A Palazzo Mazzetti un’anteprima della Douja d’Or, ma il presidente della Provincia fa scoppiare il “casus belli” sull’esclusione dell’Ente
Presentazione con querelle a sorpresa per la Douja d’Or, edizione 2020, avvenuta questa mattina a Palazzo Mazzetti, cuore della cultura astigiana. Le istituzioni locali, Comune di Asti, Camera di Commercio, Fondazione CrAsti, Piemonte Land, Regione Piemonte, hanno convocato i giornalisti per dare loro un anticipo di Douja, senza però svelare il programma definitivo per il quale bisognerà ancora attendere fino al 1° settembre.
Più che una presentazione, è stato un momento utile per far emergere il lavoro svolto dietro le quinte nel tentativo di dare ad Asti, anche in tempi di pandemia, la sua principale manifestazione sul vino.
Assente, durante l’incontro, il presidente della Provincia Paolo Lanfranco che per due volte aveva accolto nell’ex sala consiliare dell’Ente tutti i soggetti coinvolti nella preparazione della Douja auspicando che, per quest’anno, si iniziasse a guardare non solo al capoluogo, ma anche ai territori provinciali facendoli partecipare all’evento da protagonisti. Assenza che poche ore dopo si è ufficialmente trasformata nella querelle del giorno.
Lanfranco accusa: “Biasimo l’esclusione dell’Ente che rappresento”
Questa mattina, Lanfranco non ha partecipato all’incontro ufficiale a Palazzo Mazzetti per mancanza di tempo o per altri impegni, ma perché nessuno l’avrebbe avvisato, né invitato. A dirlo è lo stesso Lanfranco in una nota diffusa pochi minuti fa e inviata ai presidenti della Camera di Commercio Renato Goria, della Fondazione CrAsti Mario Sacco, di Piemonte Land Matteo Ascheri e, per conoscenza, al Prefetto di Asti, al sindaco Maurizio Rasero, al vice presidente della Regione Piemonte Fabio Carosso e ai consiglieri provinciali. Abbastanza per creare un “caso” politico, ancor prima che diplomatico.
“Apprendo da fonti stampa che stamane a Palazzo Mazzetti è stato presentato il programma della “nuova Douja”, alla presenza dei rappresentanti del Comune di Asti e della Regione – commenta Lanfranco – Non posso esimermi dal biasimare formalmente l’esclusione dell’Ente che rappresento da tale iniziativa, di cui si riconosce la grande rilevanza per la promozione dell’intero territorio, al fine di chiarire come la mia assenza, in qualità di Presidente della Provincia, non sia in alcun modo da addebitare a disattenzione o indisponibilità da parte mia e dell’intera Amministrazione provinciale, quotidianamente impegnata in attività di supporto e di presidio del territorio. Il ripetersi di incresciose violazioni dei rapporti istituzionali nei confronti della Provincia, seconda istituzione del territorio, seconda solo alla Prefettura, mi impone di denunciarne pubblicamente quanto avvenuto a tutela dell’Ente stesso e della sua dignità. Non sfugge peraltro come tale disattenzione – continua Lanfranco – non trovi precedenti nelle edizioni della Douja d’or degli anni passati, rendendo necessario evidenziare che eventuali divergenze emerse a livello politico, di idee e/o di strategie per il territorio, quali quelle emerse negli ultimi mesi, non dovrebbero in alcun modo fare venire meno l’elementare educazione istituzionale né la necessaria sinergia tra enti, che peraltro imporrebbero il riconoscimento delle istituzioni locali anche attraverso la presenza dei relativi loghi sul materiale divulgativo volto a promuovere le manifestazioni. Purtroppo più nulla può essere dato per scontato, neppure che le istituzioni rimangono tali e come tali vanno considerate a prescindere da chi le ricopre pro tempore o dall’erogazioni di contributi, che da parte di questo Ente non sarebbero peraltro consentiti. Ricordo peraltro che le riunioni tra le istituzioni locali e la Giunta regionale volte a stimolare l’organizzazione della manifestazione settembrina si sono svolte proprio nel Salone della Provincia”.
Una Douja di transizione in vista del futuro
Caso diplomatico a parte, la Douja di transizione sarà presentata in via definitiva fra qualche settimana, ma è stata confermata l’idea di proporre un format più lungo e diffuso. “Sarà il primo importante evento sul vino in Piemonte – ha spiegato Renato Goria – e l’aspetto più importante sarà dato dalla sicurezza con cui sarà svolto. Non ci saranno il concorso nazionale, né i premiati e nemmeno dei vincitori, ma insieme a Piemonte Land e ad Asti Musei abbiamo ideato un format per realizzare una manifestazione in presenza rivedendola nello spazio e nel tempo: il raggio d’azione sarà su tutta la provincia e, anziché i canonici undici giorni, durerà per quattro week end tra settembre e la prima settimana di ottobre. L’obiettivo è portare lavoro alle imprese, ai ristoranti, bar, alle cantine mantenendo la centralità del vino lungo tutta la manifestazione”.
“Vino, cibo, cultura e Monferrato” rappresentano le parole chiave, nella comunicazione social gli hashtag, che raccontano un’idea di Douja d’Or diffusa, legata alle eccellenze del territorio (anche gastronomiche), ma con la voglia di sostenere il turismo culturale su cui il nostro Astigiano sta investendo molto. Confermata la collaborazione con chef Alessandro Borghese, testimonial dell’Asti Spumate, che preparerà menu speciali e dovrebbe anche partecipare ad una delle serate.
“Asti e il Monferrato sono un territorio magnifico – ha ricordato Mario Sacco – con castelli, chiese romaniche e paesaggi molto importanti, non da ultimo quelli riconosciuti dall’UNESCO. Per la Douja aprirà una mostra altrettanto unica, quella degli Arazzi che di solito non sono visibili al pubblico perché custoditi nelle sedi degli Enti locali, come la Camera di Commercio o la Fondazione CrAsti. Il nostro sforzo per allestire importanti mostre, come quella di Chagall e di Monet, con oltre 60.000 visitatori, serve a creare un volano economico importante per il territorio e a portare visitatori nelle cantine, nei ristoranti, nei bar così da sostenere l’economia locale”.
Rivedere il concorso nazionale della Douja
Quest’anno, a causa del Coronavirus, non è stato possibile organizzare il Concorso nazionale dei vini tipicamente associato alla Douja d’Or. Ma non è neanche detto che lo stesso torni il prossimo anno come l’abbiamo sempre conosciuto. Perché, come emerso durante l’incontro, il format è decisamente datato e i concorsi dei vini non sono più così appetibili come un tempo. Filippo Mobrici, vice presidente di Piemonte Land e presidente del Consorzio della Barbera d’Asti e Vini del Monferrato vede nella Douja d’Or un ottima vetrina per promuovere i vini del territorio e più in generale quelli piemontesi. “In piazza San Secondo – ha spiegato – saranno presenti 14 Consorzi anche perché la Douja d’Or è uno degli eventi dedicati al vino più importanti a livello nazionale”. Ha poi aggiunto che “non si potranno organizzare le degustazioni con le code, ma saranno a numero contingentato e a Palazzo Alfieri ci sarà un percorso di vino e cibo con i vini rossi del nostro territorio, una sorta di esperienza sensoriale”.
La spinta della Regione ad organizzare l’evento e pensare a un nuovo format
Fabio Carosso, vice presidente della Regione Piemonte, è stato tra i primi ad insistere affinché l’Astigiano non perdesse la Douja d’Or dopo aver messo in stand by il Palio e le Sagre. Anche lui è stato presente a Palazzo Mazzetti e, ancora una volta, ha sottolineato l’importante di sfruttare quest’anno come ponte tra un format tradizionale e uno nuovo dove sarà necessario rivedere alcuni aspetti della manifestazione nell’ottica di sostenere sempre più il turismo che rappresenta, in Piemonte, il 10% del Pil. “Abbiamo un territorio magnifico – ha aggiunto – ma purtroppo non tutti lo conoscono e ci sono persone che abitano nel sud Astigiano che non hanno mai visto alcuni paesi del nord della provincia. Tra qualche anno, invece di essere Asti una succursale delle Langhe, saremo noi stessi centrali in questo settore. Questa Douja dev’essere da stimolo anche per i prossimi anni dove sarà necessario aprirsi alla modernità, a nuove idee e con nuove energie”.
E mentre si annunciano ulteriori investimenti per promuovere il Monferrato attraverso una comunicazione più capillare e a 360°, anche attraverso i nuovi sistemi di comunicazione digitale, resta il fatto che ci sono nodi non ancora sciolti proprio sul “brand Asti” e sul suo valore in termini commerciali.
“Perché ci sono vini conosciutissimi che portano il nome di Asti, ma dei quali non si può produrre neanche una bottiglia sul suo territorio?” ha domandato il sindaco di Asti Maurizio Rasero aprendo ancora una volta la porta di una discussione infinita sulla produzione di vini eccellenti, che riportano Asti sull’etichetta, ma realizzati fuori dal territorio comunale. “Asti vuole continuare ad essere la capitale del vino – ha aggiunto Rasero – e il Settembre astigiano si concentrerà soprattutto su questo prodotto”.
I Consorzi dei vini, compreso quello dell’Asti e del Moscato, sono davvero un biglietto da visita straordinario ed efficace, ma se la Douja d’Or cambierà pelle e si aprirà ad un format più moderno, magari lasciando perdere il Concorso al quale, come emerso durante l’incontro a Palazzo Mazzetti, non tutte le aziende locali, anche importanti, partecipano, sarà necessario aprire un confronto nel giro di poche settimane immaginandosi un percorso condiviso con le istituzioni locali.
Evitando, prima di tutto, che un Ente come la Provincia venga “dimenticato”, quale ne sia il motivo, proprio quando si parla dell’importanza della comunicazione e del gioco di squadra.
D’altro canto, come dice Michael Jordan, il più grande cestista di sempre: “Con il talento si vincono le partite, ma è con il lavoro di squadra che si vincono i campionati”.