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Demartini: “Risiko bancario? Non siamo a conoscenza di trattative in corso”

L’Ad di Banca di Asti: “Relazione personale e AI: così crescerà il Gruppo CrAsti”

Carlo Demartini, amministratore delegato del gruppo Cassa di risparmio di Asti, ha appena terminato un tour per illustrare il nuovo Piano strategico 2025/2027.

Che cosa contiene?
È un Piano molto articolato, con ben 35 nuovi progetti che innoveranno ulteriormente il volto della banca e del gruppo bancario, proseguendo un processo che peraltro è iniziato da lontano. Sono obiettivi sfidanti ma che riteniamo realistici. Nei prossimi anni puntiamo a rafforzare ulteriormente la nostra posizione di mercato, investendo in innovazione, efficienza operativa e sostenibilità. Lo sviluppo commerciale del Gruppo sarà l’elemento prioritario e al centro del nuovo piano industriale. Uno dei pilastri fondamentali della strategia sarà mantenere e rafforzare il modello di business ormai consolidato per Banca di Asti, fondato sulla relazione e sulla centralità del cliente, continuando a sviluppare soluzioni personalizzate, ponendo sempre maggiore attenzione all’ascolto delle esigenze della clientela.

Ma oggi si parla anche di intelligenza artificiale…
Parallelamente perseguiremo l’attenzione e l’impegno verso l’innovazione e le nuove tecnologie, con investimenti mirati a offrire prodotti e servizi sempre più avanzati. La combinazione della digitalizzazione e l’adozione di strumenti innovativi, anche di intelligenza artificiale, nei processi di lavoro con la relazione personale con la clientela è il cuore del nostro sviluppo come banca di prossimità, della capacità di competere e di rispondere con rapidità e flessibilità alle nuove sfide del settore.

Nelle scorse settimane e più recentemente in alcune cronache giornalistiche si è parlato di Banca di Asti a proposito di possibili acquisizioni da parte di altri istituti: c’è qualcosa di fondato?

Sono interessi che non mi stupiscono dal momento che la nostra banca è decisamente robusta e appetibile: siamo molto ben patrimonializzati, con indici sensibilmente al di sopra dei limiti regolamentari, e disponiamo di una elevata liquidità. A ciò si aggiungono oltre 25 miliardi di euro di masse intermediate, di cui più di 17 miliardi di raccolta da clientela, e un rilevante posizionamento commerciale e territoriale nel nord ovest del Paese. Da diversi anni Banca di Asti è tra le principali realtà regionali in Italia e ha la possibilità di aumentare ulteriormente la sua rilevanza, anche grazie alla concentrazione conseguente al cosiddetto risiko bancario. Ciò detto, non siamo a conoscenza di trattative in corso; ci alziamo ogni mattina con l’impegno di dare il miglior servizio possibile ai nostri clienti e di raggiungere gli obiettivi pianificati, e questa è l’unica cosa che conta.

Si discute da tempo sulla redditività delle azioni della Banca e sulla possibilità di trattarle sul mercato: che cosa risponde ai piccoli azionisti?

Dal 2011 abbiamo distribuito ai nostri azionisti dividendi per oltre 210 milioni di euro: 28.2 milioni per il solo esercizio 2024 (40 centesimi per azione), +33% rispetto a quello del 2023 e il doppio rispetto a quello del 2022. Le azioni sono quotate sul circuito Vorvel, regolamentato e autorizzato da Consob, sul quale ogni settimana si comprano e vendono le azioni mediante libera negoziazione, come qualunque altra azione, mediamente negli ultimi mesi si scambiano tra le 15 mila e le 30 mila azioni della banca a settimana. Personalmente ritengo che la quotazione che si forma su questo piccolo mercato esprima solo in parte il vero valore della Banca, che peraltro ricordo essere sia economico che sociale.

Dove può ancora crescere la Banca?
Nel Piano di impresa 2025/2027 abbiamo programmato una crescita significativa dei volumi e dei margini nel comparto corporate, oltre che lo sviluppo ulteriore del credito retail dove operiamo anche con la nostra controllata Pitagora SpA, della gestione del risparmio e del comparto assicurativo. Da qui al 2027, l’obiettivo è di duplicare le masse di denaro gestite dai nostri consulenti e gestori e realizzare una significativa crescita della marginalità del Gruppo, aumentando l’efficacia commerciale e i ricavi, anche grazie a un utilizzo sempre più diffuso delle tecnologie digitali e della AI nell’organizzazione del lavoro.

Qual è il ruolo del Gruppo Cr Asti oggi, e quanto conta oggi il legame col territorio?

Mi piace ricordare che dal 2011 la Banca di Asti ha restituito al territorio e alle relative comunità, in forma di tasse, retribuzioni, accantonamenti e investimenti, 2,8 miliardi di euro. E solo nel 2024 abbiamo finanziato famiglie e imprese per 2,1 miliardi di euro. Occupiamo oltre 2200 persone, 59% donne e 41% uomini, e abbiamo dato lavoro ad oltre 1000 nuovi collaboratori negli ultimi 10 anni. Costituiamo un Gruppo di media dimensione, certo, ma tra i primi della nostra categoria in Italia, 3° in Piemonte per numero di sportelli, con una chiara strategia di lavoro. Siamo una banca pluriregionale di prossimità che lavora ogni giorno con particolare attenzione a favore delle famiglie e delle imprese dei territori dove operiamo, in particolare dove siamo nati e radicati, Asti, Biella e Vercelli innanzitutto. Siamo convinti che la gratitudine per le radici, anche in una prospettiva di futuro, non debba mai venire meno.

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