecnologia all’avanguardia

Per otto lunghi decenni, quella piccola struttura di via Massimo d’Azeglio, è cresciuta e si è modificata grazie all’impegno e alla collaborazione di medici astigiani e non, grazie a importanti interventi strutturali e a tecniche all’avanguardia.
Nel 2006 fu infine acquistata dal Gruppo Policlinico di Monza che la trasformò e ammodernò.

2009: la chiusura

Purtroppo però, nel 2009, a causa della sospensione dell’accreditamento con il Sistema Sanitario Nazionale per l’attività di ricovero ospedaliero e di specialistica ambulatoriale, la Casa di Cura San Giuseppe fu costretta, con un accordo firmato il 28 maggio di quell’anno, a chiudere “e quando questo successe – commenta Marina Saracco, direttore generale della struttura dagli anni ‘80 – mi ripromisi una cosa: di riaprirla.  In qualsiasi modo, e a qualsiasi costo, in memoria di mio padre Achille, di mio fratello Norberto e di tutte le persone che per anni avevano dato il loro prezioso contributo.”  Una promessa mantenuta in pieno quindi perché in fondo, questo, è proprio quello che avverrà il prossimo 2 marzo.

Monica Jarre

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