Si è parlato di “Comunità di Energia Rinnovabile – C.E.R.: opportunità per il territorio”, sabato 29 ottobre al Mercato Contadino di Campagna Amica Asti, in occasione del seminario promosso da Studio Legale avvocati Garrone e Morra, Less+ for more, Studio Legale Weigmann, Studio Tecnico Buttieri e Coldiretti Asti.
Interamente gremita la sala polivalente rispetto ad un argomento di elevato interesse, sia per la parte pubblica sia per quella privata, entrambe accomunate negli intenti e negli obiettivi per il raggiungimento di una sostenibilità integrata che, oltre all’aspetto ambientale, contempli anche quello economico-sociale.
Per l’occasione è stato aperto un particolare focus sul ruolo dell’agricoltura, ovvero, sulle possibili scelte degli agricoltori nell’ambito del perseguimento di tali obiettivi, in termini di visione, impegno e disponibilità di superfici deputate ad accogliere impianti fotovoltaici, piuttosto che alla produzione di biomasse/biogas, anche dal punto di vista fiscale e legislativo.
Questo lo stato dell’arte. Dopo il primo e rilevante intervento “Energia pulita per tutti gli europei” presentato dalla Commissione Europea, con l’obiettivo di rendere competitiva l’Unione nella Transizione Energetica (approvato nel biennio 2018-19), sono seguiti il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) e il Piano Energetico Ambientale Regionale incentrati su: efficienza energetica, fonti rinnovabili e riduzione delle emissioni di CO2 entro il 2030, i cui benefici sono misurabili in termini tecnici, ambientali, economici e sociali; il tutto, passando attraverso il risparmio nell’approvvigionamento di energia e l’ottenimento di incentivi.
“Mentre l’accordo iniziale aveva innalzato la riduzione delle emissioni di Co2 dal -40% al -55% nel 2030 – ha spiegato l’avvocato Federico Garrone, – il PNIEC si prefigge di raggiungere, entro la stessa data, il 30% di energia e il 22% di energia nei trasporti da fonti rinnovabili nei Consumi Finali Lordi. In quest’ottica, il Piano Regionale orienta, promuove e sostiene le opportunità di ricerca collegate al settore energetico, nonché la costituzione di Comunità Energiche, con l’intento di raggiungere l’efficientamento energetico e l’utilizzo dell’energia rinnovabile prodotta a livello locale, quindi, uno sviluppo sostenibile e inclusivo riducendo, altresì, la povertà energetica in capo ai cittadini meno abbienti”.
Una misura importante che guarda all’ambiente e al clima anche per quanto attiene la riduzione dei costi di trasporto, ergo, le emissioni di Co2, con attenzione alla penetrazione delle fonti energetiche rinnovabili, per mitigare lo sbilanciamento tra domanda e offerta, vera e propria causa del caro energia iniziato a fine 2021, poi, esasperato dal conflitto Russia-Ucraina.
“Due le direzioni principali che meglio esemplificano i vantaggi economici per i membri delle Comunità Energetiche: in primis, gli incentivi percepiti dalla CER vengono reinvestiti a favore dei suoi componenti; in secondo luogo si ottiene un risparmio diretto in bolletta – hanno proseguito Garrone e Morra.
Altri aspetti di rilievo sono: la ricaduta economica sull’indotto (installazione e manutenzione degli impianti), gli impatti sociali sulla collettività (i cittadini diventano attori diretti del sistema energetico, passando da consumatori a produttori, acquisendo, nel contempo, maggiore consapevolezza, coscienza e sensibilità) e la relazione paritaria tra cittadini e PA quale occasione di rafforzamento del rapporto di fiducia tra le parti.
Apertura e interesse da parte del mondo Coldiretti che, ad Asti e provincia, come su tutto il territorio nazionale, rappresenta l’oltre 70% del comparto agricolo, così come ricordato dal Presidente Marco Reggio.
“Come Coldiretti siamo favorevoli alla possibile messa a disposizione delle importanti superfici dei fabbricati agricoli, mentre il nostro diniego resta fermo sullo sfruttamento del suolo coltivabile, ovvero, sulla posa a terra degli impianti fotovoltaici – ha esordito il vice direttore del provinciale Luigi Franco; – certamente, non sarà facile mettere insieme tutte le parti, ma l’obiettivo è importante, ambizioso e, ultimo ma non ultimo, i nostri agricoltori potranno trarne vantaggio anche economico. Grazie alla loro dislocazione lontano dai centri urbani principali, potranno anche favorire lo sviluppo di Comunità Energetiche decentrate nei borghi più piccoli”.
“Oltre che con la produzione di energia da fotovoltaico, il mondo agricolo può concorrere agli obiettivi del Piano nazionale e di quello regionale anche con altre attività connesse quale la produzione di energia da fonti agroforestali – ha precisato Gianni Cico Responsabile del Settore Fiscale di Coldiretti Asti. – In particolare, parliamo dei sotto prodotti animali (liquami e letame) e delle biomasse vegetali (trinciati, sottoprodotti legno e residui): l’importante è che l’attività prevalente resti quella agricola. Fino a 200kw non ci sono condizioni ed è sempre considerata attività agricola. Se eccedente, va calcolata nel limite di 10 Kw/h per ettaro coltivato. Per restare nella tassazione da reddito agrario, infine, occorre non superare le soglie: di 260mila Kw/h annui per il fotovoltaico e di 2.400mila Kw/h annui per il biogas. Oltre a questi limiti viene applicata una tassazione forfettaria del 25% sulla produzione eccedente”.
“Quello delle Comunità Energetiche Rinnovabili è un tema ancora poco conosciuto, ma di grande valenza per i molteplici benefici che può apportare, anche, sul comparto agricolo – ha osservato il Direttore Diego Furia, tra i promotori, insieme all’avvocato Garrone, del seminario; – l’incontro odierno, al quale hanno partecipato numerosi autorevoli relatori e, anche, molti amministratori astigiani, tra i quali il sindaco Maurizio Rasero, è stato oltremodo utile per fare chiarezza e comprendere meglio la direzione nonché i passi da intraprendere. Dal suo canto, l’agricoltura è sempre favorevole e pronta a mettersi in gioco per ritrovare nuove soluzioni, sinergie e strategie apportatrici di miglioramenti in campo ambientale, economico e sociale. Le informazioni le abbiamo ricevute. Ora è necessario metabolizzarle per poi partire, con la convinzione che i cambiamenti vanno governati e non subiti”.