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Corsivo - Il sergente Chiamparino va in guerra?
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Corsivo – Il sergente Chiamparino va in guerra?

Il sergente maggiore della Regione Chiamparino, ammonendo quei sindaci piemontesi, tra cui il commilitone Brignolo, intenzionati a ricorrere al TAR contro la delibera sulla riforma Sanitaria, dice che

Il sergente maggiore della Regione Chiamparino, ammonendo quei sindaci piemontesi, tra cui il commilitone Brignolo, intenzionati a ricorrere al TAR contro la delibera sulla riforma Sanitaria, dice che “una pubblica amministrazione in lite non fa accordi”. E, usando termini da fanteria, aggiunge che, o si ragiona dal punto di vista politico, oppure “a la guerre comme a la guerre”. Certo, Chiamparino non avrebbe potuto citare Rambo (“non ho iniziato io questa guerra, ma sarò io a finirla”) perché, sfortunatamente, è stato proprio lui ad innescare la rivolta degli astigiani contro una riforma sulla quale non c’è stato alcun confronto, né mediazione, ma solo una notifica calata dall’alto. Chiamparino sembra aver quindi lanciato un ultimatum: nessun accordo con chi si ribella mentre, mandando ambasciatori in pace e tenendo i ricorsi nel cassetto, potrebbero esserci delle concessioni. Quali? Nessuno lo sa. A noi fa sorridere che il reggimento in cui milita Chiamparino si faccia chiamare Partito Democratico in quanto la decisione sulla Sanità di “democratico” ha ben poco, almeno agli occhi degli astigiani. Magari, ed è solo una supposizione, per il sergente maggiore Chiamparino i cittadini di Asti hanno frainteso la bontà di questa operazione che toglie servizi ad un ospedale dalle grandi eccellenze alla faccia  dei moltissimi soldi (pubblici) spesi per costruirlo. In effetti ci vuole un po’ per dare un senso a decisioni che sembrano esserne prive, ma il sergente maggiore Chiamparino deve aver pazienza perché gli astigiani sono persone che diffidano sempre delle cose che non conoscono. Strano che non lo sappia, avendone nominato uno nel suo esecutivo ed essendo lui stesso, per discendenza materna, legatissimo al nostro territorio come non fa che ripetere ogni volta che gli si presenta l’occasione. C’è ancora un po’ di tempo per rivedere quella decisione in pace, senza andare “a la guerre” e senza scomodare giudici del TAR già in molte faccende affaccendati. Sergente maggiore Chiamparino: ritiri le truppe, deponga la delibera di guerra e riconosca all’ospedale di Asti la valenza che ha per la salute di tutti. Altrimenti lo scontro in tribunale sarà inevitabile e combattuto fino alla fine. Questa non è Sparta, questa è Asti!

Riccardo Santagati

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