E’ giunto alle battute finali il Piano di programmazione della rete scolastica, meglio conosciuto come Piano di dimensionamento, destinato a ridefinire la “mappa” delle scuole astigiane dall’anno scolastico 2024/2025.
Comune e Provincia hanno infatti deliberato in ottemperanza alle richieste pervenute dalla Regione Piemonte alla luce del decreto interministeriale che disciplina la materia: sul tavolo, la razionalizzazione delle autonomie scolastiche.
La deroga per l’istituto “Penna”
La Provincia, nello specifico, si è occupata del secondo ciclo di istruzione, relativo alle scuole superiori. Inizialmente l’Amministrazione provinciale aveva previsto l’accorpamento dell’istituto agrario Penna, l’unico della provincia di Asti a non raggiungere la soglia dei 600 studenti necessaria per avere garanzia di autonomia, all’istituto Artom. Poi, dopo un intenso confronto che ha visto anche esprimersi contro il provvedimento parte del mondo politico, i sindacati e il consiglio di istituto del “Penna”, il 21 ottobre il Consiglio provinciale ha deciso di chiedere alla Regione Piemonte la deroga di un anno. «In questo modo – commenta il presidente della Provincia, Maurizio Rasero – avremo un anno di tempo per ragionare sul futuro dell’istituto, unico nel suo genere nella nostra provincia, e valutare con calma se la scuola potrà mantenere l’autonomia o, in caso contrario, quali potranno essere le prospettive migliori a livello di accorpamento».
«E’ stato un lavoro impegnativo e per nulla superficiale – aggiunge Tiziana Gaeta, consigliera delegata alla Programmazione scolastica – perché amiamo i nostri territori, ma dobbiamo seguire le indicazioni che provengono dall’alto. Dopo un intenso confronto, abbiamo chiesto una deroga: vedremo se ci sarà concessa».
Nel frattempo stasera (martedì) sarà sottoposta al vaglio del Consiglio provinciale la delibera generale di programmazione della rete scolastica, dalle scuole dell’infanzia alle superiori, alla luce della conferenza territoriale di venerdì scorso e delle delibere dei comuni della provincia (che non prevedono cambiamenti). Una volta approvata, sarà inviata alla Regione entro il 3 novembre.
La delibera comunale
Per quanto riguarda, nello specifico, il primo ciclo di istruzione ad Asti, il consiglio comunale del 23 ottobre ha approvato la “verticalizzazione”, trasformando gli ultimi due circoli didattici (il primo e il quinto) in istituti comprensivi, previa seprazione delle scuole medie Martiri della Libertà e Brofferio, che da anni condividono la dirigenza.
La Martiri della Libertà sarà abbinata alle scuole materne XXV Aprile, Serravalle e alle primarie Rio Crosio, Buonarroti e Serravalle, in modo che formino l’istituto comprensivo 5 a servizio della zona ovest della città. La scuola media Brofferio sarà invece abbinata alle scuole materne Agazzi, Bosco dei partigiani, Cattedrale e alle primarie Salvo d’Acquisto, Oberdan, Dante e San Domenico Savio, formando così l’istituto comprensivo 4 a servizio principalmente della zona Nord. Nulla cambierà, invece, per gli altri istituti comprensivi già attivi.
La pratica è passata con i voti favorevoli della maggioranza e quelli contrari della minoranza, raccogliendo peraltro opinioni negative anche dal movimento sindacale.
I commenti
Tra i consiglieri che hanno espresso giudizio negativo Massimo Cerruti, consigliere comunale del Movimento 5 Stelle. «Dopo una maratona di cinque ore di discussione in Consiglio comunale, l’Amministrazione ha incredibilmente deciso di tagliare il numero di autonomie e di operatori scolastici, amministrativi e dirigenti delle scuole astigiane», afferma. «Una decisione che penalizza bambini e ragazzi, insegnanti, uffici amministrativi già in difficoltá e, creando un precedente, traccia una strada pericolosa senza possibilità di ritorno per la didattica astigiana».
A difendere la pratica l’assessore comunale all’Istruzione Loretta Bologna. «Prima di sottoporre la delibera in Consiglio comunale – ha affermato – mi sono ancora recata presso la Regione Piemonte per sapere se fosse possibile una deroga. Mi è stato risposto di no in quanto il dimensionamento è un obiettivo strategico del PNRR. In sostanza, come sottolineato dal Ministero dell’Istruzione, è volto a raggiungere due obiettivi. In primo luogo la verticalizzazione, per fare in modo che le scuole siano organizzate tutte in istituti comprensivi, dalle materne alle medie, per assicurare la continuità didattica. In secondo luogo, dopo il dimensionamento, si procederà con l’eliminazione degli incarichi di dirigenza in reggenza (affidati temporaneamente a presidi che guidano già una scuola) dato che non assicurano la programmazione adeguata».