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Attualità

Non può muoversi, ma per l’Inps
non merita l’accompagnamento

Diabete, cardiopatia, tumore al retto, psoriasi, piede diabetico, retinopatia, fistola incisa più volte e non richiusa, in lista per un intervento con cellule staminali. Un triste rosario di malattie

Diabete, cardiopatia, tumore al retto, psoriasi, piede diabetico, retinopatia, fistola incisa più volte e non richiusa, in lista per un intervento con cellule staminali. Un triste rosario di malattie e una invalidità riconosciuta al 100% che, però, per lo Stato italiano non è ancora sufficiente per ottenere l'assegno di accompagnamento. Così, alla lunga battaglia che un astigiano sta combattendo contro la sua cattiva salute, si aggiunge quella burocratica contro una previdenza che sembra essere cieca alle esigenze di un uomo che non è più in grado di accudire a sè stesso da solo. La storia è quella di Ercole Barolo, 72 anni e la denuncia arriva alla moglie, Gabriella, 64 anni, sua "infermiera personale" da molti anni ormai.

«E' dal 2004 che mio marito ha gravi problemi di salute – racconta la donna – Siamo partiti con un coma di 5 giorni senza diagnosi precisa della causa; qualche anno di tranquillità e poi, 6 anni fa, il tumore al retto. E' stato operato, gli è stato ricostruito il tratto e ha condotto la lunga convalescenza che ne è derivata. Negli ultimi anni, poi, le cose sono precipitate. E' emersa la psoriasi, ha subito due piccoli interventi chirurgici per una fistola che a tutt'oggi non vuole richiudersi. Lui è diabetico, quindi è già allo stadio di piede diabetico e ci vede pochissimo a causa di una retinopatia dovuta sempre alla malattia a cui si è aggiunta una condizione di cardiopatia. Ha gravi problemi di sonno e ormai non riesce più a muoversi senza aiuto».

La famiglia ha inoltrato la domanda per ottenere l'invalidità e ad agosto l'uomo è stato convocato dalla Commissione Inps che lo ha visitato e si è riservato la valutazione all'esito di un secondo intervento chirurgico cui è stato sottoposto nell'autunno; poi lo ha richiamato alla visita. «Ho chiamato un'ambulanza per portarlo alla visita in barella. Arrivati lì – racconta la moglie – in due lo hanno afferrato per alzarlo e per tenerlo in piedi, gli hanno dato un treppiede e gli hanno fatto fare tre passi, non uno di più, perchè poi lui si è accasciato stanchissimo e stremato. Era evidente che non poteva più muoversi. Eppure – ricorda arrabbiata la signora Gabriella – tutto questo non è bastato: pochi giorni fa ho ricevuto l'esito della visita che conferma la sua invalidità al 100% ma niente accompagnamento».

In compenso i valutatori hanno riconosciuto l'applicazione di quanto previsto dalla legge 104 alla moglie (norme che consentono di assentarsi dal lavoro per accudire un parente invalido). «Peccato che a me non serva, perchè sono già in pensione – risponde piccata la moglie di Barolo – noi abbiamo bisogno dell'assegno di accompagnamento (fra i 150 e i 200 euro n.d.r.) per far fronte alle molte spese mediche extra non passate dal sistema sanitario nazionale: il ticket per molti dei medicinali che deve prendere, unguenti per la psoriasi, integratori alimentari, materiale di consumo come garze, cotone, disinfettante e l'alimentazione speciale per diabetici. Senza contare le visite specialistiche».

La moglie, poi, è preoccupata per quando non sarà più in grado, da sola di accudire il marito e dovrà chiedere l'aiuto di qualcuno. «Mio marito ha lavorato una vita come carrozziere prima e corriere di dolciumi poi, lo ha fatto finchè la malattia non lo ha fermato. Danno tanti soldi a persone che non ne hanno diritto e a lui che non si muove più negano un piccolo assegno di accompagnamento. Siamo in attesa di un nuovo intervento chirurgico, appena sarà a casa riproporremo la domanda e non ci fermeremo finchè non verrà riconosciuta la sua necessità».

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