«Perché il Comune di Asti ha rinunciato a partecipare al nuovo bando regionale del commercio predisposto dalla Regione Piemonte?». A domandarlo tramite un’interpellanza sono i consiglieri di minoranza dei gruppi Prendiamoci Cura di Asti – Asti Oltre, Europa Verde – Verdi, Uniti si può, Ambiente Asti, Partito Democratico e Movimento 5 Stelle.
Il consigliere Roberto Migliasso, fin dalla sua elezione attento alle dinamiche del commercio locale e alla crisi che continua a insistere sulla città in un settore tanto strategico, quanto in affanno, ha voluto porre l’attenzione, da parte di tutta la minoranza, sulla non partecipazione al bando che mette sul piatto 7,2 milioni di euro in totale.
«Preso atto – scrivono i consiglieri – che il commercio astigiano da alcuni anni risente in modo significativo della crisi del comparto che si manifesta in continue chiusure di attività commerciali nelle vie del centro e in quasi tutti i quartieri cittadini,
che il surplus non erogato avanzato dal bando sui Distretti del commercio, pari a 90.000 euro circa, deve ancora trovare collocazione e distribuzione tramite nuovi interventi sul decoro e sulle strutture dei mercati astigiani e tenuto conto del
ruolo che l’amministrazione deve avere nello stimolare il commercio con ogni suo mezzo a disposizione, chiediamo di sapere perché il Comune abbia rinunciato a partecipare al bando e perché non abbia tenuto conto delle altre realtà del commercio astigiano, come quello di vicinato, dei negozi delle frazioni, dei sempre più diffusi negozi etnici e dei mercati rionali creando nuovi distretti che rappresentino queste categorie».
Proprio con l’ottica di ufficializzare nuovi ipotetici distretti, in rappresentanza delle categorie escluse, i consiglieri hanno chiesto la convocazione dell’apposta commissione con il direttore di Confcommercio, Claudio Bruno, nelle sue vesti di manager del Distretto di Asti.
A replicare alle accuse dell’opposizione è l’assessora al Commercio, Loretta Bologna. «Respingo con fermezza ogni accusa di superficialità o negligenza. L’amministrazione ha esaminato con attenzione il bando in questione, valutando la reale compatibilità dei criteri richiesti con le esigenze e le priorità del nostro territorio, nonché la sostenibilità economico-finanziaria degli interventi da proporre – osserva l’assessora – Non sempre, infatti, partecipare a un bando rappresenta un atto vantaggioso o opportuno per l’Ente, soprattutto quando le condizioni imposte risultano restrittive, o quando i fondi disponibili richiedono cofinanziamenti o anticipazioni non sostenibili in questa fase. Le scelte amministrative non possono e non devono essere guidate da logiche di propaganda o di “corsa al finanziamento” a ogni costo, ma devono piuttosto rispondere a una visione strategica, concreta e responsabile, che tenga conto delle risorse, delle tempistiche e delle reali ricadute sui cittadini e sul tessuto commerciale locale. Comprendo il ruolo della minoranza nel sollevare osservazioni e proporre spunti di riflessione, ma invito i consiglieri firmatari a evitare inutili allarmismi e strumentalizzazioni che non fanno bene alla città e rischiano solo di alimentare confusione tra operatori e cittadini».
Bologna ricorda che «dal precedente bando, per il quale sono stati erogati contributi diretti alle imprese locali, sono avanzati 169.000 euro che l’amministrazione ha deciso di investire in opere nel centro come la sostituzione arredo urbano delle piazze principali, il ripristino e potenziamento di impianti di di elettrificazione dei mercati di piazza Catena e di piazza del Palio, il posizionamento di installazioni luminose su piazza Roma e piazza Medici, il ripristino dei bagni pubblici di piazza Catena e piazza del Palio (interventi finanziati e che verranno ultimati nei prossimi giorni), la verniciatura degli arredi urbani del centro (anche questi ultimati prossimamente), il posizionamento di quattro totem con QrCode che identificano le attività commerciali del centro unitamente a informazioni per i turisti. Tutto ciò in un’ottica di sostegno al commercio locale».
«A seguito di un’attenta analisi effettuata attraverso una riunione della cabina di regia che ha visto la partecipazione di tutte le principali associazioni di categoria e non solo dell’amministrazione comunale – conclude l’assessora – si sono analizzati i punti di forza e di debolezza del nuovo bando, anche a seguito di interlocuzioni dirette con gli uffici regionali. Nel corso della discussione, visto che sono anche nati nuovi Distretti del commercio in altri territori e le risorse rimanevano più o meno le stesse, si è scelto di non partecipare al nuovo bando in modo condiviso e responsabile, preparandosi con serietà al nuovo bando 2026».