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Attualità

Con gli studenti dell’Artom
la casa domotica è a basso costo

Suonano alla porta di sera. L'anziano seduto sulla poltrona non risce a vedere attraverso la finestra e preferisce non aprire, allora contatta il figlio che verifica la situazione sul monitor,

Suonano alla porta di sera. L'anziano seduto sulla poltrona non risce a vedere attraverso la finestra e preferisce non aprire, allora contatta il figlio che verifica la situazione sul monitor, dato che i loro videocitofoni sono messi in rete. Oppure ancora, un pensionato vive da solo ma i figli preferiscono accertarsi che di notte le tapparelle siano chiuse e tutti gli interruttori spenti, controllando a distanza. Sono solo alcuni degli utilizzi che si prefigge di garantire il progetto di casa domotica dell'istituto tecnico "Artom", approvato dal Ministero nell'ottobre 2014 nell'ambito del bando "Promozione cultura scientifica" e che dovrebbe concludersi nell'aprile 2016.

Il progetto sta coinvolgendo studenti di tutti i corsi (elettrici, meccanici, ma soprattutto informatici). Nello specifico gli alunni delle classi V dello scorso anno scolastico si sono dedicati alla fase progettuale, mentre gli allievi delle classi terze e quarte attuali saranno impegnati nella fase realizzativa. A coordinare i ragazzi Michele Garofano, responsabile dell'Ufficio tecnico della scuola, e Mirella Torta, insegnante di Informatica, oltre a Pasquale Volontà, responsabile dell'Ufficio informatico della Provincia, che ricorda come la casa domotica abbia l'obiettivo di «ridurre il digital divide (divario digitale) anche nelle aree rurali della provincia, coinvolgendo quella fascia della popolazione che non utilizza internet e le nuove tecnologie».

«La nostra intenzione – aggiunge Garofano – è realizzare un progetto di casa domotica a favore delle fasce deboli della popolazione, siano esse disabili o anziane, per migliorare la loro qualità di vita. Il tutto a costi accessibili rispetto a quelli presenti attualmente sul mercato, molto elevati per il fatto che le aziende propongono "pacchetti" di servizi da unire e non una proposta che riguarda l'intera abitazione. Per fare ciò costruiremo il prototipo sfruttando le tecnologie già presenti, quali televisore, tablet, smartphone». Nei giorni scorsi è partito quindi il corso di formazione per studenti tenuto dalla Newtech di Castagnole Lanze, cui seguirà il ciclo di lezioni, tenuto dal CSP di Torino, dedicato alla progettazione di applicazioni (app) per gestire la domotica tramite smarphone, rivolto ai docenti che poi dovranno insegnare quanto appreso agli studenti. Nel frattempo è stato approntato a scuola, ma aperto al territorio, un laboratorio di casa domotica per la divulgazione del sistema tra la popolazione.

In una prima fase i ragazzi e i docenti si concentreranno, come detto, sulle esigenze delle fasce deboli, costruendo un prototipo di casa domotica che consenta di governare la casa (aprire le finestre, gestire il riscaldamento e il videocitofono) da seduti. Ma, in futuro, non escludono di dedicare la loro attenzione alla gestione della casa a distanza, semplificando la vita quotidiana ai pendolari che lavorano molto lontano dall'abitazione, e al telelavoro. «Il problema – conclude Garofano – è che abbiamo ottenuto dal Ministero meno della metà dei fondi richiesti, per cui vedremo come riuscire a realizzare il tutto». Il progetto è realizzato in partenariato con Amministrazione provinciale, Comunità collinare Valtiglione e dintorni (dove verrà realizzato un secondo laboratorio), Csp di Torino e Newtech di Castagnole Lanze.

Elisa Ferrando

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