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impianto Bess
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Cresce la mobilitazione contro l’impianto di batterie a Incisa

Il progetto è previsto in lovalità Prata al confine tra Incisa e Nizza

Quella che poteva essere un’ipotesi potrebbe diventare presto realtà. È questa la preoccupazione della Tenuta Olim Bauda, proprietà della famiglia Bertolino, che insieme alla capogruppo della minoranza dell’amministrazione di Incisa Emanuela Tornato ha deciso di intervenire seduta stante con una petizione. La paura verte su un ipotetico impianto Bess, battery energy storage system, che permetterebbe di accumulare l’energia elettrica prodotta dai pannelli fotofoltaici per fornirne una gestione migliore, portando un risparmio in bolletta.

Il grande problema dell’impianto Bess, oltre alla costante accensione dell’impianto, è la locazione di quest’ultimo. Giusto sotto infatti la tenuta Olim Bauda vi è un terreno di 9 mila metri quadrati circa, sulla quale si vorrebbe far ergere l’impianto. Il terreno è a tutti gli effetti edificabile in quanto industriale, è anche vero però che siamo nella buffer zone Unesco. Tutto il territorio d’Incisa ma non solo ha fatto fronte comune per la petizione, che ha raggiunto solo domenica le 500 firme, senza contare gli altri punti di raccolta.
A dare sostegno alla famiglia Bertolino ci ha pensato l’amministrazione d’Incisa insieme al sindaco Ettore Denicolai, il presidente dell’Associazione Produttori del Nizza Stefano Chiarlo (Gianni Bertolino è vice ndr) e l’assessore regionale Marco Gabusi, i quali erano tutti presenti.

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