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Crollo alla piscina di via Gerbi
Attualità
Il caso

Crollo in piscina, l’opposizione interroga l’amministrazione comunale sui controlli effettuati

Dopo il cedimento di parte del controsoffitto è stata chiesta la convocazione della Commissione Lavori Pubblici. Il vicesindaco Morra: «I monitoraggi si fanno periodicamente»

Mentre sono in corso le perizie tecniche per capire con certezza le cause che hanno provocato il crollo di parte del controsoffitto della piscina comunale di via Gerbi, avvenuto questa mattina, sul presto, quando l’impianto era ancora chiuso al pubblico, il caso sta già facendo discutere tra i cittadini e tiene banco sui social. Ma, come ci si poteva aspettare, anche la politica si interroga su quanto accaduto.

I consiglieri comunali di minoranza, appresa la notizia, hanno subito chiesto spiegazioni al sindaco Rasero e all’assessore ai Lavori Pubblici Stefania Morra che fino a pochi giorni fa ricopriva anche l’incarico di assessore allo Sport.  «È avvenuto l’inevitabile: il cedimento strutturale dell’edificio comunale su cui da due anni e mezzo chiediamo manutenzione – commentano i consiglieri dell’opposizione – Ironia della sorte, a gennaio abbiamo avanzato l’ennesima richiesta di un assessorato allo sport con portafoglio e competenze, una tavolo con le società e, cosa fondamentale, una mappatura degli edifici comunali utilizzabili dalle società sportive. La riposta arrivata come sempre è stata scomposta, solo sui social e al limite dello sfottò – aggiungono in una nota stampa – L’assessore allo sport ha prima rivendicato di esistere, poi ha mal interpretato l’indicazione in merito al bilancio e infine ci ha chiesto se di sport ce ne intendiamo. Nulla in merito alla pianificazione per reperire fondi (progettazione bandi), nulla in merito alla richiesta di cercare nuovi stakeholders privati per sponsorizzazioni di competizioni e tornei e nulla in merito anche a un’interpellanza del passato, quale quella dello spazio destinato ai figli di sportive e sportivi o, in primis, ai lavori strutturali del palazzetto a cui è solo stata data una bella passata di vernice in facciata».

Per il consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, Massimo Cerruti (di professione ingegnere e docente), quanto accaduto «è un un fatto molto grave che solo per pura fortuna non ha prodotto disgrazie». «I controsoffitti – aggiunge – vanno monitorati tutti a prescindere dal loro anno di costruzione. Per garantire la sicurezza delle persone in genere vengono mappati e testati con termocamere, sondaggi a fori, carico dei pendini della struttura e infine anche con urti per giudicare la bontà del suono. Si tracciano delle aree a rischio e si interviene con un grado di priorità. A maggior ragione – aggiunge il pentastellato – in edifici pubblici ad alta intensità di frequentazione come una piscina pubblica affollata di persone che amano fare sport a beneficio del proprio fisico senza per forza rischiare la pelle. Ora tutti noi cittadini, utenti, genitori siamo preoccupati per quanto accaduto e nutriamo comprensibili dubbi sul livello di sicurezza garantito».

Cerruti, a nome della minoranza, ha chiesto urgentemente la convocazione della apposita Commissione Lavori Pubblici «affinché venga relazionato dall’amministrazione, in modo dettagliato, lo stato dei fatti accaduti, delle cause, dei controlli effettuati negli ultimi anni e la situazione di tutti i controsoffitti presenti negli edifici comunali».

A pretendere chiarezza sono anche i consiglieri Maria Ferlisi, Michele Miravalle, Luciano Sutera e Roberto Vercelli del Partito Democratico. «Siamo stupiti e amareggiati – commentano – che la prima reazione della amministrazione sia stata quella di scaricare le responsabilità su chi c’era dieci anni fa e su chi, allora, aveva eseguito i lavori. Se è vero che la parte interessata dal cedimento è stata ristrutturata nel 2015, la domanda è una sola: dal 2015 ad oggi, sono stati fatti controlli? Perché una cosa è chiara: un’amministrazione seria monitora costantemente lo stato delle proprie strutture e interviene per prevenire i disastri. La sicurezza degli edifici pubblici non si improvvisa. […] Fin d’ora chiediamo: sono mai stati fatti questi controlli negli ultimi dieci anni? Chi era responsabile della manutenzione e della sicurezza? Qual è lo stato di salute degli altri impianti sportivi comunali? Chi governa si assuma le proprie responsabilità. Non si può amministrare inseguendo emergenze e scaricando colpe. Servono serietà, pianificazione e una strategia chiara per garantire la sicurezza di tutti gli edifici pubblici della città. Aspettare il prossimo crollo non è un’opzione».

Posizione ribadita anche dal consigliere Mario Malandrone di Ambiente Asti: «In questi anni segnalazioni sugli impianti sportivi, come minoranza, ne abbiamo fatti. Ci sarà pure un assessore ad Asti? O tecnici? Perché in dieci anni non è che non monitori le strutture. In dieci anni se le tue risposte sono che è tutto a posto e poi capita questo, le tue responsabilità sono molte. Qui il tema è grave: chi controlla? Chi controllava l’impianto? Chi controlla la sicurezza? Non è l’assessore di dieci anni fa, non è la signora Maria che facendo una vasca doveva accorgersi del problema. È chi è tenuto per legge a monitorare sugli impianti, quindi assessore e dirigente».

La replica del vicesindaco Morra: «La minoranza non crei allarmismi, i controlli si fanno periodicamente»

Ma il vicesindaco e assessore ai Lavori Pubblici rimanda le accuse al mittente e spiega lo stato dell’arte. «C’e un problema sui materiali utilizzati nel 2014 per effettuare la controsoffittatura: – spiega Morra che è a sua volta ingegnere – doveva essere utilizzato dell’acciaio trattato per resistere all’umidità e al cloro, ma non è stato così negli ancoraggi della controsoffittatura, che una volta arrugginiti si sono crepati e hanno ceduto». Poi, sulla minoranza, aggiunge: «Non cerchi di creare allarmismi: non si può dire che non si facciano i controlli, perché periodicamente in tutte le scuole vengono effettuati controlli antisfondellamento e si è intervenuto dove necessario. I tecnici oggi stesso hanno scritto a chi effettuò il lavoro all’epoca per trovare una soluzione».

Sul caso interviene inoltre l’ingegnere Renato Morra (nessuna parentela con l’assessore) che aveva fatto parte del team di progettazione dei lavori alla piscina e che, questa mattina, è stato chiamato nell’impianto per alcune verifiche insieme ad altri professionisti. «Per quello che ne so ha ceduto un pendino, cioè un tondino di acciaio, che serve a tenere ferma la controsoffittatura. Questo ha creato un effetto domino. La controsoffittatura divide l’ambiente molto caldo e umido, dove ci sono le vasche, dalla parte fredda, che sta sopra. Lì si possono formare atmosfere acide che potrebbero aver corroso il pendino. In ogni caso la controsoffittatura – aggiunge Morra – è a norma, con materiale certificato. Per quanto riguarda i monitoraggi, che sono necessari e obbligatori, erano già previsti dal piano di manutenzione».

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