L’annata corilicola 2024 sta pagando, con una importante riduzione della resa e una cascola precoce, gli effetti climatici di una stagione primaverile ed estiva tutt’altro che favorevole. Sebbene la raccolta non sia ancora terminata, si stima una riduzione della produzione fino al 90%. A fare il punto sull’astigiano, sotto l’aspetto fenologico, agronomico e fitosanitario, è il Responsabile Tecnico Coldiretti Asti Antonio Bagnulo (foto).
“Siamo reduci da due annate siccitose molto critiche, aggravate da un 2024, invece, eccessivamente piovoso” premette Bagnulo. “In particolare, la frequenza degli eventi piovosi è stata molto intensa tra il mese di marzo e fine giugno, compromettendo la delicata fase di allegagione, che avviene tra metà/fine maggio e inizio giugno. A gravare ulteriormente su una condizione, di per sé, già particolarmente compromessa, sono stati anche la carenza di luce e gli squilibri termici. Il tutto, ha comportato una minor impollinazione”.
La cascola precoce è, infatti, la naturale conseguenza di una mancata o compromessa allegagione. “Già a fine giugno le nocciole si sono presentate con macchie scure e con un seme piccolo o assente, immerso in tessuto marcescente spugnoso. L’arrivo del caldo di fine luglio ha fatto il resto, determinando una cascola decisa e copiosa”.
Dal punto di vista fitosanitario, invece, non sono state rilevate particolari preoccupazioni. “In collaborazione col Coordinamento regionale dei tecnici corilicoli abbiamo seguito la fase di monitoraggio mediante frappage, per certificare la situazione reale nei noccioleti” prosegue il Responsabile Tecnico astigiano. “Malgrado la contenuta impennata di Cimici, avvenuta in concomitanza con l’avvio delle trebbiature, i campioni analizzati non hanno denotato particolari situazioni di preoccupazione. Nei campioni analizzati è risultata maggiormente consistente la presenza di Gonocerurs (cimice del nocciolo) e di Palomena, rispetto alla Cimice asiatica. Effettuare il frappage è così ritornato utilissimo per contrastarne la diffusione, attraverso le indicazioni di difesa mirate fornite dai tecnici Coldiretti”.
Di fronte ad annate come questa, dunque, ciò che resta è la prevenzione a livello agronomico. “Finita la raccolta, occorre prevedere interventi di concimazione organica equilibrata e, ad avvenuta caduta fogliare, è necessario provvedere ad operazioni di mondatura e di pulizia delle piante” suggerisce il responsabile tecnico di Coldiretti Asti. “Laddove si sono presentate situazioni di Mal dello stacco (Cytospora corylicola) si rende necessario eliminare le pertiche ammalate o rinnovare le piante totalmente compromesse. Necessario, inoltre, intervenire anche sulle piante affastellate con troppo lussureggiamento della vegetazione, quindi, aprendole e svasandole per fare entrare più luce e favorirne l’allegagione”.
Infine, particolare attenzione va riservata alla concimazione primaverile. “Sono da evitarsi concimazioni azotate troppo spinte, che arrecano disordine fisiologico, tanto più, in presenza di eventi piovosi, con gli apici che richiamano gli elementi nutritivi a discapito del frutto” conclude Bagnulo. “Con la stessa attenzione, occorre intervenire con i microelementi come Boro e Zinco, che favoriscono la fruttificazione”.