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Cota: è tutto assurdo, mi contestanoanche di aver pagato il caffé alla scorta
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Cota: è tutto assurdo, mi contestano
anche di aver pagato il caffé alla scorta

Anche il governatore della Regione Piemonte Roberto Cota e il presidente del consiglio regionale Valerio Cattaneo figurano tra i 43 politici indagati per lo scandalo dei rimborsi regionali. I reati

Anche il governatore della Regione Piemonte Roberto Cota e il presidente del consiglio regionale Valerio Cattaneo figurano tra i 43 politici indagati per lo scandalo dei rimborsi regionali. I reati ipotizzati vanno dal peculato e la truffa al finanziamento illecito ai partiti. Nessun nome di consiglieri appartenenti al Pd e al Movimento 5 stelle in regione risulta al momento nella lista degli indagati.

Una notizia che lascia lo stesso presidente Cota alquanto sgomento, come lui stesso scrive in una lettera indirizzata a tutti i piemontesi:
E’ un’accusa infamante, lontana dalla verità , dalla mia indole e dalla mia storia! Non può esserci spazio per equivoci: mi contestano spese per complessivi 25mila euro, in un periodo di quasi 3 anni (circa 800 euro al mese), di cui l’importo più consistente pari a 21mila euro per pranzi, cene e viaggi connessi alla mia attività politica e istituzionale, su tutto il territorio nazionale, per impegni pressoché quotidiani. Non vedo e non riesco ad immaginare come avrei potuto fare simili cene o trasferte, per interessi personali. Mi contestano poi, circa 650 euro spesi sempre in tre anni (cioè in oltre mille giorni), per alcuni pernottamenti in alberghi, certamente non lussuosi.

E aggiunge:
Giusto per esser ancora più chiaro e diretto: non ho mai fatto cene e festini in maschera, come è avvenuto altrove. Anche se ne avessi avuto il tempo (e, credetemi, non lo ho mai avuto), si tratta di un modus vivendi sconosciuto alla mia coscienza di uomo e padre di famiglia. Infine, mi contestano altre spese per 3.600 euro per costi di rappresentanza e omaggi, peraltro imposti dalla mia carica istituzionale e assolutamente congrui per numero e qualità delle persone incontrate sempre e sottolineo sempre nell’interesse del Piemonte e dei piemontesi. È bene ribadirlo, il tutto per complessivi 25 mila euro in quasi tre anni di Presidenza. Si è arrivati all’assurdo che mi viene contestato perfino di aver pagato anche un caffè o uno spuntino, a notte fonda,  a persone che si occupano 7 giorni su 7 della mia sicurezza, purtroppo messa a repentaglio dalla mia incisiva azione di governo che non guarda in faccia a nessuno.

Cota, in risposta alle accuse che gli vengono mosse, spiega poi alcuni dettagli della sua azione politica in seno alla Regione:
Fin dall’inizio del mio mandato ho promosso una decisa azione di responsabilizzazione, per ridurre i costi della politica a cominciare dai compensi di tutti noi consiglieri regionali. Per dare l’avvio a questo processo ho voluto essere di esempio, riducendomi spontaneamente lo stipendio. Questa mia iniziativa sul compenso è proseguita fino a quando non siamo riusciti ad approvare la legge regionale con cui si riducevano le indennità del Consigliere Regionale. Sono stato inoltre fautore di una drastica riduzione del trattamento di fine rapporto per i membri del Consiglio Regionale. L’ammontare complessivo di quanto ho volontariamente devoluto alle casse della Regione è ampiamente superiore alle somme oggi contestatemi.

Conlude infine:
Il risparmio che ho prodotto con la mia politica di ridimensionamento dei compensi, che ho tra l’altro condiviso coi miei assessori, è stato destinato al fondo per i cassintegrati piemontesi. Ciò è avvenuto prima dell’azione della magistratura e dei noti scandali che hanno investito altre Regioni. Dopo anni in cui hanno usato ogni espediente per ribaltare il risultato elettorale, si è passati all’offensiva mediatica. Ve lo ripeto: ciò che mi preme maggiormente, come uomo prima che come politico, è far sapere a tutti i Piemontesi che il loro Presidente è una persona onesta, dedita al lavoro, che non esclude la possibilità dell’errore, ma che ha sempre rispettato le leggi.

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