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Attualità
Figura di riferimento

Don Pierino, storia di un sacerdote di paese

Intervista al parroco don Torchio, 55 anni di sacerdozio interamente vissuti ad Antignano
Ha 80 anni di età e 55 di sacerdozio, interamente vissuti nella parrocchia di Antignano: in due righe si condensa la storia di don Pierino Torchio, che del paese è stato ed è una figura di riferimento essenziale. Mi riceve cordialmente nella canonica, affacciata sul giardino della casa di riposo, dalla cui cucina gli portano i pasti: «È un po’ triste mangiare da soli – dice – ma bisogna riconoscere che il cibo è buono». Qualche parola, poi chiedo com’è iniziata la sua missione pastorale.

«Sono stato ordinato sacerdote il 29 giugno 1968 ed il giorno successivo sono venuto ad Antignano per aiutare il parroco di allora, don Stefano Torchio, che era mio zio ed aveva problemi di vista. Dopo un paio di mesi don Stefano venne operato, ma andò male e perse l’occhio, per cui il vescovo decise di lasciarmi qui. Mi trovai subito bene, perché mio zio era molto benvoluto e questo rese più facile il mio inserimento nella vita del paese. Dopo vent’anni divenni parroco e da allora sono qui».

Com’è cambiato il paese in questo lasso di tempo?

Una volta c’erano tanti bambini e l’oratorio era sempre pieno, oggi sono meno, ma si fanno ancora tante cose. Allora tutti nascevano in paese, oggi molti se ne sono andati e non sempre i figli hanno rimpiazzato le famiglie di origine.

E la fede?

(Don Pierino sorride) Qui è come da ogni altra parte: quando ero giovane c’era più gente in paese e maggior partecipazione a tutto, alle funzioni, alla messa. Qualche anno fa chi arrivava in paese si amalgamava nella comunità, oggi è un po’ diverso: la benedizione delle case serve anche per conoscere le persone. Abbiamo però un bel gruppo di giovani genitori, sui 30/40 anni, che indirizzano i loro figli verso la fede.

Dal 2000 lei è anche parroco di Revigliasco…

I sacerdoti oggi sono pochi, così mi è stato dato anche questo incarico, ma è un paese così vicino che ho potuto continuare ad abitare qui.

Insomma, Antignano è la sua casa…

Sia io che i miei parrocchiani non riusciamo a pensarci separati, perché gli anziani li conosco da sempre e i più giovani sono nati con me. Nel 1968 siamo stati ordinati sacerdoti in quattro: don Guido Franco, don Remo Bonello, don Michelino Cherio, che si è ritirato, ed io. Sono un ottantenne, ma dopo aver trascorso la vita qui ritirarmi sarebbe un passo cattivo da fare. Don Pierino si mostra stupito che qualcuno si interessi alla sua storia, ma in un tempo che è il trionfo dell’effimero la vicenda personale di un sacerdote così profondamente intrecciata con quella della sua comunità è davvero una bella notizia.

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