Adesso lo stato di degrado dell’area è diventato oggetto di un’interrogazione al sindaco Rasero a firma della consigliera di minoranza Angela Quaglia
Da tempo su Facebook viene segnalato il degrado di alcune zone di Asti, specie per quanto riguarda le zone verdi. Non solo parchi, ma anche piccoli aree come quella in piazza Amendola, a ridosso della rotonda Saclà. Immondizia, escrementi di cani, bottiglie, lattine e altri rifiuti rendono il giardino inservibile per i residenti che, soprattutto in estate, vorrebbero approfittare dell’ombra dei suoi alberi.
Adesso lo stato di degrado dell’area è diventato oggetto di un’interrogazione al sindaco Rasero a firma della consigliera di minoranza Angela Quaglia (CambiAMO Asti).
Nell’interpellanza Quaglia ricorda che tra le linee programmatiche del nuovo sindaco di Asti «c’è la volontà di rendere la città più pulita e più sicura, anche nelle periferie».
In via Grassi, angolo corso Don Minzoni, l’area verde in questione è a ridosso di una scuola primaria, davanti ad una filiale della Cassa di Risparmio di Asti e nei pressi di uno degli ingressi al centro storico. Per questo motivo la consigliera, oltre a chiedere all’amministrazione di intervenire, suggerisce al sindaco di chiedere alla polizia municipale e alle altre forze dell’ordine di incrementare «i giri di pattugliamento, anche notturni, affinché monitorino la situazione che vedrebbe, proprio davanti alla filiale della Banca, una numerosa presenza di prostitute che utilizzano successivamente l’area verde per gettarvi i rifiuti del loro “lavoro”».
Un fenomeno, quello della prostituzione, che continua ad essere presente sulle strade astigiane in prevalenza lungo corso Don Minzoni, corso Savona e via Cuneo, corso Alessandria, corso Casale e all’ingresso di Asti, in corso Torino.
Il sindaco Maurizio Rasero, durante l’enunciazione del suo programma di governo, si è soffermato sul fenomeno definendolo «un problema da sconfiggere e debellare che dequalifica la nostra città», ma l’eventuale battaglia alla prostituzione su strada (meno evidente, ma non meno preoccupante è quella che si consuma in appartamenti) deve fare i conti con le poche armi a disposizione dei sindaci.
Una di queste è l’ordinanza sindacale anti-prostituzione firmata a giugno, per il terzo anno consecutivo, dall’ex sindaco Brignolo e in vigore fino a ottobre.
L’ordinanza colpisce anche i clienti, in quanto vieta la “contrattazione” delle prestazioni. Per i contravventori è prevista l’ordinaria sanzione amministrativa da 25 a 500 euro.
Riccardo Santagati