Dopo la inevitabile cancellazione nel 2020, anche la 52esima edizione del Palio degli Asini, in calendario la quarta domenica di settembre, ha dovuto essere annullata. Il Direttivo dell’associazione Palio nell’ultima riunione ha approfonditamente esaminato ogni possibile soluzione, ventilando anche l’ipotesi di disputare la sola corsa, senza sfilata, nel campo sportivo di regione Vallone, soluzione che non ha accolto molti consensi, in quanto avrebbe snaturato il significato della manifestazione. Da subito i rettori di alcuni borghi hanno comunicato che non avrebbero comunque partecipato, altri hanno invece preferito riunire i propri borghigiani prima di fare una scelta non facile. Alla fine la decisione è stata unanime nel riconoscere che, nell’incertezza dell’attuale emergenza pandemica, non vi sarebbero state le condizioni per organizzare l’evento, che ogni anno richiama migliaia di spettatori, in piena sicurezza. Annullata anche, per gli stessi motivi, la rivisitazione del mercatino medievale in programma sabato 18 settembre: quella sera si terrà invece, nel cortile del Collegio, il banchetto della corte, la cena propiziatoria a base di piatti dell’epoca, che normalmente si svolgeva la vigilia del palio.
Confermata, con modalità da definire, la stima del Palio, istituita per la prima volta lo scorso anno: il gonfalone, disegnato da Angela Bertiglia (autrice anche di quello del 2020), sarà poi donato alla parrocchia di Santa Maria della Consolazione. Il Palio venne ideato nel 1970 durante una riunione per decidere il programma degli imminenti festeggiamenti patronali: oltre all’immancabile ballo a palchetto, occorreva qualcosa di nuovo. Giancarlo Piazzo, a quell’epoca impiegato in banca a Calliano, ricordò che in quel paese dall’anno prima facevano correre gli asini. L’idea piacque a tutti e così prese il via il Palio degli Asini, suscitando da subito l’entusiasmo di tante persone. Il paese venne diviso in otto borghi e ciascuno si attivò per mettere a punto una sfilata. Venne escogitata dal dottor Bo (che sarà il Capitano del Palio per le prime tre edizioni, in groppa alla mitica mula bianca) un’origine leggendaria, legata alla storia medievale del paese. Un incendio divampò nel castello dei Radicati, per spegnere le fiamme i cocconatesi iniziarono una colonna verso la valle ove scorreva un ruscello e, caricando botti d’acqua sui basti dei somari contribuirono a salvare la roccaforte. Per ricompensare la popolazione, i conti indissero un torneo al centro del quale vi era una corsa d’asini, con in premio il vessillo.
Oggi il Palio (dal 2002 riconosciuto dalla Federazione italiana giochi storici) è la più conosciuta e importante manifestazione della Riviera del Monferrato, la cui fama varca i confini regionali, un mezzo per far conoscere il paese, un forte richiamo turistico. Molto sentita dai cocconatesi, la corsa ragliante rappresenta, al di là di una sana rivalità borghigiana, un momento di aggregazione sociale, di unione e amicizia, di fare festa tutti assieme.