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Attualità

Nessun inceneritore né nuova discarica
il sito di Cerro reggerà per otto anni

Il Cbra approva una delibera che elimina le restrizioni imposte dal piccolo Comune nel protocollo d'intesa firmato alla costruzione del raddoppio delle vasche. L'accorpamento con l'Ato alessandrina e il passaggio di competenze impiantistiche alla Regione rendono superato l'accordo. E per i trent'anni successivi alla chiusura della discarica, Cerro non pagherà la quota di smaltimento.

Non sarà costruito un inceneritore nè sarà realizzata una nuova discarica post Cerro: a dare rassicurazioni è stato oggi l'assessore all'Ambiente del Comune di Asti Alberto Pasta in veste di presidente del Cbra, il Consorzio di Bacino dei rifiuti astigiani. Un'assemblea convocata per modificare il famoso "protocollo d'intesa" che era stato sottoscritto fra Provincia, Cbra, Comune di Asti e di Cerro Tanaro che conteneva delle garanzie per il piccolo comune che accoglie la discarica di rifiuti pretrattati chiamato tre anni fa a deliberare la costruzione di altre due vasche per non andare in emergenza rifiuti.

Il protocollo originale prevedeva una serie di restrizioni e di cronoprogramma che impegnavano Provincia e Cbra ad individuare prima le macroaree e, in un secondo tempo, il sito per la discarica post Cerro o, in alternativa, a garantire una soluzione che assicurasse la chiusura dell'impianto al raggiungimento dell'ultimo chilo di rifiuti previsto, senza uno di più. Restrizioni che il Comune guidato da Mauro Malaga ha deciso di ritirare visto che, nel frattempo, è cambiato tutto il contesto nel quale era maturata l'intesa.

Intanto la scomparsa del Cbra con l'accorpamento in un unico ambito con Alessandria e dunque una proiezione della politica di smaltimento dei rifiuti su un territorio molto più vasto che dispone di molti più impianti. E poi il passaggio delle competenze in tema di realizzazione di nuovi impianti dalle Province alla Regione. Considerando poi ancora che la Provincia di Asti è destinata alla soppressione, non aveva più alcun senso quel protocollo, i cui interlocutori stanno velocemente decadendo. Niente inceneritore nè nuova discarica, ma molta fiducia nella nuova discarica alessandrina di Solero, a pochi chilometri da Cerro. Che, per ora, ha inaugurato una sola delle otto vasche previste per una capienza complessiva imponente.

Se il conferimento alla discarica di Cerro Tanaro proseguirà come la media degli ultimi anni, l'Astigiano può dormire sonni tranquilli per i prossimi 6/8 anni, qualcuno in più se viene attuata una politica di incentivazione della raccolta differenziata con il piano d'ambito approvato e non ancora messo in pratica. «In questi anni di "serenità" che abbiamo davanti nel settore rifiuti -ha commentato Pasta- abbiamo tutto il tempo di studiare un'alternativa valida ed economica in modo da non farci trovare impreparati alla saturazione di Cerro. Sono sicuramente contrario all'inceneritore ma nei prossimi anni la tecnologia potrebbe mettere a punto delle tecniche e modalità più efficienti ed ecologicamente sostenibili e allora, ragionando anche con il vasto territorio alessandrino, si potrebbe arrivare a soluzioni di smaltimento dei rifiuti diverse da quelle dell'invaso.»

Nel frattempo, intanto, si cercherà di far lavorare a pieno regime l'impianto di pretrattamento e valorizzazione della plastica di Valterza, attualmente sovradimensionati rispetto ai soli rifiuti conferiti dal bacino astigiano. Il nuovo protocollo di intesa approvato oggi prevede anche che il Comune di Cerro Tanaro venga esonerato dai costi di smaltimento in discarica (qualunque essa sarà) nel periodo trentennale post mortem della sua discarica.

Daniela Peira

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