Nuovo ponte, vecchi problemi. Il maltempo che si è abbattuto sull’Astigiano ha fatto scoppiare un caso che sta facendo discutere tra il capoluogo e San Damiano. Diversi cittadini hanno infatti sollevato domande e perplessità su quanto successo a Vaglierano basso, all’altezza del nuovo ponte costruito pochi mesi fa sulla strada provinciale 58, proprio in corrispondenza di tre corsi d’acqua: il Triversa, il Borbore e il canale dei Mulini. Il nuovo ponte, inaugurato nei primi giorni di marzo, costato circa 500.000 euro di fondi Pnrr, è finito a bagno a causa dell’esondazione dei corsi d’acqua. Durante l’allagamento dei terreni limitrofi un camion di passaggio è andato fuori dalla carreggiata, inclinandosi in un fossato in attesa di essere rimosso dai vigili del fuoco. Per l’autista solo uno spavento, ma nessuna conseguenza grave. Però, visto quanto accaduto e preso atto che i corsi d’acqua, che culminano all’altezza del nuovo ponte, sono comunque esondati come succedeva in passato, in molti si domandano a cosa siano serviti i lavori fatti e l’impiego di circa mezzo milione di euro. In una nota stampa del 4 marzo, quando il ponte venne aperto al traffico, la Provincia aveva rimarcato che «una cura particolare è stata posta nella progettazione».
«Si tratta di una struttura scatolare in cemento armato – spiegava il consigliere delegato Simone Nosenzo – con una sezione più ampia rispetto alla precedente: un fattore importante per la sicurezza; inoltre è stato previsto lo spazio sufficiente per il marciapiede transitabile sia da pedoni, sia da ciclisti». L’Ente provinciale aveva evidenziato inoltre che «il fondo dell’alveo è stato rivestito con pietre di Luserna per favorire il deflusso dell’acqua». Il fatto che i lavori del nuovo ponte di Vaglierano fossero collegati a interventi contro il dissesto idrogeologico era stato spiegato anche in precedenza, il 9 febbraio 2024, sempre in una nota stampa, quando la Provincia diffuse un lungo elenco di cantieri e opere previste «contro il dissesto del territorio e per la sicurezza dei ponti». Tra questi era stato indicato il cantiere in questione, sulla strada provinciale 58 “Asti-Alba”, per «interventi di messa in sicurezza mediante regimentazione idraulica in frazione Vaglierano». Importo finanziato, 500.000 euro.
Anche il presidente della Provincia, Maurizio Rasero, annunciando lo scorso 13 febbraio l’imminente conclusione dei lavori del nuovo ponte di Vaglierano, aveva dichiarato che «come altre opere, realizzate grazie alle risorse del piano nazionale, (quelle effettuate ndr) sono finalizzate a migliorare la sicurezza e la percorribilità delle strade provinciali, consentire una regimazione della portata delle acque di torrenti e rii minori, spesso causa di dissesto idraulico in caso di eventi meteo estremi».
Quindi qualcosa non ha funzionato? Il ponte non è stato progettato correttamente? Niente di tutto ciò. In realtà, come spiega il consigliere Nosenzo interpellato dal giornale (vedi box) il nuovo ponte, sebbene abbia raddoppiato la portata idraulica rispetto a prima, non è stato progettato per impedire le esondazioni perché servirebbero delle casse di espansione che non sono state realizzate per mancanza di soldi.
«È stata migliorata la sezione idraulica, ma servirebbero le casse di espansione»
«L’allagamento verificatosi nei giorni scorsi è imputabile esclusivamente alla situazione di maltempo e al concomitante innalzamento ed esondazione del Borbore che scorre nei pressi di quell’area, con fenomeni di rigurgito sul canale dei Molini». Il consigliere provinciale Simone Nosenzo spiega perché il nuovo ponte di Vaglierano non può impedire le esondazioni in caso di piogge intense. Nosenzo ha chiesto ai tecnici una relazione dalla quale si evince che è stato ricostruito il ponte sul canale dei Molini «in quanto era emersa l’inadeguatezza di quello precedente».
È stato «un intervento di ampliamento della sezione, un nuovo ponticello a sezione rettangolare, di 6 per 2 metri, raddoppiata rispetto alla precedente altezza». Dalla relazione emerge «che l’intera vallata, che interessa la Sp 58, è classificata in zona di pericolosità molto elevata per esondazioni con tempo di ritorno di 50 anni», ma viene riportato, aggiunge Nosenzo, «che in fase di progettazione sono state analizzate diverse soluzioni tecniche estese a un tratto stradale più ampio di quello su cui si è fatto il lavoro […] Analizzati i diversi scenari e le risorse stanziate è stato deciso di intervenire sulla principale e locale criticità costituita dalla limitata sezione idraulica dell’attraversamento del canale dei Molini, provvedendo al contempo a un lieve locale innalzamento della livelletta al fine di consentire in futuro la realizzazione di un intervento di più ampio respiro che richiede la realizzazione di casse d’espansione, movimenti terra e altre opere d’arte con costi in più e tempi più lunghi non compatibili con quelli del Pnrr».