I consiglieri comunali Quaglia, Anselmo, Bosia e Malandrone chiedono chiarezza e interpellano il sindaco due volte
Chiarezza. E’ quanto chiedono al sindaco Rasero e all’assessore alla sanità Cotto i consiglieri di opposizione Angela Quaglia, Michele Anselmo, Mauro Bosia e Mario Malandrone circa la portata dei contagi, ricoveri, decessi all’ospedale e nelle RSA a causa del Coronavirus. Chiarezza per quanto riguarda gli ospiti, la maggioranza dei quali appartenenti alla fascia più fragile della popolazione, ma chiarezza anche sui numeri degli operatori contagiati.
I consiglieri comunali avevano chiesto al sindaco, il 28 aprile, tramite un’interpellanza di rivolgersi all’Asl per avere questi dati e quindi capire la portata della pandemia nelle strutture della città. L’Asl ha risposto con un documento protocollato in Comune l’8 maggio, ma i consiglieri hanno dovuto attendere fino al 28 maggio, 20 giorni dopo, per leggere la risposta scritta. «Come dev’essere interpretato un così grave ritardo? – commentano – Sindaco e assessore hanno studiato la risposta dell’Asl per 20 giorni? Hanno avuto difficoltà nell’analizzare i dati e nel comprenderli? O, semplicemente, hanno deliberatamente voluto trasmettere la risposta in ritardo?».
I numeri delle RSA di Asti
Nella risposta dell’Asl si legge che, all’8 maggio, erano 72 i dipendenti risultati positivi al Covid: 19 medici e 53 infermieri (ma anche 16 Oss). 18 risultavano guariti e rientrati in servizio e solo 8 hanno avuto necessità di ricovero di cui uno finito in rianimazione. Nella risposta, firmata dal Commissario straordinario dell’Asl AT Messori Ioli, si riportano anche i numeri delle RSA: la Casa di Riposo “Città di Asti”, sempre in data 8 maggio, ha avuto 23 ospiti positivi al Coronavirus (213 negativi) 3 dipendenti positivi (99 negativi); la Clinica San Giuseppe 22 ospiti positivi (5 negativi) 12 dipendenti positivi (19 negativi); l’RSA San Giuseppe 50 ospiti positivi (13 negativi) 14 dipendenti positivi (11 negativi); l’RSA Marello 1 ospite positivo (136 negativi) e nessun dipendente positivo (61 negativi); l’Opera Pia Tellini 44 ospiti positivi (13 negativi) 6 dipendenti positivi (20 negativi); Casa Mia 2 ospiti positivi (92 negativi) e nessun dipendente positivo (63 negativi).
Per quanto riguarda i positivi accertati, l’Asl fa presente che la Casa di Riposo “Città di Asti” ha registrato 12 asintomatici/paucisintomatici, 9 deceduti in ospedale, 1 ricoverato e 1 deceduto in struttura; la clinica San Giuseppe 15 asintomatici/paucisintomatici, 2 ricoverati in ospedale e 5 deceduti in struttura; la RSA San Giuseppe 43 asintomatici/paucisintomatici e 7 ricoverati in ospedale; la RSA Marello 1 asintomatico/paucisintomatico; l’Opera Pia Tellini 40 asintomatici/paucisintomatici, 3 deceduti in ospedale e 1 ricoverato al Massaia e Casa Mia 1 deceduto in ospedale e 1 ricoverato nello stesso.
Ma dopo l’8 maggio?
Questi i dati all’8 maggio, ma dopo? E’ passato un mese e come si è evoluta la situazione? I consiglieri comunali Quaglia, Anselmo, Bosia e Malandrone non accettano quello che considerano un ritardo nella risposta e, come da loro facoltà, tornano alla carica con una nuova interpellanza ricordando che l’Asl non ha fornito dati dell’evoluzione della malattia per il personale contagiato nelle strutture. Si chiede, inoltre, di chiarire meglio cosa si intenda per “paucisintomatici” riferiti alla popolazione anziana: «Il paucisintomatico è un paziente con sintomi molto modesti – spiegano i consiglieri – Le informazioni fornite dall’Asl lascerebbero intendere che tutti gli ospiti contagiati, non ricoverati in ospedale e non deceduti nello stesso, o nelle strutture, abbiano avuto un decorso talmente lieve da non richiedere assistenza specifica. Ma è davvero così? Non vi è stata necessità di un supporto medico assistenziale, di ossigeno terapia, etc.?» Infine i consiglieri si domandano quali possano essere le cause delle profonde differenze nei contagi da una RSA all’altra.
«Quali interrogativi – concludono i consiglieri – si sta ponendo l’Asl di Asti sulla qualità della prevenzione del contagio, sulla qualità dell’assistenza, sull’adeguatezza della presa in carico degli anziani e sulla tutela del personale nelle diverse strutture? E a quali conclusioni sono giunti il sindaco Rasero e l’assessore Cotto?»