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Coppo: «L’ordine pubblico compete alla Prefettura, ma sui roghi in via Guerra valutiamo nuove azioni»

Il nuovo assessore alla Sicurezza e all’Ambiente parla dei roghi in via Guerra e apre la discussione sull’ipotesi di creare più energia dai rifiuti

Vicesindaco, assessore all’Urbanistica e al Commercio nella precedente giunta, Marcello Coppo (Fratelli d’Italia) è stato confermato nel secondo esecutivo di Rasero, ma alla Sicurezza, Polizia municipale, Protezione Civile, Controllo di Vicinato, Periferie e Ambiente.

Un cambio sostanziale per lei, ma anche per Fratelli d’Italia che si occuperà di settori di solito della Lega.

Sono deleghe che toccano nel vivo la popolazione rispetto a quelle che avevo prima. Con le precedenti deleghe ho però ottenuto molti risultati importanti con delle innovazioni, come lo spostamento del mercato di cui si parlava da 30 anni, oppure la presentazione telematica delle pratiche all’Urbanistica o il razionamento dell’acqua relativamente ai campi nomadi. La Lega ha espresso la volontà di prendere l’Urbanistica, ma ritengo che posso lavorare bene su questi settori, davvero impegnativi.

La Sicurezza è integrata e non dipende solo dal Comune: ci sono le forze dell’ordine e la Prefettura, ognuno con la sua parte. Però, di solito, quando succede qualcosa viene chiamato in causa il sindaco sebbene abbia un ruolo marginale nella gestione della sicurezza.

Mutuo le parole del nuovo prefetto: “l’ordine pubblico è competenza della prefettura e delle forze dell’ordine e non del Comune”. L’Ente può fare delle segnalazioni che più sono specifiche, precise e corroborate da mezzi istruttori, meglio è. Però non è compito nostro fare la polizia giudiziaria e raccogliere prove. Noi segnaliamo le criticità e ognuno dovrà fare il suo. Con questo non è che la collaborazione non aiuti. Mi sono sentito quel questore perché dobbiamo posizionare nuove telecamere e abbiamo definito di fare un incontro tecnico per capire dove sarebbe meglio girarle per aiutare le forze dell’ordine. Altro aspetto è quello relativo ai turni e alle aree coperte della polizia municipale. Ho chiesto al comandante Saracco di darmi una piantina per analizzare le zone coperte o non coperte e se sia possibile coprire maggiormente quelle che non lo sono, magari con pattuglie a piedi come abbiamo fatto nella zona di piazza Marconi. Anche un passaggio dell’autopattuglia sulle frazioni può aiutare e questo perché molte volte i problemi non vengono segnalati. La gente scrive sui social o ai giornali, ma è meglio informare anche il Comune.

In questi giorni sono state tante le segnalazioni di nuovi roghi nei pressi del campo rom. Un fenomeno noto a tutti, dal Comune alle forze dell’ordine, ma che non si riesce a risolvere. Perché?

Quando siamo arrivati nel 2017 i roghi erano molto più numerosi: da 80 roghi all’anno siamo passati a 24 nel 2021. Questo è dovuto all’attività che già è stata fatta su quella zona dove gli occupanti senza titolo, già residenti nel campo nomadi, sono passati da 252 a 76. Però non è detto che i roghi siano fatti da quelli che abitano lì. Ma se non c’è una protesta a riguardo da parte di chi vive nel campo è ovvio che qualche dubbio sorge. Abbiamo chiesto al Tavolo della Sicurezza, convocato dalla prefettura, di poter fare un presidio fisso, ma la polizia municipale non ha gli uomini per organizzarlo da sola e le forze dell’ordine dovrebbero metterci i loro. Purtroppo non hanno l’organico pieno e quindi non lo possono fare. C’è stata anche una richiesta al Ministero per avere rinforzi temporanei, ma la risposta è stata che non darebbe i risultati sperati. Questo, in ogni caso, non è un’alzata di mani perché ci sono ipotesi che stiamo valutando. Ipotesi che per essere eseguite necessitano di un po’ di discrezione.

Come si approccia alla delega sulle Periferie?

È una delega particolare che va costruita, perché non c’era. Punta a un coordinamento di quello che già esiste perché, certe volte, mancano solo le sinergie tra gli uffici a proposito di quello che si fa in una determinata zona.

Asti non ha una sua Protezione Civile, ma affida il servizio a un’associazione. Da nuovo assessore intende intervenire per sanare questa mancanza?

Avere un’organizzazione interna e sapendo già come operare può aiutare. Dobbiamo però pianificare, al netto del Piano di protezione civile che già c’è ed è aggiornato nel caso, speriamo di no, dovesse succedere qualcosa.

L’Ambiente è un settore strategico con le sue priorità. Pensa che sia giunto il momento di parlare di termovalorizzatore?

La priorità adesso è l’estensione della raccolta verticale dei rifiuti. Poi di certo dobbiamo ragionare sulla possibilità di avere dell’energia rinnovabile prodotta sul territorio. Dobbiamo capire come le comunità energetiche possano creare energia da quello che già hanno. Quindi nulla vieta che si possa utilizzare una tecnologia, che non è un termovalorizzatore, per una rigenerazione di rifiuti che produca energia con un impatto ambientale negativo. E questo lo dico come assessore all’Ambiente, come presidente del CBRA, ma anche come padre di famiglia.

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