Fra gli obiettivi la sperimentazione locale dell’innovativo progetto “Villaggio diffuso” come nuovo strumento per sviluppare politiche innovative locali.
Il progetto nasce sulla scia dell’”Albergo Diffuso”, già realizzato a livello nazionale, quella realtà che con lo stesso soggetto giuridico può aprire diverse attività (ricettive, ristorazione, intrattenimento, sportive) da localizzare in luoghi diversi dello stesso Comune.
«L’attuale amministrazione comunale – sottolinea il sindaco Umberto Fasoglio – sposa totalmente visione e progetto per sperimentarlo e realizzarlo sul nostro territorio avendo anche l’obiettivo di renderlo in futuro una vera e propria legge regionale prima e nazionale poi».
Verrà attivato un tavolo tecnico con Suap e Asl per studiare specifici regolamenti con cui avviare la sperimentazione e un altro tavolo con gli attori locali e sopracomunali pubblici e privati per coordinare e sviluppare le attività.
Intanto proseguendo la sua azione, Alberto Marchetti ha acquistato la Dolciaria Fontana, storica azienda di Chivasso, produttrice dei famosi nocciolini. La loro creazione risale al 1810, quando il mastro pasticcere Giovanni Podio unì nocciole, zucchero e albume nel giusto dosaggio, ricavando l’impasto per questi dolci dal sapore unico e inconfondibile. Nel 1904 il genero Nazzaro registrò il brevetto col nome di “noasetti”. Furono portati alle esposizioni universali di Parigi del 1910 e di Torino del 1911. Successivamente abbandonarono la confezione di latta per il tradizionale sacchetto color rosa con raffigurato il duomo di Chivasso. Vittorio Emanuele III inserì la ditta tra i fornitori ufficiali di Casa Savoia. In epoca fascista il nome straniero dovette essere modificato nell’italiano “nocciolini”. Nel 1965 il Caffè della Posta, famoso per i nocciolini, perse tragicamente il proprio pasticcere e la produzione venne ceduta a Roberto e Mariella Fontana.
«Sono sempre stato affascinato dalle cose buone – afferma Marchetti – e sin da bambino ho amato i nocciolini di Chivasso. Entrare oggi a far parte della loro storia mi riempie di orgoglio. Tradizione, genuinità, rispetto delle cose fatte come una volta sono principi che ho sempre cercato di portare nelle mie attività».