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Europa Verde - Che aria tira ad Asti
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Dibattito di Europa Verde su smog e politiche ambientali: ad Asti «tira una brutta aria»

Al Foyer delle Famiglie ne hanno parlato Maurizio Pallante, Cristina Pronello ed Eleonora Evi insieme al candidato a sindaco Paolo Crivelli

“Che aria tira ad Asti?”. Domanda lecita cui Europa Verde, durante l’incontro di domenica scorsa, ha risposto indicando anche le vie da intraprendere per migliorare la situazione. Molte le persone presenti all’incontro, organizzato in appoggio del candidato sindaco Paolo Crivelli e illustri gli ospiti: Maurizio Pallante, divulgatore scientifico, Cristina Pronello, esperta nel settore della mobilità, Eleonora Evi, europarlamentare, coportavoce nazionale di Europa Verde Verdi e lo stesso Paolo Crivelli, moderati da Giuseppe Sammatrice di Europa Verde Verdi.

Ma non si è parlato solo dell’aria di Asti che è molto inquinata, tanto da posizionare la nostra città tra le peggiori in Italia; anche energia, rifiuti, mobilità e agricoltura sono stati argomenti del convegno. «Se si riuscisse a rendere economicamente interessante quello che è ecologicamente giusto – ha esordito Maurizio Pallante – il numero delle persone interessate crescerebbe immediatamente. Se aumentassimo la raccolta differenziata, che non è un fine, ma un mezzo, – sottolinea – se la facessimo suddividendo in modo giusto, avremmo più oggetti dismessi da recuperare e meno da incenerire con risparmi che ricadrebbero sui cittadini».

Sull’energia, poi, ci sono luoghi comuni da sfatare: «Ad esempio che l’alternativa alle fonti fossili sono le fonti rinnovabili» dice Pallante, aggiungendo che il primo passo da fare è invece ridurre gli sprechi, in questo modo si avrebbe una riduzione di CO2 oltre a una bolletta più leggera. Il comportamento sulla mobilità ha una grossa influenza ambientale. «Il contesto in cui si vive – dice Cristina Pronello – condiziona l’uso dei trasporti», ma non servono incentivi come l’uso gratuito dei mezzi pubblici, per convincere i cittadini a servirsene. Quello che conta è la qualità del servizio.

«Ci sono “leve” da muovere, – continua Pronello – strategie e piani urbani della mobilità sostenibile da costituire oltre a investire in un trasporto alternativo all’auto, mezzo che non è da demonizzare ma da usare in modo equo». Per trovare soluzioni servono comunque dei dati, raccolti con questionari o app: «Se non so come le persone si spostano o in che orari – aggiunge infatti Cristina Pronesti – come faccio a fare cambiare le abitudini, a dare il servizio utile che deve anche essere allettante e offrire un’emozione positiva?»

Sistemi di trasporto integrati, investimento nel trasporto pubblico e nella mobilità ciclabile, attenzione all’uso dello spazio pubblico ed educazione al movimento sono poi alcune delle sfide per cambiare le abitudini di mobilità in città medio-piccole come Asti. «Importante anche lavorare sull’indipendenza energetica – indica Eleonora Evi – e porre attenzione al settore agricolo, non quello industriale e intensivo che contribuisce alla crisi climatica, ma dando sostegno alle piccole aziende locali che usano pratiche in equilibrio con la natura, mettendo quindi in primo piano la salute e non solo il profitto».

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