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Attualità

Coronavirus: 3 alessandrini ricoverati all’ospedale di Asti

La Regione: “Non è più possibile ricondurre i contagi a focolai accertati” – Si attende la risposta del Governo per le nuove restrizioni

Coronavirus: all’ospedale i primi malati da fuori provincia

E’ stata confermata poco fa dall’Asl di Asti la presenza, tra i ricoverati per Coronavirus all’ospedale Cardinal Massaia, di 3 persone dell’Alessandrino. La notizia, almeno per uno di loro, era stata data ieri, durante un’intervista al Piccolo, dal sindaco di Casale Monferrato Federico Riboldi.

Salgono così a 20 i pazienti positivi al Covid-19 trattati all’ospedale di Asti: 7 in terapia intensiva, gli altri nel reparto infettivi. Sono invece 47 i positivi al Coronavirus in tutta la provincia di Asti che salgono a 221 su tutto il territorio regionale.

Iniziata la riorganizzazione degli ospedali

Se la situazione negli ospedali non è affatto semplice, ciò che ci aspetta nel prossimo futuro potrebbe essere un giro di vite delle misure restrittive per tentare di limitare l’epidemia. Il presidente della Regione Alberto Cirio ha scritto al premier Conte per chiedere di valutare ulteriore provvedimenti restrittivi e, in particolare, si pensa alla chiusura di tutti gli impianti sportivi, le piscine, i palazzetti, le palestre, pubbliche e private.

«Abbiamo rappresentato al Governo la situazione di difficoltà del Piemonte, – spiega l’assessore alla Sanità Luigi Icardi – non vogliamo compiere fughe in avanti, ma è necessario prendere atto che nella nostra regione non è più possibile ricondurre i contagi a focolai accertati. In questo caso, la norma prevederebbe l’applicazione delle stesse disposizioni riservate alle zone con focolai autoctoni (come la “zona gialla” in Lombardia). Attendiamo al più presto una risposta dal Governo».

Quanto alla disponibilità di posti letto da dedicare ai pazienti affetti da Coronavirus, l’assessore osserva che si stanno attrezzando tutti gli ospedali strutturalmente idonei a ricavare uno o più reparti da destinare all’emergenza, in modo da evitare il più possibile la “movimentazione turistica” dei pazienti verso i “Covid Hospital”.

«Secondo la letteratura scientifica – continua Icardi – ad ogni posto di rianimazione, corrispondono 5 posti di ventilazione e 20 di ricovero ordinario. Su questo paradigma, stiamo riorganizzando la rete ospedaliera di emergenza, con l’obiettivo di mantenere i pazienti affetti da coronavirus sul territorio, avendo in questo modo a disposizione complessivamente un maggior numero di posti letto rispetto alla soluzione dei soli “Covid Hospital”».

Nuove assunzioni nella Sanità

La Regione fa sapere che da lunedì inizieranno le operazioni di assunzione di nuovi medici, infermieri e operatori socio sanitari per rafforzare la risposta del Servizio sanitario regionale all’emergenza. A questo scopo, presso l’Unità di crisi, è stato istituito un Ufficio acquisizioni risorse umane, che provvederà anche all’attivazione del reclutamento degli specializzandi delle Scuole di Medicina dell’Università degli Studi di Torino e del Piemonte orientale, con le quali è stata predisposta una convenzione, approvata nella seduta di Giunta di venerdì 6 marzo.

«Stiamo inoltre predisponendo – continua Icardi – un sistema di premialità per il personale che in questi giorni, con grande professionalità e senso del dovere, è impegnato in prima fila nel fronteggiare l’epidemia».

Gli acquisti di dispositivi e altre attrezzature

Sempre dalla Regione spiegano che è stato messo a punto un nuovo meccanismo centralizzato di acquisto del materiale necessario alle strutture sanitarie piemontesi per la gestione dell’emergenza. Nell’Unità di crisi è operante da oggi un Ufficio Acquisti Beni e servizi. Due gli obiettivi primari: dotare il personale delle necessarie misure di protezione e potenziare le terapie intensive. Sul primo fronte  sono già in via di distribuzione alle aziende sanitarie 33.000 mascherine ffp2 e ffp3, 1.000 fra camici e tute impermeabili, un migliaio di visiere, altrettanti calzari, 80.000 guanti. Sul fronte delle terapie intensive, sono stati acquistati 5.000 caschi cpca, 120 fibroscopi monouso e 100 pompe-siringhe. È inoltre in fase di acquisto una prima tranche di 30 ventilatori polmonari.

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