Sulle Alpi 80 anni fa
Sono trascorsi 80 anni dall’entrata in guerra dell’Italia di Mussolini al fianco della Germania e dalla campagna sul confine francese. Ma il ricordo di quello zio, non ancora ventenne, morto in battaglia sulle Alpi francesi, è ancora vivo. E in questi giorni il nipote Dino Aluffi, già sindaco di Agliano Terme e presidente della scuola alberghiera di Asti e Agliano fino a pochi mesi fa, ha fatto visita, come ogni anno, al sacrario realizzato dai francesi nel piccolo cimitero di La Monta, frazione del Comune di Ristolas, in Francia. Donato Aluffi, nato l’11 agosto 1920, orfano dal papà a sette anni, fu arruolato nel marzo 1940: tre mesi dopo, il 20 giugno, moriva in combattimento. Negli anni ‘50 il fratello riportò a casa le sue spoglie, perché riposassero nella sua Agliano, da cui era partito. Ma in Francia resta il ricordo del sacrificio suo e di altri giovani come lui.
Caduto in guerra
«10 giugno 1940. Con calcolo cinico ed opportunistico, sfidando il discredito internazionale entrando in guerra contro una Francia già sconfitta, Benito Mussolini dichiarava guerra con le tristemente famose frasi ad effetto: “L’ora delle decisioni irrevocabili”, “Dobbiamo vincere e vinceremo”, “Un pugno di morti per sedersi al tavolo delle trattative di pace”. Eccolo raffigurato nella foto il “pugno di morti” che il Battaglione Valle Pellice del 3° Reggimento Alpini ha immolato ai desideri del Duce fra il 20 ed il 24 giugno 1940, caduti e poi pietosamente sepolti dai commilitoni nel cimitero di “La Monta” – scrive Dino Aluffi – L’ordine di attacco giunto dal Comando disponeva di valicare il Colle della Croce il 20 giugno, di affrontare in campo aperto su un pendio completamente scoperto il fuoco difensivo dei francesi e di scendere a conquistare i paesi della sottostante vallata percorsa dal fiume Guil. Il cannoneggiamento italiano ha distrutto in parte paesi della vallata, ma molto più pesante, sotto la possente e quasi disperata difesa dei francesi, il prezzo pagato dagli Alpini del Battaglione: 19 morti, per la metà astigiani (da San Damiano, San Martino Alfieri, Moasca, Montechiaro, Calosso, Vinchio, Villanova, Castelnuovo Don Bosco, Viale ed Agliano Terme) e chiamati alle armi da pochissimo tempo».
Il sacrario a Ristolas
«Dal 2005 in una porzione del piccolissimo cimitero di “La Monta”, grazie al Comitato Francese di Onoranze ai Caduti, è stato realizzato un sacrario militare d’onore, posizionando una croce per ciascun caduto (19 italiani e 5 francesi) su cui è stato applicata una targhetta con il nome e cognome del militare, il tricolore della nazione di appartenenza, il mese e l’anno della morte. Fra questi caduti vi era mio zio, Donato Aluffi, non ancora ventenne, arruolato da pochi mesi e prontamente spedito al fronte ad affrontare il battesimo del fuoco per concorrere, anche lui con gli altri, ad inseguire quello scellerato desiderio di gloria del Duce – racconta Dino Aluffi – “E quando gli dissero di andare avanti, troppo lontano si spinse a cercare la verità, ora che è morto la patria si gloria d’un altro eroe alla memoria”, come diceva Fabrizio De Andrè nella sua canzone “La ballata dell’eroe”. A mio zio è stata attribuita anche la Medaglia d’Argento al Valor Militare alla memoria per l’eroismo dimostrato nell’azione, ma la mamma, già vedova, che lo attendeva a casa assieme al fratello Valerio (mio padre), non ha trovato conforto “nella gloria di una medaglia alla memoria”». Alla memoria l’elenco dei morti del Battaglione Val Pellice: Bussolino Dario, Fiabane Federico, Marrone Alberigo, Giusti Romualdo, Pons Emilio, Audenino Battista, Chiesa Benvenuto, Marello Carlo, Laiolo Giuseppe, Avaro Clemente, Chiappero Tommaso, Grasso Mario, Rolle Marcellino, Ronco Giovanni, Caranzano Paolo, Barosso Eligio, Calosso Luisito, Aluffi Donato, Chiavia Giovanni.