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Da Politeia di Nizza l’appello a lavorare sul contenimento del rischio alluvione
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Da Politeia di Nizza l’appello a lavorare sul contenimento del rischio alluvione

Oltre alle commemorazioni dell'alluvione del ?'94, si continui a lavorare sul contenimento del rischio idrogeologico. È questo l'appello del circolo culturale Politeia, per voce del

Oltre alle commemorazioni dell'alluvione del ?'94, si continui a lavorare sul contenimento del rischio idrogeologico. È questo l'appello del circolo culturale Politeia, per voce del socio ? ed ex vicesindaco nicese  Sergio Perazzo: «A gennaio abbiamo ottenuto l'adesione al Contratto di Fiume, che deve occuparsi della qualità delle acque nel Belbo ma anche delle infrastrutture di prevenzione. Del progetto che punta a riunire tutti gli attori legati al torrente è stata fin dal principio capofila la Provincia di Asti. Ora che questo ente è stato rinnovato, e ne fanno parte i sindaci del territorio, auspichiamo che siano riprese le attività anche in questo senso».

Ne è convinto anche il presidente di Politeia Francesco Roggero Fossati: «Non dobbiamo scambiare i 20 anni di tregua, per Nizza, da problemi di natura alluvionale per l'assenza totale di rischio. Visti gli evidenti cambiamenti climatici, l'azione deve continuare con il proposito di preservare persone, case e attività commerciali da esondazioni ed eventi analoghi». Perazzo rievoca gli interventi successivi al disastro che colpì il Piemonte: «Esiste una delibera del 10 marzo 1995, tramite cui i comuni che si affacciano sul Belbo, da Montezemolo fino a Bergamasco, si riunirono tramite convenzione per fare fronte comune al problema. Sarebbe importante ritrovare quella forma di condivisione, per fare fronte comune e chiedere il completamento dell'infrastruttura di contenimento del rischio».

L'ex Vicesindaco porta a testimonianza un'analisi delle criticità residue realizzata dall'Autorità di Bacino del Fiume Po: «Per quanto siano state realizzate opere importanti, ovvero la cassa di espansione sul rio Nizza, la cassa di espansione di Canelli e il sifone, i dati confermano che non è ancora abbastanza. Il progetto originario prevedeva 4 casse di espansione. Essenziale è ampliare quella di Canelli, ma ne sarebbe utile anche una a monte di Nizza, per preservare i comuni a valle. Non dimentichiamo che durante gli eventi atmosferici più intensi, negli ultimi anni, ci sono stati problemi sia a Incisa che a Castelnuovo Belbo».

Offre la sua valutazione anche il geologo Fabio Nicotero: «Se le acque raggiungessero il livello del 1926, anche con l'attuale infrastruttura Nizza avrebbe un'esondazione. Certo bisogna considerare le mutate condizioni generali, anche quelle che aumenterebbero la criticità, come la più fitta presenza di vigneti. Le colline necessitano di una migliore gestione dei reflussi». Conclude l'ex sindaco Maurizo Carcione: «Abbiamo l'impressione che su questi temi sia calato il silenzio. Come circolo vogliamo fare da stimolo all'azione per enti e cittadini».

Fulvio Gatti

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