Lavoro “di rete”, con scuole e associazioni, attenzione alla qualità tecnica degli impianti di videosorveglianza, ma anche la proposta di dare vita a un protocollo d’intesa per il “controllo del vicinato”. Queste le proposte del Prefetto Claudio Ventrice, intervenuto ieri nella sala consiliare del municipio nicese insieme alle altre autorità e sindaci del territorio per la riunione Comitato Provinciale Ordine e Sicurezza Pubblica. Ad aver sollecitato l’incontro era stato il sindaco Simone Nosenzo, anche a seguito della recente rissa tra giovanissimi ripresa e diffusa via social.
«Iniziative di Controllo del Vicinato possono essere molto utili, perciò siamo disponibili a metterle a punto insieme – ha commentato Ventrice – Non parliamo di ronde, ma di coordinatori che abbiano l’incarico di segnalare eventuali litigi nelle piazze oppure movimenti sospetti». Al primo cittadino nicese, un invito a essere parte attiva nel coinvolgimento del tessuto sociale, anche per prevenire momenti di degrado: «Mi spiace che in una bella cittadina, in un territorio di eccellenza, si possano verificare simili episodi. Sicuramente ci metteremo del nostro per quanto riguarda le forze di polizia».
Alcune criticità pratiche sono emerse sul tema della videosorveglianza, sollevate da Paolo Lanzavecchia, sindaco di Canelli: «Purtroppo i bandi permettono l’acquisto delle telecamere, ma la manutenzione è interamente a nostro carico». Sul tema invece del “controllo di vicinato”, il collega di Castel Boglione, Gianfranco Bossi, ha portato un esempio già in funzione: «Siamo un piccolo paese, ma la maggior parte delle nostre famiglie è nel gruppo di Whatsapp. Le segnalazioni di eventuali auto o visitatori sospetti è di solito immediata».
Dal Questore Sebastiano Salvo, la disponibilità delle forze dell’ordine per momenti di formazione, nonché ipotesi tecnologiche riguardo ai sistemi di videosorveglianza: «Mettere in connessione tutti i dati, come in Lombardia, potrebbe rivelarsi molto utile». Riguardo alla rissa nicese e ai diretti protagonisti, ha segnalato come tra i provvedimenti per i diretti interessati potrebbe esserci l’interdizione a locali o aree specifiche. Infine, una proposta: «Si potrebbero mandare anche sul territorio provinciale i reparti di prevenzione crimine».