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Incontro pubblico

Collegamento Sud/Ovest, «I 104 milioni sono solo riconosciuti come fabbisogno, ma non ancora stanziati»

Il Comitato contesta l’annuncio della Regione sul finanziamento necessario a realizzare la “mini tangenziale” e si prepara a dare battaglia nel Consiglio aperto di martedì

Cittadini, piccoli imprenditori agricoli, residenti del quartiere di corso Alba, di Borgomale e Valle San Pietro hanno partecipato alla riunione indetta, mercoledì sera, dal Comitato “No Caso” in vista del Consiglio comunale aperto convocato per martedì. Un Consiglio che si confronterà sul progetto della futura “mini tangenziale” di Asti. Ancora una volta al centro del confronto è stato messo il collegamento Sud/Ovest che, da oltre un anno, è tornano alla ribalta grazie ai cinque tracciati ipotetici proposti dall’Anas. Solo alcuni giorni fa la Regione Piemonte ha annunciato che il contratto di programma siglato tra Governo e Anas, approvato dal Cipess (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile), ha stanziato 104 milioni di euro per l’infrastruttura. Soldi che si sommano ai precedenti 40 milioni già finanziati.

Ma durante la riunione del Comitato “No Caso” c’è chi ha voluto precisare che quei soldi non sarebbero stati davvero stanziati. L’ha evidenziato il presidente del Comitato, Giorgio Caracciolo, citando il documento sugli interventi del contratto di programma Mia-Anas 2021-2025. Del testo, a pagina 2, si indica come intervento generico “Tangenziale Sud/Ovest di Asti”, il suo costo pari a 103.950.000 euro, ma per quanto riguarda le risorse già assegnate la casella è del tutto vuota. «Di quei 104 milioni di euro annunciati dalla Regione per realizzare l’opera non è stato assegnato 1 euro – ha spiegato Caracciolo – Sono stati solo riconosciuti come fabbisogno, ma non erogati, né sembrano essere ancora disponibili».

«Vogliamo vedere gli studi di fattibilità e i flussi di traffico»

Per Caracciolo il primo momento importante per ribadire il no al progetto sarà martedì alle 20, al Consiglio comunale aperto, nel quale parleranno i rappresentanti di associazioni, cittadini che abitano nelle aree interessate dal passaggio dell’infrastruttura, agricoltori e tecnici. «La maggioranza ha chiesto di convocare un Consiglio comunale aperto – ha aggiunto Caracciolo – Il fatto che sia stato chiesto proprio dalla maggioranza mi fa pensare che il sindaco e la giunta vogliano togliersi dai piedi i contestatori, fare finta di ascoltarli. Questi 104 milioni sono genericamente indicati per la “Tangenziale Sud/Ovest” e non è affatto chiaro se per il primo o il secondo lotto. Non si parla ancora di progettazione, ma è un anno che ci dicono che sono in corso gli studi di fattibilità. Ecco, noi vogliamo vedere questi studi e i flussi di traffico aggiornati».

La Coldiretti è contraria all’ipotesi del tracciato giallo

Anche la Coldiretti di Asti ha voluto partecipare alla riunione e l’ha fatto con la presidente provinciale Monica Monticone. «Abbiamo parlato con i nostri soci che verrebbero toccati da questo collegamento, – ha detto Monticone – li abbiamo ascoltati e a fine novembre abbiamo protocollato in Comune un documento nel quale evidenziamo la nostra preoccupazione per il tracciato giallo (il più probabile a essere adottato per lo studio di fattibilità ndr). Non abbiamo detto di essere contro, ma siamo aperti per un confronto e per valutare insieme altri tracciati e ipotesi che non vadano a rovinare intere aziende agricole. Dal Comune non abbiamo ottenuto risposta». Aziende come quella di Domenico Viarengo, specializzata in un allevamento di bovini piemontesi, che durante la riunione ha preso la parola annunciando ciò che potrebbe succedere se il percorso giallo venisse realizzato. «Ho 65 anni, quel tracciato distruggerà la mia azienda, sarò costretto a chiudere e ad andare a fare l’operaio. Qui siamo peggio del colonialismo dell’America di una volta».

«Stiamo preparando le osservazioni alla Variante Urbanistica 39»

I presenti si sono confrontati anche sulle ultime novità emerse dall’approvazione della Variante Urbanistica 39, approvata in prima lettura nell’ultimo Consiglio comunale. «Il Consiglio ha approvato la revoca del vincolo di viabilità sull’area davanti al casello di Asti Ovest e di proprietà della piscina Asti Lido – ha ricordato Caracciolo – Il proprietario della piscina non vedrà più costruire una strada nel suo parcheggio, ma con quella pratica è stata cancellata qualunque ipotesi di collegamento leggero, anche il meno impattante, che sarebbe potuto passare da quella zona. Tutto questo nonostante il Ministero dell’Ambiente, bocciando la vecchia Tso a due corsie, aveva indicato di trovare una soluzione alternativa lungo il Borbore. Comunque adesso la pratica è pubblicata sull’Albo Pretorio e lo sarà per 15 giorni. Poi ci saranno altri 15 giorni di tempo per presentare le osservazioni di cui ci stiamo già occupando».

C’è chi invita il Comitato a proporre una seria soluzione alternativa

Se Cesare Quaglia, agricoltore di Variglie, ha ringraziato pubblicamente la Coldiretti per essersi detta contraria al tracciato giallo,  Mario Tanino, presidente del Comitato Cittadini Tanaro e Borbore, ha invitato tutti a essere realisti: «Occorre che il Comitato non solo dica di essere contrario, ma proponga una soluzione alternativa coinvolgendo persone con preparazioni scientifiche, ingegneristiche e ambientaliste. Non fatevi prendere dal tranello dell’imboscata del Consiglio comunale aperto dov’è già tutto deciso, ma proponete una soluzione che sia compatibile con il minor danno ambientale, umano e imprenditoriale che quest’opera ha intrinsecamente».

Non sono mancati alcuni brevi interventi di consiglieri comunali di minoranza pronti a sostenere le posizioni del Comitato. «Questo Consiglio aperto è arrivato tra capo e collo, come la storia dei 104 milioni di euro, uno straordinario spot elettorale – ha commentato Gianfranco Miroglio dei Verdi – Stiamo discutendo di territorio nella più totale non trasparenza, in assenza di un progetto specifico, con l’Anas che ha dichiaratamente detto che non si occupa di risolvere i problemi del traffico cittadino».

Da parte sua, il consigliere Mario Malandrone ha ricostruito la genesi del Consiglio comunale aperto, contestandone l’estrema rapidità di convocazione «quando invece ci sarebbero 20 giorni di tempo per riunirlo».

[foto J.R.]

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