Con l’inizio di giugno si torna a sedersi ai tavoli di ristoranti e agriturismi, non più solo all’aperto, ma anche al coperto. Sono passati sei mesi e mezzo dalla loro chiusura, dopo aver già sopportato il primo lungo lockdown. Con il coprifuoco alle 23 e l’introduzione del “green pass”, poco alla volta ci si avvia alla normalità.
«In provincia di Asti – sottolinea Giovanna Soligo, titolare dell’agriturismo “San Nazario” di Montechiaro d’Asti e presidente dell’associazione provinciale Terranostra agriturismi di Campagna Amica – siamo comunque avvantaggiati rispetto ai grandi centri urbani. Qui abbiamo un territorio che offre ampi spazi all’aperto con la possibilità di fare il vero agriturismo e di offrire tanti altri servizi accessori rispetto alla semplice ristorazione».
Riattivare il turismo e quindi l’economia
Coldiretti calcola che 1/3 della spesa per le vacanze in Italia è destinato alla tavola. Con l’istituzione del pass vaccinale per i turisti, l’avanzare della campagna di vaccinazione e l’allentamento delle restrizioni la situazione potrebbe presto sbloccarsi definitivamente.
«Prima della pandemia – rileva il direttore di Coldiretti Asti, Diego Furia – il cibo era la voce principale del budget delle famiglie in vacanza in Italia, per un importo complessivo stimato di oltre 30 miliardi annui. Lo scorso anno questa voce di spesa è scesa del 58% e a cascata ne ha risentito l’intera filiera agroalimentare con molte disdette di ordini per le forniture di tutti i prodotti agroalimentari con in testa il vino. Infatti, fra bar, ristoranti, pizzerie e agriturismi, veniva assorbita una fetta importante della produzione vitivinicola dell’Astigiano».
Mancano gli stranieri e 220 milioni di bottiglie di vino
«In queste due ultime settimane, l’afflusso dei turisti italiani – rileva Piera Viarengo, titolare dell’agriturismo “Fiordaliso” di Azzano – è già ripreso con buone presenze che però sono pressoché limitate al week end. Quelli che ancora ci mancano, e che si fanno sentire pesantemente sui nostri bilanci, sono i soggiorni dei turisti stranieri, in modo da distribuire meglio il lavoro lungo tutta la settimana e da poter vendere anche altri prodotti e servizi rispetto alla semplice ristorazione».
In Italia, complessivamente, nell’attività di ristorazione sono coinvolte 70 mila industrie alimentari e 740 mila aziende agricole. L’agroalimentare nazionale vale 538 miliardi pari al 25% del Pil. Si calcola che nell’ultimo anno, a causa delle restrizioni per la pandemia, 220 milioni di bottiglie di vino non siano mai arrivati sulle tavole dei locali.
La rinascita del territorio Unesco
«Contiamo vivamente di riattivare presto tutti i flussi turistici – annuncia il presidente di Coldiretti Asti, Marco Reggio –, sarebbe come una rinascita, soprattutto per una provincia come la nostra che in questi ultimi anni ha puntato molto sul turismo ed ha visto l’affermazione del territorio Unesco».
C’è dunque una grande necessità di accogliere il turista straniero e in particolare attraverso l’enoturismo che è stato particolarmente penalizzato dalla pandemia. La chiusura dei principali canali horeca e l’impossibilità di ricevere i consumatori nelle cantine, con i loro relativi eventi, hanno bloccato l’economia principale di questa provincia. «Dobbiamo e vogliamo essere ottimisti – precisa Reggio –, anche perché i contagi diminuiscono e i vaccinati aumentano».
Coprifuoco, Green Pass, Zone Bianche
Il governo ha fissato le varie tappe delle riaperture, dal 7 giugno il coprifuoco passerà alle 24 ma, se le cose andranno come speriamo, dal 14 giugno il Piemonte potrebbe entrare in zona bianca. Questo significa abolizione del coprifuoco con la possibilità di anticipare di un giorno la ripresa di fiere congressi, parchi a tema e feste di nozze e di 15 giorni quella di stabilimenti termali, palazzetti dello sport, piscine al chiuso e sale giochi. Verrebbero anche riaperti i servizi di bar e ristoranti nelle sale da ballo (senza utilizzo della pista) che sarebbe veramente una parvenza di normalità.
Da 1° luglio poi dovrebbe entrare in vigore il green pass europeo. Il certificato vaccinale Covid Ue sarà digitale e potrà servire per spostarsi da un paese all’altro evitando restrizioni come la quarantena, l’autoisolamento o i tamponi, a meno che tali misure non siano reintrodotte perché “necessarie e proporzionate per salvaguardare la salute pubblica” e comunque comunicate almeno 48 ore prima della loro nuova entrata in vigore.
«Il green pass europeo – sottolinea Furia – per noi ha una duplice utilità, oltre a riaprire agli arrivi dei turisti stranieri, consentirà alle imprese agricole di assoldare i lavoratori europei specializzati nelle attività di raccolta, come ad esempio la vendemmia».