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Diavolo Rosso: riprende la musica,resta il rumore della piazza
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Diavolo Rosso: riprende la musica,
resta il rumore della piazza

E’ servito soprattutto a chiarire i contenuti dell’ordinanza sul Diavolo Rosso l’incontro che si è svolto nel locale giovedì scorso, alla presenza del sindaco Brignolo. Dopo lo stop alla

E’ servito soprattutto a chiarire i contenuti dell’ordinanza sul Diavolo Rosso l’incontro che si è svolto nel locale giovedì scorso, alla presenza del sindaco Brignolo. Dopo lo stop alla musica dal vivo, i concerti sono ripresi una settimana fa con l’esibizione di Joe Bastianich. Ma le deroghe per suonare dal vivo saranno concesse con il contagocce, un’altra di qui alla fine di dicembre e altre due a gennaio. Nel frattempo si procederà a insonorizzare una parete della ex chiesa di San Michele, al fine di tutelare la quiete di una famiglia che risiede in un alloggio limitrofo.

All’incontro erano presenti affezionati del Diavolo, musicisti e alcuni tra i fondatori dell’associazione; c’erano anche rappresentanti del Comune, i consiglieri Fassone e Panirossi, il dirigente del settore Urbanistica Angelo Demarchis e il comandante della polizia municipale Riccardo Saracco. La discussione si è concentrata in buona parte sulla questione dell’ordine pubblico in piazza San Martino: una residente è intervenuta per segnalare che il vociare della folla è avvertibile anche a finestre chiuse, mentre alcune persone che sostano di fronte al locale, anche quando questo è ormai chiuso, si sarebbero distinte per inciviltà.

I gestori Davide Santagata e Viky Stangoni hanno risposto spiegando le iniziative già avviate per limitare questi disagi, come l’invito a non far rumore all’esterno e la cauzione sul vetro per evitare che bottiglie e bicchieri rimangano in piazza. A chiudere l’incontro Gianluigi Porro e Sergio Miravalle, che insieme ad altri soci fondarono il Diavolo Rosso nel 2000: «Un luogo libero e unico per Asti – hanno detto – ma fragile, perché l’associazione paga un affitto al proprietario, che è un privato. Con 14 anni di storia alle spalle, questo posto meriterebbe di entrare nel patrimonio pubblico della città».

r.n.p.

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