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«Così favoriamo l’inclusione di chi è affetto da autismo»

Presentati i menu in Comunicazione aumentativa alternativa che sono stati consegnati alla due caffetterie che hanno aderito all’iniziativa

Si è svolto giovedì scorso, a FuoriLuogo, l’evento conclusivo del progetto “Adesso scelgo io”, realizzato dall’Associazione Missione Autismo con il contributo del Bando Charity FAB. L’obiettivo era favorire l’inclusione sociale e la vita indipendente di bambini e ragazzi affetti da autismo.
Durante l’incontro l’associazione ha consegnato i menù in Caa (Comunicazione aumentativa alternativa) ai due esercizi commerciali cittadini che hanno aderito all’iniziativa: la Caffetteria Astense, all’interno di FuoriLuogo, e la Cremeria Alfieri in piazza Alfieri. Va ricordato, a questo proposito, che la Comunicazione aumentativa alternativa permette di comunicare attraverso forme di espressione differenti rispetto alla lingua parlata, utilizzando immagini, foto e simboli che mirano ad aumentare le possibilità (aumentative) e a compensare (alternative) difficoltà di comunicazione e di linguaggio verbale.
«E’ stato impegnativo realizzare questo progetto – ha esordito Paola Bombaci, presidente dell’associazione – che rappresenta comunque solo un piccolo pezzo della grande progettualità portata avanti dalla nostra associazione, in collaborazione con altre realtà e altri enti, per abbattere barriere di comunicazione».

I menu

I menu Caa sono quindi il primo passo verso un cambiamento culturale per creare una società più inclusiva. «Non è stato un lavoro fatto con i ragazzi – ha sottolineato Bombaci – ma per i ragazzi».
Si tratta, in pratica, di menù colorati e interattivi che accolgono oltre 230 immagini.
Per realizzarli i volontari dell’associazione, con il supporto degli operatori, hanno fotografato tutte le offerte dei due locali, stampato, catalogato e plastificato le immagini che, incollate su velcro, sono state inserite in un raccoglitore ad anelli. Le immagini possono quindi essere staccate e posizionate in un’apposita pagina. In questo modo i ragazzi con difficoltà, ma anche gli stranieri o i bambini più piccoli, hanno la possibilità di scegliere da soli il proprio ordine. «Nella frequentazione di locali pubblici come bar, ristoranti o pizzerie – ha aggiunto Mirella Esperte, terapista ABA e coordinatrice del progetto – ci siamo resi conto che le difficoltà dei ragazzi venivano amplificate ed era chiaro che fosse difficile, per loro, scegliere da soli cosa ordinare». Da qui l’idea di costruire uno strumento ad hoc che potesse aiutarli.
«Il lavoro è stato piuttosto lungo – ha aggiunto Esperte – dapprima abbiamo mappato i locali selezionandoli in base agli spazi, al rumore e alla tipologia del menù, poi ne abbiamo contattati cinque, di cui solo la Caffetteria Astense e la Cremeria Alfieri hanno accettato».
Mettersi nei panni degli altri, quindi, per abbattere ogni tipo di barriera, «perché per favorire veramente l’inclusione di persone con disabilità – ha concluso Paola Bombaci – bisogna agire sui contesti, modificare i luoghi e gli spazi di vita e renderli accessibili».

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