Cerca
Close this search box.
Dieci anni con il naso rossoper far sorridere i malati
Attualità

Dieci anni con il naso rosso
per far sorridere i malati

Dieci anni con il sorriso. Festeggiano un importante compleanno, questo fine settimana, i 40 clown "anima" dell'associazione di volontariato "L'arte del sorriso ? Vip Asti

Dieci anni con il sorriso. Festeggiano un importante compleanno, questo fine settimana, i 40 clown "anima" dell'associazione di volontariato "L'arte del sorriso ? Vip Asti onlus", facente parte di "Vip Italia onlus" che comprende 56 gruppi in tutto il Paese. Nati nel 2005 ad Asti come gruppo di 20 volontari, ora sono raddoppiati e sono tutti di età compresa tra i 18 e i 65 anni, impegnati principalmente nel servizio in ospedale. Tra loro ci sono studenti, lavoratori in ogni settore, dal muratore all'educatore, pensionati, che donano parte (o tutto) il loro tempo libero per portare allegria laddove, purtroppo, non c'è. «Il nostro compito ? spiega la presidente dell'associazione, Angela Sardi – è applicare i principi della clonwterapia ideata dal noto medico americano Patch Adams, basata sull'assunto che la risata aumenta le endorfine e consente una guarigione più veloce nei malati. Noi lavoriamo prevalentemente in ospedale o comunque con chi è malato o ha problemi, quindi con persone concentrate sul loro dolore. Ecco, il nostro compito è rompere gli schemi della tristezza e portare allegria».

L'impegno principale dell'associazione è infatti il servizio all'ospedale "Cardinal Massaia", al sabato pomeriggio nei reparti di Pediatria e Ginecologia e il primo e ultimo martedì del mese solo in Pediatria per raccontare le favole ai bambini prima che si addormentino. «Entriamo nelle stanze a gruppi e proponiamo le nostre gag, spesso improvvisate a seconda di come "rispondono" le persone. Abbiamo i nostri camici colorati e i nostri "ferri del mestiere", dal naso rosso ai giocattoli e ai pupazzi, e il nostro compito è far divertire i pazienti. Certo, con alcuni accorgimenti. In generale entriamo solo quando il personale sanitario ci dà il via libera, e, per quanto riguarda gli adulti, solo laddove ci danno il permesso i diretti interessati. «In tutti i casi rimaniamo cinque minuti per stanza ?- spiega Angela Sardi -? ma quando le persone "rispondono" bene ci fermiamo anche di più. A volte organizziamo anche dei brevi spettacoli in sala d'aspetto. Discorso a parte per i bambini, che ci accolgono sempre con grande entusiasmo, a volte fin troppo. L'unico neo è che all'inizio sono spaventati dal camice, perché inizialmente ci scambiano per dottori. Ma quando cominciamo ad utilizzare con le nostre "siringone giocattolo" colorate e i nostri pupazzi, allora si sciolgono.

Certo, non sempre è facile. «In tutti i casi, quello che ripetiamo sempre ai nostri volontari ? precisa ? è che siano sinceri con sé stessi e con i colleghi, ammettendo prima se non se la sentono di entrare in una stanza che accoglie pazienti più gravi, specialmente in Pediatria. Entrare e poi non trattenere le lacrime è deleterio. Meglio dire che non si è in grado, lasciando il compito ha chi non ha di questi problemi, capendo che non si tratta di una sconfitta. Si può benissimo continuare il proprio impegno in compagnia di altri pazienti». Per svolgere il loro compito i clown de "L'arte del sorriso" seguono appositi incontri di formazione. «Per entrare a far parte dell'associazione ? sottolinea – bisogna seguire un corso di tre giorni inerente i principi delle clownterapia, alcune tecniche di giocoleria e clowneria, le norme igieniche da rispettare quando si va a prestare servizio in ospedale, oltre ad una lezione sull'approccio psicologico da tenere con pazienti e familiari. Dopodiché, ogni mercoledì sera ci troviamo per fare allenamento, imparando nuove gag e ripassando le norme».

Ma il servizio in ospedale non è l'unica attività dell'associazione. Innanzitutto c'è il progetto "Circostanza", il primo di questo tipo a partire in Italia, col quale i volontari trascorrono un'ora a settimana a casa di un bambino affetto da malattia grave. Nell'Astigiano seguono sette bimbi con cui svolgono attività di vario tipo. Poi c'è "Allarghiamo il cerchio", in collaborazione con i Servizi territoriali del Comune, in base al quale incontrano periodicamente tre adulti disabili che li aiutano ad organizzare la Giornata del Naso Rosso, l'unico appuntamento (si svolge ogni anno a maggio) in cui l'associazione esce in piazza e organizza la raccolta fondi ufficiale (da ricordare, a questo proposito, che i volontari non percepiscono alcun compenso e tutto ciò che raccolgono tramite donazioni lo devolvono all'associazione).

E ancora visitano le case di riposo per organizzare spettacoli, vanno ad animare feste di compleanno private, anche a casa del festeggiato, collaborano con altre associazioni (come Admo e ComuniCAAbile), spiegano i principi della clownterapia nelle scuole, partecipano a feste per bambini (come quella di Carnevale al Circolo Nosenzo, il "quartier generale" dei loro allenamenti) e trascorrono alcuni periodi nelle missioni presenti nei Paesi poveri. Ma quali qualità deve avere un clown per svolgere queste attività? «Nessuna in particolare ? risponde la presidente ? se non la voglia di dedicare parte del proprio tempo agli altri. Ci sono persone molto chiuse che poi si rivelano clown perfetti. A questo proposito ricordo che siamo sempre in cerca di nuovi volontari, perché i progetti sono tanti e il tempo a disposizione di ciascun volontario è sempre poco. Quindi accogliamo a braccia aperte tutte le persone che vogliono unirsi a noi». Per informazioni contattare la presidente al numero 333/6628007, bimbi.clown@yahoo.it.

Elisa Ferrando

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Le principali notizie di Asti e provincia direttamente su WhatsApp. Iscriviti al canale gratuito de La Nuova Provincia cliccando sul seguente link

Scopri inoltre:

Edizione digitale