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Verrua
Attualità
Intervista

«Come ho immortalato la città di Asti da una nuova prospettiva»

Il geometra Pierfranco Verrua, pilota di droni e autore delle immagini inserite nel calendario 2025 del nostro giornale, spiega il dietro le quinte del suo lavoro

Raccontare Asti da una prospettiva insolita, mostrando angoli affascinanti o momenti unici attraverso la visuale di un drone. È questa la scelta fatta da La Nuova Provincia nella stampa del calendario 2025 destinato a tutti gli abbonati. Dodici immagini dall’alto per altrettanti mesi, scattate del geometra Pierfranco Verrua, tecnico e pilota di drone specializzato. Abbiamo chiesto a Verrua di raccontarci il dietro le quinte del suo lavoro con l’utilizzo dei droni.

Quali elementi di Asti ha voluto mettere in risalto attraverso queste prospettive aeree?

Le foto rappresentano momenti ed eventi caratteristici e unici di Asti, devono darmi un’emozione

Che tipo di attrezzatura e tecnica ha utilizzato?

Uso principalmente tre tipi di droni: il Mavic 3 Enterprise RTK per le riprese tecniche dove posso estrarre anche misure e modelli 3d; il Mavic 3 Classic per i video e le foto commerciali e il piccolo MINI3 per le riprese all’interno di ambienti chiusi.

Dai grandi eventi ai piccoli dettagli dei singoli monumenti, perché oggi l’uso dei droni è fondamentale per raccontare le bellezze di un territorio?

I droni ci consentono un punto di vista diverso, riescono a farci vedere quanto sia bella la nostra città, quanto siano caratteristici i nostri monumenti, un esempio è la torre dell’Intendenza di Finanza o Littoria che oltre alla forma fallica, visibile dal basso, a una vista aerea rivela la M di Mussolini. L’utilizzo delle immagini aree unita alle riprese da terra consente un racconto in modo molto più accattivante. Serve gusto nello scegliere le inquadrature che danno la sensazione e il giusto ritmo, poi il sensore fotografico di qualità, non ultimo la passione e la storia che si vuole raccontare. Basta riguardare il filmato che abbiamo fatto per Asti Capitale del volontariato per accorgersi di quanto si può fare e raccontare

C’è una foto in particolare, tra quelle scelte per il calendario di cui è particolarmente soddisfatto?

La foto notturna di luglio di Asti Musica con il palazzo della provincia e gli edifici che emergono con la luce: un bellissimo lavoro del vostro grafico ha reso la stampa affascinante. Io sono abituato a vedere i video delle mie riprese sul monitor, ma la carta stampata restituisce un’altra sensazione.

Usare un drone non è semplice, ma occorre una preparazione particolare e fare esperienza. Lei organizza anche dei corsi. Ci spiega quali sono i passaggi necessari per poter iniziare ad adoperare un drone in sicurezza?

Collaboro con diversi istituti di formazione dove svolgo corsi di specializzazione su rilievo, monitoraggio, ispezioni, ricerca soccorso con utilizzo dei drone. Occorre seguire un corso in un istituto formativo, anche on line per la licenza di base A/1. I droni marchiati C0 di peso inferiore ai 250 grammi possono volare senza patentino, ma è consigliabile fare un corso per sapere dove posso volare e dove no. Occorre comprare un drone con macchiatura di classe C0 – C1 – C2 perché sono dotati di un sistema di trasmissione obbligatorio dei dati di volo che identifica il velivolo come la targa di una macchina. Tutti i droni devono essere registrati su una piattaforma denominata D-Flight da cui si ottiene un Qr-Code che va obbligatoriamente applicato sul drone targa che identifica il proprietario. Tutti i droni devono avere l’assicurazione, ne esistono due tipi: hobbistico, e professionale. I costi sono circa 40 euro per amatoriale, 350 per professionale. Quindi, se voglio vendere le mie foto devo avere l’assicurazione professionale. Quando si vola con un drone i nostri dati sono registrati e quindi le forze dell’ordine possono risalire a tutti i tracciati e percorsi di volo.

Lei è anche specializzato nell’utilizzo del modello geometrico tridimensionale BIM, la modellizzazione delle informazioni di costruzione che sta rivoluzionando la pianificazione, progettazione, costruzione e gestione di un’infrastruttura, un edificio (per esempio un recupero di un plesso storico) o la mappatura di intere zone geografiche. In cosa consiste questa tecnica?

Oltre alla passione per il video e la TV (ho dato il via alle trasmissioni di TAI44 con Marmo Cono), la mia attività è quella di geometra topografo specializzato in rilievi 3d GIS e BIM. Negli ultimi anni abbiamo sviluppato le tecniche di rilievo 3d, gli ultimi lavori sono il rilievo e la modellazione precisa 3d di 108 km di argine del Po nel Modenese. Abbiamo iniziato nel 2013 con la modellazione di piccoli oggetti archeologici e alcuni dei miei modelli fanno parte delle collezioni on line del Museo di Archeologia de Catalunya (MAC). Oggi con la produzione di modelli per l’ingegneria idraulica siano specializzati in rilievi di grandi porzioni di territorio e rilievo di grandi edifici con utilizzo di droni e lasercanner. Le nuove tecnologie denominate BIM consistono nel realizzare dei gemelli digitali di parti del territorio o di edifici, copie esatte da cui possiamo gestire previsioni, manutenzione, contabilità, sicurezza. Grazie all’ing. Arnaud abbiamo, ad esempio, ricostruito il modello Torrente Bormida nel tratto Astigiano che ha consentito di prevedere la piena del 2020 con diversi giorni di anticipo e con estrema precisione. Ovviamente facciamo anche ispezione di infrastrutture, tetti e ponti; banalmente verificare la copertura del tetto con un drone è molto più preciso, agevole e sicuro rispetto all’arrampicarsi.

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