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Consegnati i primi ortialle famiglie in difficoltà
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Consegnati i primi orti
alle famiglie in difficoltà

L’idea è molto semplice quanto utile: affidare a nuclei famigliari in difficoltà, dove non ci sono redditi certi o dove il capofamiglia ha perso il lavoro, un appezzamento di terreno, circa 40 mq, per coltivarlo e beneficiare così di ortaggi e frutta fresca da portare in tavola. Entrambe le famiglie che hanno ottenuto l’orto sociale hanno raccontano la loro esperienza in Italia, la difficoltà nel trovare lavoro ma anche di essere felici per questa bella opportunità

Una famiglia di origini indiane (con un bimbo di appena un anno e mezzo), e un’altra proveniente dall’Albania (con due figli piccoli) sono state scelte per il primo esperimento di “orto sociale” che il Comune ha attivato in collaborazione con la San Vincenzo de’ Paoli (San Domenico Savio).

L’idea è molto semplice quanto utile: affidare a nuclei famigliari in difficoltà, dove non ci sono redditi certi o dove il capofamiglia ha perso il lavoro, un appezzamento di terreno, circa 40 mq, per coltivarlo e beneficiare così di ortaggi e frutta fresca da portare in tavola. Si tratta di un progetto che per certi versi riprende l’iniziativa di affidare orti di proprietà del Comune agli anziani che ne fanno richiesta (250 tra la Torretta, San Quirico e località Carretti). Per i pensionati, oltre ad esserci un ritorno economico dato dai prodotti che loro stessi coltivano, è soprattutto un modo per tenersi occupati passando del tempo in compagnia. Per le famiglie disagiate cui viene affidato l’orto sociale si tratta, invece, di un importante aiuto per il sostentamento.

«Prevediamo di destinare del 2014 un centinaio di altri orti per questo progetto ampliando la convenzione con la San Vincenzo – spiega l’assessore ai Servizi Sociali Piero Vercelli – L’assegnazione avviene in modo condiviso dopo le opportune verifiche sulle condizioni economiche delle famiglie destinatarie. Se il reddito dei beneficiari dovesse cambiare l’orto passerebbe ad un altro assegnatario». Nel progetto è stata coinvolta l’Unità Operativa Anziani. «Si tratta di orti recintati – spiega la responsabile Elena Rosina – tutti dotati di luce, acqua e identificati da un numero. Sono terreni molto fertili che, se coltivati a dovere, danno una buona produzione di generi alimentari».

Entrambe le famiglie che hanno ottenuto l’orto sociale hanno raccontano la loro esperienza in Italia, la difficoltà nel trovare lavoro ma anche di essere felici per questa bella opportunità concessa dall’amministrazione comunale. «Noi diciamo sempre che è meglio insegnare a pescare che regalare un pesce ed è anche con questo spirito che vediamo l’utilità del progetto – commenta Liliana Pentore, presidente della Conferenza di San Vincenzo, parrocchia di San Domenico Savio – Diciamo che lo vediamo come un investimento per il futuro perché se le famiglie girano bene tutto il resto gira bene».

Riccardo Santagati

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