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Tariffe energetiche

Coldiretti: i rincari delle bollette pesano su imprese e cittadini

Serve responsabilità da parte dell’intera filiera alimentare per salvare aziende agricole

L’aumento delle tariffe energetiche pesa sui conti delle famiglie, ma anche sui costi delle imprese e rende più onerosa la produzione e la commercializzazione in una situazione fortemente condizionata dall’emergenza Covid. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare gli aumenti di luce e gas che sono scattati all’inizio del 2022 secondo quanto stabilito dall’Autorità di regolazione Energia Reti e Ambiente (Arera) con un aggravio per l’elettricità del 55% e per il gas del 41,8%.

“L’aumento della spesa energetica ha un doppio effetto negativo perché – spiega Marco Reggio presidente Coldiretti Asti – riduce il potere di acquisto dei cittadini e delle famiglie, ma aumenta anche i costi delle imprese particolarmente rilevanti per l’agroalimentare con l’inverno”.

“Il costo dell’energia si riflette, infatti, in tutta la filiera e riguarda sia le attività agricole ma anche la trasformazione e la distribuzione – sottolinea Diego Furia direttore Coldiretti Asti – Per le operazioni colturali gli agricoltori sono stati costretti ad affrontare rincari dei prezzi fino al 50% per il gasolio necessario per le attività che comprendono l’estirpatura, la rullatura, la semina e la concimazione. Inoltre l’impennata del costo del gas, utilizzato nel processo di produzione dei fertilizzanti, ha fatto schizzare verso l’alto i prezzi dei concimi. L’aumento dei costi riguarda anche l’alimentazione del bestiame, il riscaldamento delle serre, ma ad aumentare sono pure i costi per l’essiccazione dei foraggi, delle macchine agricole e dei pezzi di ricambio per i quali si stanno verificando addirittura preoccupanti ritardi nelle consegne”.

“Il rincaro dell’energia si abbatte poi sui costi di produzione come quello per gli imballaggi, senza dimenticare che la zootecnica deve affrontare, già da tempo, i rincari nei mangimi. Serve – concludono Reggio e Furia – responsabilità da parte dell’intera filiera alimentare con accordi tra agricoltura, industria e distribuzione per garantire una più equa ripartizione del valore per salvare aziende agricole e stalle”.

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