Ha preso il via la petizione contro i pannelli solari mangia suolo. L’obbiettivo è di combattere il rischio idrogeologico di fronte ai cambiamenti climatici e spingere, invece, il fotovoltaico pulito ed ecosostenibile sui tetti di stalle, cascine, magazzini, fienili, laboratori di trasformazione e strutture agricole.
Lo annuncia Coldiretti Giovani Impresa in occasione del G20 dei giovani a Milano dal 19 al 23 luglio presieduto dall’Italia. Il via ufficiale alla raccolta firme è iniziato, con lo slogan per dire “Sì all’energia rinnovabile senza consumo di suolo agricolo”, sul sito www.giovanimpresa.coldiretti.it e negli uffici Coldiretti di tutta Italia, nei mercati e negli agriturismi di Campagna Amica.
Coldiretti Giovani Impresa lancia la petizione a tutela del suolo agricolo chiedendo alle isti-tuzioni di investire nelle fonti alternative di energia senza dimenticare il ruolo fondamentale dell’agricoltura e la bellezza unica dei nostri territori, che andrebbero compromessi senza una programmazione territoriale degli impianti fotovoltaici a terra.
In Piemonte il consumo di suolo complessivo è di circa 175.000 ettari pari quindi al 6,9% della superficie totale regionale che è di 2.540.000 ettari. «Sosteniamo e promuoviamo ogni giorno l’innovazione tecnologica sostenibile, ma desti-nando i suoli agricoli al fotovoltaico non ci saranno più terreni da coltivare ed accelereremo la perdita di biodiversità – spiega Danilo Merlo, delegato Giovani Impresa Asti e del Pie-monte -. Il suolo vocato all’agricoltura appartiene agli agricoltori e la multifunzionalità ener-getica va sviluppata come attività integrata alla coltivazione e all’allevamento, sino a un massimo del 5% della superficie dell’azienda, da realizzare direttamente dagli agricoltori e in aree marginali. Vogliamo cogliere ogni opportunità offerta dalle tecnologie innovative, avendo come obiettivo la piena attuazione dell’accordo di Parigi sul clima e l’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Il consumo di suolo agricolo, destinato al fotovoltaico a terra, minaccia il futuro delle nuove generazioni di agricoltori».
“L’Italia – sottolinea Marco Reggio presidente di Coldiretti Asti – possiede terreni non desti-nati all’agricoltura che potrebbero essere messi a valore con il fotovoltaico, per cui non è ammissibile utilizzare terreni fertili che già producono valore economico, sociale ed ambien-tale togliendo traiettorie di futuro alle nuove generazioni. Ricordiamoci che la nostra agricol-tura è green, variegata, punta sempre più a progetti di filiera volti a valorizzare i prodotti locali, al biologico, alla difesa e alla tutela della biodiversità e sostenibilità e su questa scia dobbiamo continuare a lavorare offrendo sempre più possibilità ai giovani di incrementare l’economia dei nostri territori».
«Occorre pertanto – conclude il direttore di Coldiretti Asti, Diego Furia – identificare le aree da bonificare, i terreni abbandonati, le zone industriali obsolete e i tetti delle strutture pro-duttive anche agricole, quali luoghi idonei all’installazione del fotovoltaico per la corretta produzione di energia da fonti rinnovabili».