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Attualità

Da Moncalvo tartufi (e amicizia) agli astronauti che sbarcarono sulla Luna

Storia del ristoratore Eugenio Quirino che inviò le trifule a Michael Collins e agli altri componenti dell’equipaggio dell’Apollo 11

Una storia recuperata

Quando nella notte tra il 20 e il 21 luglio del 1969 tutto il mondo guardava l’allunaggio, portato a compimento da Neil Armstrong, Buzz Aldrin e Michael Collins con la missione Apollo 11, c’era qualcuno qui, in Monferrato, attaccato alla televisione, con forse più ansia e trepidazione degli altri. Costui era Eugenio Quirino e, con lui, gli abitanti di Moncalvo.
Si tratta di un avvenimento che pochi conoscono, e ancor di meno ricordano, ma che vogliamo raccontare per recuperare la memoria storica di quel periodo e dar prova che il mondo è sempre stato piccolo e interconnesso, forse ancor più di oggi, a dispetto della tanto sbandierata era social.

Collins scelto da Geniò e dai suoi amici

Ma veniamo ai fatti (dei quali, per altro, il nostro giornale aveva già dato notizia nell’edizione del 23 luglio 1969). Correva l’anno 1968: siamo in autunno quando, dopo le consuete domeniche d’ottobre della Fiera del Tartufo, a un gruppo di moncalvesi viene l’idea di mandare all’astronauta Michael Collins il prodotto più pregiato della nostra terra, ovvero un bellissimo esemplare di tartufo bianco di oltre 600 grammi, di quelli che oggi difficilmente si trovano. A capo di questa comitiva d’amici, c’è Eugenio Quirino, detto “Geniô”, ristoratore, e notissimo “trifulau” della cittadina aleramica, dallo spirito molto intraprendente. La scelta ricade su Collins perché nato a Roma e, quindi, molto legato al nostro Paese. Inoltre, in quegli anni, aveva appena portato a termine la missione spaziale ‘Gemini X’ che tanto scalpore aveva suscitato perché considerata propedeutica per lo sbarco sulla luna.

Quadro che riporta il carteggio fra Moncalvo e la Nasa

Tartufi in dono accompagnati da lettera di profonda ammirazione

Quirino prende carta e penna, inizia a scrivere e si fa tradurre in inglese la sua lettera da un amico. “Sono un cercatore di tartufi che vive a Moncalvo, provincia di Asti, nel nord ovest d’Italia. L’eccezionale impresa spaziale nella quale sei coinvolto, mi ha profondamente toccato ed eccitato. Ti invio, come semplice dono, qualche tartufo, un tipico prodotto della mia terra natia, il Monferrato”. Quirino non manca di spiegare i motivi del suo gesto: “Si tratta di un modesto segno di ammirazione per un uomo, nato in Italia, che si sta preparando a compiere una delle più leggendarie imprese nella storia. Inoltre, sono sicuro che tu sarai in grado di apprezzare un aspetto della cucina italiana dal profumo e dal gusto di questo tubero”. La lettera continua con una richiesta e una promessa: “Ti sarei molto obbligato se mi facessi l’onore di mandarmi una tua foto con autografo. In luglio, quando avrai realizzato la tua impresa spaziale, prometto di mandarti altri tartufi”. Infine, un invito: “Se già stai pianificando una vacanza in Italia, sarei molto onorato di averti mio ospite a Moncalvo”.
“Istruzioni per l’uso”
Quirino non manca, inoltre, di spiegare a Collins i modi nei quali poter gustare il tartufo: lavarlo con acqua fresca, asciugarlo, tagliarlo finemente e coprire, in questo modo, un bel piatto di spaghetti conditi con uovo e pancetta. Un regalo così prezioso non può certamente passare inosservato.

Gli annulli filatelici di Moncalvo sui viaggi spaziali

La risposta su carta intestata della NASA

Anzi, deve aver suscitato enormemente l’attenzione di Collins a tal punto che, il 23 Gennaio 1969, risponde a Quirino: “Grazie per il gradito dono. Da molto tempo sono un estimatore dei tartufi del Monferrato, e ora sono veramente lieto di aver ricevuto questo magnifico esemplare. Anche mia moglie è contenta e sta facendo i preparativi per cucinarlo come mi hai suggerito nella tua ricetta”. Oltre alla lettera, Collins invia a Quirino, in segno di riconoscenza, alcune foto con una sua speciale dedica e il suo autografo e si sbilancia in una promessa: “Spero di avere il piacere di vederti a Moncalvo dopo il mio viaggio terra – luna”. Da quel momento si stabilisce fra i due una conversazione epistolare, con un certo grado di confidenza, che si interrompe solamente quando iniziano i preparativi che porteranno, con grande successo, al primo sbarco sulla Luna.

Non verrà mai a Moncalvo ma si scuserà al telefono

Quirino, come promesso, manda un altro tartufo a Collins e, questa volta, anche agli astronauti Armstrong e Aldrin. I tre, in effetti, fanno tappa a Roma, nell’autunno del 1969, nel tour mondiale organizzato per celebrare l’evento. Collins, però, non verrà mai a Moncalvo a trovare il suo amico di penna ma non si dimenticherà di Quirino. La magia di questa storia trova, infatti, la sua degna conclusione in una semplice e spontanea telefonata: Collins chiama il suo amico per scusarsi. Una lunga e cordiale chiacchierata tra due persone che non si sono mai viste ma che, tuttavia, non sarebbero state mai più così tanto vicine nella loro vita.

Chi era Eugenio Quirino

Gli anni ’60 e ’70 sono stati il periodo d’oro di Moncalvo e questo grazie a personaggi, come Eugenio Quirino, che hanno fatto della loro stessa vita un tributo al più importante prodotto della sua terra: il tartufo bianco. «Mio padre era conosciuto non solo a Moncalvo ma in tutto il Piemonte. Viveva per i tartufi e posso dire, con una certa sicurezza, che era il punto di riferimento dei ‘trifulau’ di tutta la Regione», dice Franco Quirino, figlio di Eugenio.
«Era molto conosciuto – racconta Quirino – anche a Roma. Questo grazie alla sua collaborazione con Teodoro Scrivano che all’epoca era il titolare del miglior ristorante della capitale, frequentato da ministri e onorevoli di ogni schieramento. Proprio lui convinse mio padre a mandare il tartufo a Michael Collins, offrendosi di aiutarlo nell’impresa».

Eugenio Quirino con i figli e i suoi adorati tartufi

Un uomo schivo

«Mio padre era un uomo timido al quale non piaceva stare sotto i riflettori – continua Franco Quirino –Ricordo che, dopo aver ricevuto le lettere di Collins, la stampa veniva al ristorante a chiedere interviste e fotografie per dare compiutamente resoconto di questa straordinaria amicizia. Ma ogni volta lui si nascondeva e diceva di non essere in casa per non essere avvicinato».
Probabilmente, anche per questo motivo, la storia è rimasta ai più sconosciuta.
Eugenio Quirino, classe 1902, era arrivato a Moncalvo nel 1949, con la moglie Bruna e i due figli Franco e Piera, da Stevani (una frazione di Rosignano Monferrato in provincia di Alessandria) dove gestiva uno spaccio alimentare e di tabacchi. Dapprima prende in gestione una locanda sulla centrale piazza del paese (oggi Circolo Combattenti e Reduci) e poi, a partire dal 1962, apre lo storico Ristorante Antico Castello che terrà fino alla sua prematura scomparsa nel marzo del 1977.

Lo conoscevano anche i vertici Fiat

Franco Quirino ha tanti ricordi e aneddoti da raccontare alcuni anche posteriori alla morte del padre: «Era l’autunno del 1985. Lavoravo come dirigente alla Fiat e venni convocato dall’allora amministratore delegato Cesare Romiti. La chiamata non mi ha lasciato tranquillo perché, quando il “capo” chiama un semplice dirigente, non è mai nulla di buono. Invece, mi ha detto che aveva saputo della fama di mio padre come trifulau e voleva che lo portassi a tartufi. E così ho fatto. Meno male che avevo ancora il cane di mio padre perché io non ero sicuramente all’altezza».
Un’ulteriore curiosità riguarda il fatto che a Moncalvo, a partire dalla fine degli anni ’60, si crea un gruppo chiamato “Amici dello Spazio”. Si tratta di un’associazione che, in pieno spirito di Guerra Fredda, si fa trascinare dall’interesse per il cosmo e divulga l’amore e la magia dell’universo. Tra il 1969 e il 1972, si occuperà della realizzazione di ben sette annulli filatelici corrispondenti alle altrettanti missioni di esplorazione lunare.
Un fatto unico nel panorama nazionale. Questa era Moncalvo: quando si spedivano tartufi agli astronauti, quando grandi imprenditori venivano alla ricerca della preziosa pepita grigia e quando si precorrevano i tempi con iniziative di astronomia.
Sic gloria transit mundi.

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