Nell’ambito della Festa dell’Unità, promossa dal Pd, si è svolto un dibattito intitolato “Idee per Asti”, un momento di incontro e approfondimento sulle possibili traiettorie di sviluppo. Il confronto, moderato dal giornalista Riccardo Santagati, ha coinvolto esperti del sociale, architettura, tecnologia e amministrazione, toccando temi cruciali come l’integrazione sociale, la sostenibilità urbana, l’infrastruttura digitale e il ruolo della città nel sistema logistico del Nord-Ovest. Alberto Mossino, consigliere di Atc Piemonte Sud, ha focalizzato l’attenzione sull’edilizia popolare, sottolineando come la gestione non possa limitarsi al solo contenitore fisico, ma debba affrontare con attenzione il contenuto sociale: «Non si può ragionare solo di grondaie e tetti, senza approfondire le reali necessità e le problematiche di coloro che vivono in questi contesti abitativi». Mossino ha raccontato la volontà pionieristica di Asti nel tentativo di integrare servizi sanitari e sociali all’interno dei condomini Atc, per affrontare il degrado e il disagio.
L’architetto Paolo Catrambone ha portato il tema del riuso degli spazi e della sostenibilità applicata all’urbanistica. Ha presentato dati sulla scarsa copertura vegetale e sull’incremento delle isole di calore ad Asti, evidenziando come la vera sfida sia preservare l’energia già spesa. A suo avviso «la sostenibilità vera è quella che porta al riuso degli edifici, anche il loro ampliamento, l’adattabilità, con spazi che se cambiano uso nel tempo non necessitano di demolizione».
Sull’importanza delle infrastrutture digitali e della sovranità dei dati è intervenuto Leonardo Camiciotti, Executive Director del consorzio Top-ix. Camiciotti ha messo in guardia contro l’eccessiva concentrazione di potere nelle mani di pochi giganti tecnologici e la dipendenza che ne deriva. Ha illustrato i rischi di un utilizzo passivo dei servizi digitali: «Se un giorno magari cambia il proprietario di queste grandi multinazionali e decide di chiudere l’accesso alle informazioni, noi cosa facciamo?». Per Camiciotti anche una realtà come Asti può investire nello sviluppo di reti digitali, unendo le piccole realtà che già operano sul territorio, creando così opportunità di crescita e sviluppo.
Il dibattito ha poi affrontato la logistica e il retroporto di Genova, con l’intervento di Alessandro Terrile, vicesindaco del capoluogo ligure. Terrile ha spiegato che la Zona Logistica Semplificata (Zls), che ora include anche Asti, non deve trasformarsi in un mero deposito di container. La priorità sono le infrastrutture che consentano un rapido flusso delle merci, e per questo ha messo in guardia contro la visione inefficiente della logistica. «Il container fermo non produce ricchezza, non produce lavoro, diventa un parcheggio e ha un bassissimo indice di occupazione». Dal fronte sindacale, gli interventi di Stefano Calella (Cisl) e Armando Dagna (Uil). Calella, segretario generale aggiunto della Cisl Alessandria Asti, ha sottolineato la necessità di una forte coesione sociale e politica per riattivare strumenti di confronto come l’ex “Tavolo dello Sviluppo”. Secondo il sindacalista, «chiunque amministrerà la città dovrà avere la capacità di saper costruire una serie di coesioni: sociali, con le organizzazioni datoriali e sindacali». Dagna, segretario provinciale Uil, ha espresso una visione meno ottimista, criticando la mancanza di una vera azione politica.
In chiusura, la consigliera comunale del Pd, Maria Ferlisi, ha assicurato l’impegno a non disperdere il patrimonio di idee emerse. «Asti ha bisogno di scelte coraggiose. Il retroporto di Genova può essere un’opportunità portando lavoro vero e tutelando l’ambiente – ha poi osservato la consigliera – L’innovazione digitale deve avere ricadute concrete garantendo lavoro di qualità per giovani e imprese. La mobilità dev’essere ripensata restituendo le strade alle persone e la casa deve tornare a essere un diritto, non solo un privilegio. Su questi temi servono scelte lungimiranti, ma purtroppo ad Asti spesso vediamo decisioni prese guardando solo all’immediato. Penso sia importante che in questa città – ha concluso Ferlisi – si discutano temi che la colleghino a sfide nazionali e internazionali perché solo così possiamo immaginare uno sviluppo che guardi al futuro. Il Pd di Asti vuole riportare la politica tra la gente, con ascolto e soluzioni reali».
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