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Maurizio Tomasini
Attualità
Elezioni comunali

Dalla moneta complementare al Festival del pensiero critico: le proposte per Asti del candidato Tomasini

Vuole portare in Consiglio le istanze di “Ancora Italia – Per la sovranità democratica” e puntare molto al confronto serrato con i cittadini

Alle elezioni comunali di Asti si presenterà anche la lista “Ancora Italia – Per la sovranità democratica” con il candidato a sindaco Maurizio Tomasini.

Si è fatto un’idea sul perché ad Asti si parli sempre degli stessi problemi come viabilità, smog, negozi che chiudono, scarsità di strutture sportive, ma da una campagna elettorale all’altra non si trovano soluzioni?

Già il fatto che si preconfezionano questi macro-temi può portare le persone a non concentrarsi su altre problematiche. Condurre una discussione sui soliti problemi presenti da decenni vuol dire puntare la luce su questi temi, ma fa limitare il ragionamento solo a queste argomentazioni talmente complicate per le quali si possono dare risposte veloci e immediate come propaganda, quando vengono fatte promesse matematicamente non rispettate.

Si presume che chi si candida a sindaco di una città con un problema enorme di traffico, come Asti, abbia una proposta per risolverlo.

La viabilità è un problema molto legato anche alla questione dell’inquinamento e all’economia all’interno della città perché le persone si muovono e prendono l’auto per arrivare in città, lavorare o fare compere. La viabilità è un problema culturale, ma è da rafforzare un sistema di mobilità pubblica che possa servire il cittadino in maniera più adeguata e puntuale. Uno dei punti su cui mi concentrerò sarà il fatto che tante tasse vengono spese, ma i servizi non sono efficienti come dovrebbero. Sono abituato a parlare di efficienza e produttività e se non vengono rispettate ci sono delle penali. Un’azienda che deve offrire un servizio dev’essere controllata e dev’essere verificato che questo sia adeguato al corrispettivo, altrimenti scattano le penali. Inoltre l’inquinamento ambientale è provocato non tanto dalle auto, ma dai sistemi obsoleti di riscaldamento. C’è poi un altro tipo di inquinamento, quello dell’elettrosmog che è molto più dannoso per la salute del cittadino.

Però la tecnologia ci porta ad avere sempre più trasmettitori, ad esempio con il segnale 5G, per una sempre più efficace interconnessione e scambio di dati. Voi siete contrari alla tecnologia?

Io lavoro nella tecnologia e sto studiando l’intelligenza artificiale quindi si figuri se sono contro. Però sono una persona che vuole usare la tecnologia con una certa etica perché questa non è un problema, ma è l’uso che se ne fa ad esserlo. Nessuno è contro il 5G, ma mi chiedo: il 5G deve circolare su onde a bassissima frequenza e di altissima potenza, ma è opportuno che si accetti un aumento di inquinamento elettromagnetico da 4 volt/metro a 61 volt/metro? Non esistono studi ufficiali che dimostrino che faccia male, né che faccia niente. Quindi il sindaco che è responsabile della salute dei cittadini non può accettare l’installazione di un apparato tecnologico sul quale non viene dimostrato che non faccia male alla salute. Per questo chiederei alla società che installa questi ripetitori di fare un’assicurazione. Poi bisogna capire cosa si fa di questa tecnologia perché le applicazioni sono innumerevoli: militare, piuttosto che di controllo o di prevenzione.

Voi proponete una moneta complementare. Ci spieghi meglio.

Esistono già diverse monete complementari sul territorio italiano e piemontese. In un sistema economico dove l’euro è un prestito a debito si crea un circolo vizioso nel quale non si potrà mai esaurire un debito verso il creditore. Però può succedere che un’amministrazione possa garantire un pagamento di una certa percentuale di una tassazione con un altro tipo di moneta che si chiamerà, ad esempio “Asticoin”. Quando il commerciante deve al Comune 10 e l’Ente accetta il 20% del valore delle tasse con la moneta complementare la pressione fiscale sul debitore diventa inferiore e quindi ha la possibilità di sostenere il pagamento. Un cittadino può usare questa moneta perché ci sono tantissimi gruppi che iniziano a pagare una piccola percentuale dello stipendio in moneta complementare e ciò permette al dipendente di comprare frutta e verdura pagando una percentuale in euro e una in moneta complementare. L’esercente fa lo scontrino sull’euro e riduce la pressione fiscale creando un circolo virtuoso con benefici per tutti.

Quale tipo di democrazia partecipata proponete?

Io mi immagino contatti continui, almeno settimanali, di confronto e unione con le persone proprio per sensibilizzare il Comune sulle problematiche più strette. Il Comune deve farsi carico delle macro-problematiche, ma noi ci facciamo portavoce delle piccole realtà e dei piccoli gruppi di proposte. Allo stesso tempo il Consiglio comunale deve avere la sicurezza che il proprio organico sia presente; in caso contrario la persona che non partecipa dev’essere sostituita perché quello è un lavoro e una responsabilità. Ma il Comune deve risolvere un problema, anche piccolo, al cittadino. Quindi ecco la necessità di strutturare incontri, liberi a chiunque, per avere un confronto costruttivo.

Per l’ex ospedale è meglio avere un’idea e poi pensare a come finanziarla o fare cassa e in base ai soldi decidere quale progetto realizzare?

Le idee sono le prime perché dobbiamo capire cosa possa portare di più ad Asti. È ovvio che qualsiasi progetto si vada a fare dovrà avere una copertura economica, ma l’idea vincente deve poter far lavorare le persone per poter raggiungere l’obiettivo economico per svilupparla. Nell’ex ospedale vedrei, in primis, una riqualificazione delle strutture con appalti vincolati alle aziende astigiane.

Lei ha definito la pandemia una “pandemenza”. Un termine che si presta a varie interpretazioni fino a quelle legate a complotti o al famoso “non ce lo dicono”. Così non si ingenera una caccia alla streghe che è controproducente anche per chi amministra?

Mi rendo conto di aver usato un termine forte. Nell’accezione in cui l’ho considerato non lo ritengo offensivo, ma potrei aver offeso la sensibilità di qualcuno e di questo mi scuso. Non era mia intenzione. Ma quando una persona usa un termine forte o spiega un punto di vista che potrebbe essere fuori dal pensiero comune io non vedo l’ora che trovi persone con la volontà di confrontarsi. Ma di farlo a mente aperta, accettando con rispetto le idee di tutti e dando il tempo per spiegare le cose. Sono pronto a sedermi davanti a un’altra persona con un punto di vista diametralmente opposto al mio, ma che stimoli il mio ragionamento. Stimolare il dubbio, il ragionamento porta le persone a essere inclusive nella società. Anche per questo vogliamo organizzare ad Asti un “Festival del pensiero critico”.

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