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Attualità, Sport

Con cinque Drappi all’attivo è Moncalvo il Comune più vincente

Doppiette aleramiche negli anni 1988-1989 (Bucefalo) e 1994-1995 (Truciolo). A queste va aggiunto il trionfo del 2018 (Arri)

Risultati da record

E’ Moncalvo il Comune ad avere ottenuto più successi nella storia del nostro Palio dal 1967, anno della ripresa, ad oggi. Cinque i trionfi conquistati dal Comitato Palio aleramico, alla pari con Santa Maria Nuova e San Paolo. Primatista di vittorie è San Lazzaro, sei volte primo sul palo d’arrivo.
Moncalvo prese parte all’edizione d’esordio della corsa, nel 1967, con Rettore Giuseppe Maranzana, senza però riuscire a superare la batteria. Fu un’apparizione sporadica, poiché i biancorossi non presero più parte alla manifestazione fino al 1981.

Il rientro dopo una lunga assenza

Rientrarono sotto la forte spinta di un personaggio che avrebbe scritto pagine memorabili nella storia paliesca del suo Comune: Ercole Zanello. Il ritorno, nell’immediato, non fu caratterizzato da risultati eclatanti, con tre consecutive eliminazioni in batteria dal 1981 al 1983. Zanello era però un tipo tenace e battagliero. Coinvolse sempre più la popolazione e riuscì, gradualmente, facendo tesoro degli errori commessi nei primi tre anni di rettorato, ad allestire un’accoppiata di tutto rispetto nel 1984. Venne ingaggiato Antonio Casula, il “Moretto”, su Iris II, che non ebbe grandi problemi ad accedere alla finale grazie ad una batteria contrassegnata da una fuga a quattro fin dal primo giro: Costigliole, Torretta, Santa Maria Nuova e Moncalvo. Queste le accoppiate che acquisirono il diritto di giocarsi la conquista del Drappo. In finale “Moretto” partì fortissimo, condusse in testa per un giro ma subì poi l’attacco di Santa Maria Nuova e San Rocco che si contesero la vittoria. Furono i biancoverdi ad imporsi, mentre Moncalvo, alla sua prima storica finale chiuse in quarta posizione.

Inizia l'”escalation”

Fu la prima tappa di una formidabile “escalation”, in quanto l’anno successivo gli aleramici ci riprovarono con convinzione puntando su Sebastiano Deledda, detto Legno, affidandogli Iris II. Batteria condotta in scioltezza, ben gestita dopo una partenza eccellente. Moncalvo e San Secondo allungarono subito e mantennero le posizioni limitandosi a controllare il ritorno dei rivali. In finale “Legno” riprovò a fuggire alla caduta del canapo ma non ci riuscì, in quanto San Rocco e Tanaro diedero subito vita ad una sfida appassionante. Deledda lottò fino alla fine per la terza posizione, ma poco prima dell’ultima curva venne infilato da Viatosto (Spiga). Altro quarto posto per Moncalvo. Zanello ed il suo Comitato confermarono Iris l’anno successivo ma non Deledda, rimpiazzandolo con Renato Porcu. Quest’ultimo lottò da leone con Aceto in finale, impedendogli in pratica di raggiungere Canapino (Nizza) che trionfò. I biancorossi chiusero terzi. Il 1987 fece segnare il ritorno di Deledda, al quale venne affidata la promettentissima Aida. “Legno” andò in finale con sicurezza, ma qui si trovò a fare i conti con uno scatenato Massimino e la sua Akebat, che regalarono la prima storica vittoria a San Lazzaro. Piazza d’onore per i moncalvesi, con Zanello ormai ossessionato dall’andare a caccia del trionfo.

La doppietta del “Buce”

E così nel 1988 venne ingaggiato Maurizio Farnetani, reduce dalla vittoria senese nell’Aquila. Magistrale la partenza di “Bucefalo”, con un’infilata spettacolare subito dopo la mossa ai danni di “Bastiano” (Cattedrale). Il Palio diventò una sorta di apoteosi per Moncalvo: il fantino di Farneta su Aida (La Scodata) disegnò traiettorie perfette, alle sue spalle caduta della Cattedrale, il cui scosso mantenne la seconda posizione. Dopo essersi fatto la bocca buona, il Comitato aleramico andò alla caccia del bis immediato e sempre con Bucefalo e “La Scodata” lo centrò l’anno successivo (1989). Solita partenza bruciante di Farnetani e tutti gli altri ad inseguire. Santa Maria Nuova, col “Pesse”, tentò due volte il sorpasso al “Cavallone” ma Farnetani costrinse l’accoppiata rivale ad una traiettoria larghissima. Secondo Drappo conquistato da Moncalvo, che nel 1990, sempre con Zanello Rettore (passerà la mano nel 1994), chiuse in la quarta posizione con il fantino Guido Tommasucci, detto Bonito da Silva. Sesto posto nel 1991 con Angelo Depau su Turandot e terzo nel 1993 con Franco Casu, detto Spirito, su Chorcot.

Le “genialate” di Guarino

Il cambio di Rettore, avvenuto nel 1994, portò subito altri due Drappi in casa moncalvese. A Zanello subentrò un esperto di cavalli e di Palio, Gaetano Guarino, che si rivelò oculato stratega. A montare scelse Mario Cottone, detto Truciolo, il quale, ben conoscendo le caratteristiche della sua cavalla Rapsodia (capobranco e cavalla di testa per eccellenza), si lasciò scivolare dalla groppa della purosangue subito dopo la mossa sia nel 1994 che nel 1995. Due “genialate” che regalano altrettanti Palii a Moncalvo, lasciando con un palmo di naso gli infervorati Comitati cittadini. Guarino nel 1996 sostituì Cottone con Salvatore Lo Manto portando a casa l’acciuga. Il Rettore non riuscì nei Palii a venire ad accedere alla finale fino al termine del suo mandato (anno 2000).

Annate tormentate

A subentrargli fu Achille Raimondo, finalista nel 2001 con Giuseppe Sechi. Il fantino superò la batteria ma in finale cadde: il suo scosso chiuse al terzo posto. L’anno dopo toccò a Gigi Bruschelli far sognare gli aleramici: in finale una terribile caduta alla curva della mossa, fatale anche a San Paolo, impedì a “Trecciolino” di tagliare il traguardo. Seguirono annate in chiaroscuro: il testimone passò nel 2007 da Achille Raimondo a Diego Musumeci, che debuttò con un quarto posto (fantino Dino Pes). Dodici mesi dopo “Velluto” chiuse la finale in quinta posizione, mentre nel 2009 occupò il settimo posto. Musumeci si congedò nel 2012 con un quarto posto, fantino Andrea Coghe, dopo aver fallito l’approdo in finale nei due anni precedenti.

Un altro Raimondo, Filippo

Iniziò quindi l’era da Rettore di un altro Raimondo, Filippo, che esordì con un sesto posto affidandosi ancora alla monta di Andrea Coghe. Siamo nel 2013 e i due anni a seguire videro Moncalvo eliminato in batteria. Bisognerà attendere il 2016 per ritrovare gli aleramici in finale, con fantino l’astigiano Federico Arri: chiuderà in ottava posizione. Piazzamento confermato nell’edizione a venire, la prima con al canapo esemplari mezzosangue. Nella circostanza Arri corse con Portorose.

La vittoria di Arri

Il quinto Drappo venne conquistato dal Comitato biancorosso l’anno dopo: Filippo Raimondo ed i suoi diedero fiducia ad Arri per il terzo anno consecutivo e la loro scelta fu premiata. L’accoppiata aleramica Arri-Calliope da Clodia, con una prova di coraggio e generosità, si lasciò alle spalle i favoriti Cattedrale e Don Bosco, conservando sul palo d’arrivo circa una lunghezza di margine sui biancazzurri. Cinquina completata. Nel 2019, anno dei due Palii, nella corsa riservata ai Comuni Moncalvo montò l’“enfant du pays” Giacomo Lo Manto che però cadde già nel corso del primo giro. Con cinque Drappi all’attivo Moncalvo è, di gran lunga, il più vincente dei sette Comuni partecipanti all’evento settembrino, precedendo Nizza e Castell’Alfero (due vittorie) e, con un trionfo a testa, Canelli, Montechiaro, San Damiano e Baldichieri.

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