Fabio Desilvestri ha 30 anni e il prossimo 25 maggio si presenta come candidato del Movimento Cinque Stelle per il Parlamento Europeo nella circoscrizione Nord-Ovest. Con una laurea di Ingegneria per
Fabio Desilvestri ha 30 anni e il prossimo 25 maggio si presenta come candidato del Movimento Cinque Stelle per il Parlamento Europeo nella circoscrizione Nord-Ovest. Con una laurea di Ingegneria per l'ambiente e il territorio al Politecnico di Torino questo ragazzo di Castel Rocchero è un dipendente della Commissione Europea e lavora presso il Centro Comune di Ricerca di Ispra (Varese). A questa intervista, tiene a precisare, intende rispondere a mero titolo personale e non in qualità di dipendente della Commissione Europea. E' stato consigliere comunale di lista civica a Castel Rocchero per sei mesi, fino a quando gli impegni lavorativi in un'altra città lo hanno costretto a dimettersi.
Da Castel Rocchero a Bruxelles. In caso di elezione è un bel salto per un giovane che si è appena affacciato alla politica. Come è stato reso possibile?
Senza dubbio per la natura stessa del Movimento Cinque Stelle che permette a chiunque purché dotato di competenze e idee di proporsi. Se poi il Movimento giudica coerente il tuo curriculum ecco che scatta la candidatura. Nessuno impone nulla. Sono i cittadini a decidere.
Come per le elezioni regionali i candidati del M5S sono stati scelti dalla rete, previa iscrizione alla piattaforma di Beppe Grillo. In quanti ti hanno votato?
Ho ricevuto 989 voti ed essendo tra i primi trenta delle quattro circoscrizioni ad aver preso più voti sono finito in lista. Un aspetto che non tutti sanno e che le nostre liste sono composte in ordine alfabetico, di conseguenza non esiste un capolista. Siamo tutti uguali perché siamo cittadini prestati alla politica.
Mai incontrato Beppe Grillo?
L'ho incontrato insieme agli altri candidati alle Europee il 25 aprile scorso a Milano. Con lui c'era anche Casaleggio.
Di cosa avete parlato?
E' stato un incontro programmatico. Ci siamo confrontati sul programma e così sono nati i sette punti che intendiamo presentare alle Europee.
A questo ci arriviamo. Prima dicci: com'è il clima all'interno del Movimento per queste elezioni?
Sereno. I segnali sono positivi. Per le elezioni europee contiamo di arrivare tranquillamente al 30%. Per le regionali? vedremo.
Con quale spirito vi presentate in Europa?
Con l'idea di sovvertire quello che è stato fatto prima. I cittadini percepiscono le istituzioni europee come lontane. Le decisioni prese in quei palazzi sembrano non interessare particolarmente, salvo poi quando si scopre che le direttive europee ci interessano molto da vicino non appena vengono recepite dal nostro ordinamento. Questo atteggiamento deve cambiare. Vogliamo portare l'Europa vicino ai cittadini riconoscendo innanzitutto al Parlamento Europeo il suo giusto valore. Non dimentichiamoci che con il Trattato di Lisbona è a tutti gli effetti un organo legislativo, l'unica istituzione votata direttamente dai cittadini comunitari.
Il M5S quindi non è contro l'Europa?
Il Movimento è per un'Europa solidale. Un'Europa con meno finanza e più economia.
Parliamo adesso dei sette punti. Di cosa si tratta?
Chiediamo l'abolizione del Fiscal Compact, l'adozione degli Eurobond, proponiamo un'alleanza tra i Paesi mediterranei per una politica comune, investimenti in innovazione e nuove attività produttive, finanziamenti per attività agricole e di allevamento finalizzate ai consumi nazionali interni, l'abolizione del pareggio di bilancio e un referendum per la permanenza nell'Euro. Queste sono le nostre condizioni per rimanere in Europa.
Molta carne al fuoco. Cerchiamo di sviluppare qualcuno di questi punti. Abolizione del Fiscal Compact. Perché?
Il Fiscal Compact, cioè il Trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governante dell'Unione Europea prevede una serie di norme e vincoli che hanno come obiettivo il contenimento del debito pubblico. E' uno strumento dell'austerity che potrebbe richiedere all'Italia un esborso di 40-50 miliardi di euro. Quando c'è una crisi non va tagliata la spesa pubblica perché questo si ripercuote direttamente sui servizi ai cittadini. Lo ripeto: al nostro paese serve meno finanza e più economia.
Per questo chiedete finanziamenti per attività agricole e di allevamento finalizzate ai consumi interni?
Come paese dobbiamo riappropriarci della capacità di produrre. Una strategia che permetterebbe di rilanciare oltretutto la nostra economia.
In che modo giudicate positivo l'adozione degli Eurobond?
Perché con l'adozione di questi titoli sarebbe possibile ridistribuire il rischio derivato dal debito pubblico spalmandolo tra tutti gli stati membri a tutela delle economie più fragili come quelle mediterranee.
Economie di paesi ai quali voi proponete un'alleanza. In che senso? Volete un'unione nell'unione?
Spagna, Italia, Portogallo e Grecia sono strutturalmente diverse ma economicamente toccate dalle stesse difficoltà dovute alla crisi. L'Italia se si guardano i numeri all'interno del Parlamento conta poco. Un'alleanza di paesi che invece stanno attraversando le stesse difficoltà permetterebbe di avere un peso maggiore qualora si vogliano proporre misure concertate contro l'austerity.
Quale contributo personale vuoi portare all'Europa?
Se eletto porterò avanti la lotta all'amianto e alla tutela ambientale. In Italia restano 35 milioni di tonnellate di amianto da smaltire e territori da bonificare. Informerò le istituzioni locali sull'attivazione di bandi per l'erogazione di fondi a questo scopo. Inoltre porterò la voce delle piccole comunità depauperate dai servizi. Bisogna incentivare il trasporto su rotaia. Oggi si privilegiano le grandi linee ma anche la provincia e i suoi piccoli centri devono tornare ad essere una priorità.
Lucia Pignari