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Attualità
Il caso

Corso di laurea in Infermieristica, calo di iscritti in Piemonte

Le domande sono inferiori ai posti disponibili – Il sindacato Nursind: «La professione non è appetibile a differenza di altri percorsi in ambito sanitario»

In Piemonte il corso di laurea in Infermieristica conta 1.175 posti disponibili, ma per quest’anno accademico le domande di partecipazione ai test di ingresso sono state 1.052, ovvero 123 in meno. Tutte le sedi registrano il segno negativo, tranne quelle di Città di Torino e Città della salute, sempre nel capoluogo. Al Polo universitario astigiano, nello specifico, sono state accolte 74 domande per 76 posti disponibili (uno dei risultati meno negativi). Il test di ingresso a livello regionale si è svolto il 5 settembre e i risultati verranno resi noti il 23. Chi non viene ammesso può attendere la successiva riassegnazione delle domande che segue alla conferma delle iscrizioni da parte dei promossi, riassegnazione che diventa sicura quando i posti a disposizione sono superiori al numero di domande.

Le parole di Francesco Coppolella

«La scarsità di richieste di iscrizione – evidenzia Francesco Coppolella, segretario regionale del sindacato Nursind – è aggravata dalla percentuale abbastanza consolidata di coloro che abbandoneranno il percorso di studi, specie durante il primo anno, solitamente pari al 10%».
Il sindacato sottolinea come siano molto più appetibili tra i giovani altri percorsi tra le professioni sanitarie. Ad esempio, il corso di laurea in Fisioterapia conta 131 posti disponibili a fronte di 1.130 domande di ammissione; il corso da dietista 20 posti disponibili per 152 domande di ammissione. «Anche tra i tecnici di radiologia e di laboratorio – continua Coppolella – le domande sono molto piu alte dei posti disponibili. Tutto questo nonostante la professione infermieristica offra oggi, rispetto alle altre, ampi margini di occupazione».
La preoccupazione del sindacato è elevata. «A fronte di questa situazione – indica – ci poniamo ulteriori domande. Tra coloro che porteranno a termine il percorso di studi, quanti sceglieranno di lavorare nel servizio sanitario pubblico e quanti in ambito privato, allettati da condizioni di lavoro migliori e maggior guadagni? Quanti decideranno di restare in Piemonte e quanti sceglieranno di andare all’estero nelle regioni italiane che stanno investendo sull’aumento dei salari? Un dato è certo: nella nostra regione il numero di uscite, per pensionamenti o dimissioni precoci, peraltro sempre in aumento, sarà decisamente maggiore rispetto agli ingressi. Avremo molti meno infermieri, con una ricaduta negativa sui servizi».

Le richiste alla Regione Piemonte

Da qui le richieste alla Regione Piemonte. «Chiediamo pertanto, a fronte di una politica nazionale che non se ne occupa – continua – che la Regione Piemonte istituisca una commissione o una unità di crisi sulla questione infermieristica. Serve incidere sui salari e sulle condizioni di lavoro, investendo risorse economiche e mettendo in atto interventi strategici e organizzativi. Servono inoltre campagne promozionali e agevolazioni per gli studenti, incentivando i giovani ad intraprendere questo percorso».
Dopo l’allarme lanciato a livello regionale, interviene anche il segretario territoriale di Nursind Asti, Gabriele Montana.
«Il nostro sindacato – sottolinea Montana – non abbasserà mai la guardia. Auspichiamo che alle dichiarazioni in Regione, in risposta al nostro appello, seguano quanto prima i fatti».

La situazione ad Asti

A precisare la situazione di Asti la segreteria del Polo universitario, dove sono attivi il corso di laurea triennale in Infermieristica, con 255 iscritti; il corso di laurea magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche, attivato lo scorso anno accademico con 25 posti, che saliranno a 35 quest’anno; e due master (Assistenza infermieristica di famiglia e comunità e Assistenza infermieristica in terapia intensiva e di Pronto soccorso).
«Il corso di laurea triennale – affermano dalla segreteria – conferma il trend di iscritti degli anni accademici precedenti. Sono 74 le matricole di prima scelta su 76 posti disponibili per questa sede. Per prima scelta si intende che, delle tre opzioni previste al momento dell’iscrizione, Asti risulta la sede scelta per prima. C’è quindi da tenere conto della possibilità di seconde scelte indicate dagli studenti per questo polo che potrebbero perfezionare l’iscrizione ad Asti in una fase successiva, aumentando il numero di matricole».
«Il corso astigiano – sottolinea il presidente del Polo universitario astigiano, Mario Sacco – mantiene comunque punti di forza rispetto ad altre sedi.
In primo luogo le due aule tecnologiche realizzate nel periodo della pandemia. Una ha consentito le lezioni a distanza e ancora oggi rappresenta un ausilio di studio fondamentale per gli iscritti. La seconda – continua – è un laboratorio tecnologico fornito di manichini hi-tech di ultima generazione utilizzati per le lezioni interattive, in quanto simulano l’attività di un infermiere impegnato nelle operazioni in corsia. Due risorse che rendono innovativo il corso offerto dal Polo astigiano».

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