La Regione ferma il trasferimento di almeno 40 positivi dal Massaia all’ex clinica San Giuseppe
E’ furibondo, incavolato e, parole sue, “pronto a mandare aff…” chi ha deciso, in Regione, di fermare il trasferimento di decine di malati Covid dall’ospedale Cardinal Massaia all’ex Clinica San Giuseppe, luogo identificato e attrezzato per ospitare i casi meno gravi così da poter liberare interi reparti ospedalieri e farli ripartire nelle attività di sempre.
https://www.facebook.com/rasero.maurizio/videos/10222454394339127/?t=1207
Il sindaco di Asti Maurizio Rasero, nel video su Facebook di questa sera, è davvero nero e attacca l’assessorato alla Sanità della Regione Piemonte che, spiega il primo cittadino, ha bloccato un progetto su cui si è lavorato a lungo e che aveva già ottenuto il via libera della commissione di vigilanza. “Abbiamo buttato letteralmente nel cesso una settimana di lavoro – spiega il sindaco – La nostra principale esigenza è liberare posti in ospedale per far riprendere l’attività che c’era prima. Entro oggi era stato chiesto di consegnare una relazione dove si spiegasse questo progressivo ritorno alla normalità pre Covid, dall’altro lato si fa perdere tempo. L’assessorato alla Sanità aveva chiesto ulteriori accorgimenti e che si costruisse (nell’ex clinica ndr) un muro ignifugo in cartongesso. L’Asl pensava che si potesse iniziare a spostare 4 o 5 pazienti al giorno. Invece è arrivata una mail all’ultimo (della Regione ndr) che ha fermato tutto richiamando questioni di Torino. Non catapultino quello che è di Torino su Asti”.
Rasero ricorda che erano almeno 40 i pazienti in attesa di essere trasferiti nell’ex clinica San Giuseppe e altri 20 che nel frattempo si erano negativizzati. L’Asl, però, non è stata a guardare e si è mossa per cercare altre soluzioni come una struttura della Curia a Villanova e un’altra a Nichelino adatte ad accogliere queste persone.
“La Regione si svegli – tuona il sindaco di Asti al termine del video – Se qualcuno ha paura, se qualcuno non si vuole prendere responsabilità, cambi mestiere. Non vorrei immaginare che, ancora una volta, a Torino si pensi che la Sanità astigiana la si possa sacrificare per Alessandria o Cuneo. Io non ci sto, vi mando aff… e domani vi scrivo perché mi sono veramente rotto le scatole”.