Richiesta per tutelare i vini piemontesi
Distillazione, stoccaggio, riduzione delle rese. Sono questi i tre capisaldi, nell’ordine, delle richieste che Piemonte Land of Perfection, il super consorzio che raggruppa e armonizza la comunicazione dei Consorzi di Tutela dei vini piemontesi, mette sul tavolo per la prossima vendemmia. «La crisi dovuta alla pandemia da Covid-19, con la chiusura di mercati nazionali ed esteri e la contrazione violenta dei consumi, nonché la cancellazione di molti ordinativi, rischia di mettere in ginocchio il mondo del vino piemontese e di avere ripercussioni nefaste e imprevedibili su una filiera agricola che coinvolge molti altri comparti produttivi, dalla tecnologia ai nuovi media» è la fotografia impietosa di Filippo Mobrici, presidente dell’ente sovraregionale e alla guida del Consorzio del Barbera e dei Vini del Monferrato. Road map inviata a Regione e autorità statali «perché il mondo enologico ha bisogno di risposte certe e non procrastinabili».
Distillazione delle eccedenze vinicole
La distillazione d’emergenza delle eccedenze vinicole, da avviare eventualmente alla produzione di alcol igienizzante, è la proposta principale «e va imputata soprattutto all’incertezza sulla reale capacità del mercato domestico e di quelli esteri di assorbire le produzioni di vino piemontese». Attività da applicarsi a tutte quelle denominazioni che ne abbiano necessità per una quantità di prodotto che si aggira tra i 250 e i 280 mila ettolitri con un valore stimato attorno ai 43 milioni di euro. «Questa soluzione eviterebbe giacenze di prodotto invenduto prima della vendemmia che potrebbero generare dannose speculazioni».
Seconda opzione, lo stoccaggio
La seconda opzione, lo stoccaggio, riguarda una quantità di vini che sfiora i 600 mila ettolitri, tra sfuso, imbottigliato e prodotto da avviare alla conservazione refrigerata. Gli aiuti, attraverso l’attivazione di opportuni impianti e disposizioni logistiche, valgono poco più di 21 milioni di euro.
Riduzione delle rese
Infine la riduzione delle rese, sia in vigneto sia in cantina, che diminuirebbe la produzione di uva e di vino così da evitare pericolosi surplus che inciderebbero in maniera negativa sui prezzi. Gli ettari interessati, in tutte le aree viticole piemontesi, sono circa 34 mila, per un volume attorno ai 731 mila quintali di uva e un valore di 58 milioni di euro. Altri stumenti per attutire il colpo sono l’incremento della percentuale ammessa al taglio d’annata, attualmente pari al 15%, e il posticipo delle scadenze relative agli impianti, vista la difficoltà a recuperare la manodopera necessaria.
Dare impulso alla promozione
Senza dimenticare la promozione. «Piemonte Land chiede con forza di dare un impulso significativo alla promozione delle denominazioni regionali sui mercati interno e internazionale – si legge in un comunicato – I Consorzi di tutela, infatti, concordano sull’importanza strategica di un grande sforzo futuro finalizzato a riconquistare le quote di mercato perse durante la pandemia e garantire un reddito dignitoso ai viticoltori e a centinaia di famiglie. Per questo ritengono indispensabile rivedere i bandi OCM e PSR, consentendo variazioni in materia di investimenti e paesi target».
Il coronavirus e lo stress finanziario
Aggiunge Filippo Mobrici: «La chiusura del canale horeca (hotel, ristoranti, bar, enoteche) ha causato un’insostenibile contrazione delle vendite per molte aziende, solo in parte attenuata dai flussi della grande distribuzione organizzata. Il rischio concreto per il vino piemontese è di non riuscire a sopportare lo stress finanziario causato dal coronavirus. Per questo ci stiamo attivando in tutte le sedi opportune per chiedere misure straordinarie utili a superare questo periodo e preparare il terreno per il futuro rilancio del comparto. Fin da ora – continua Mobrici – dobbiamo pianificare una grande azione promozionale per rilanciare i nostri vini da sempre ambasciatori della nostra regione nel mondo. Lancio un appello a tutti gli operatori del territorio, affinché mostrino la solidarietà indispensabile a gettare il seme della ripresa. In questo momento è fondamentale stringersi attorno alle nostre Denominazioni, dalla cui salute passa l’economia e la salvaguardia del nostro territorio».
Giovanni Vassallo