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È deciso: l’ex Maternità di Asti diventerà presto il nuovo Ospedale di Comunità

La Regione approva il Piano di potenziamento del sistema sanitario: per l’Astigiano 30 milioni

Adesso non ci sono più dubbi: l’ex Maternità di Asti diventerà il nuovo Ospedale di Comunità grazie ad un investimento di 2,5 milioni di euro stanziati dalla Regione attraverso i fondi del PNRR. Dopo aste andate deserte e anni di abbandono, l’ex Maternità tornerà ad avere una vocazione sanitaria per sviluppare un progetto di medicina territoriale così da sgravare parte del carico di lavoro del Cardinal Massaia.

La decisione di riconvertire l’immobile a Ospedale di Comunità è stata presa con l’approvazione da parte della Giunta regionale del Piano di potenziamento del sistema sanitario. A sostenere il Piano, che interessa tutta la regione, saranno non solo le risorse del PNRR, ma anche altre fonti di finanziamento.

Per la provincia di Asti l’investimento complessivo sarà di oltre 30 milioni di euro che serviranno per realizzare cinque Case di Comunità (per un totale di 6 milioni di euro), l’Ospedale di comunità in via Filippo Corridoni e due Centrali Operative Territoriali (una ad Asti sempre nell’ex Maternità e l’altra a Canelli, per un totale di 200 mila euro), a cui si aggiungono per l’ammodernamento tecnologico 6,7 milioni per l’ospedale Massaia e altri 17 milioni per l’adeguamento sismico.

In particolare, spiegano dalla Regione, alle Case di comunità di Asti, Canelli, Villafranca e Calliano, che ricadono nella competenza dell’Asl AT, si aggiunge la Casa di Comunità di Castelnuovo don Bosco sotto la competenza dell’Asl To5.

L’Ospedale di Comunità, come quello che sarà realizzato nell’ex Maternità, è una struttura della rete territoriale a ricovero breve, destinata a pazienti che necessitano interventi sanitari a bassa intensità clinica, intermedia tra la rete territoriale e l’ospedale (di norma dotata da 20 a massimo 40 posti letto). Ma conterrà anche altri servizi dell’Asl.

«Oggi nasce la medicina territoriale in Piemonte – sottolinea il presidente della Regione Alberto Cirio – La pandemia ha dimostrato la grave mancanza di un sistema ramificato in grado di curare i cittadini a casa propria o attraverso servizi di prossimità. Con questo enorme investimento di oltre 32 milioni di euro per Asti, ma che supera 430 milioni per tutto il Piemonte, lo potremo finalmente fare. In alcuni casi le risorse serviranno per potenziare strutture già esistenti e in altri casi per riaprirle o realizzarle ex novo».

«Si tratta di un investimento – aggiunge l’assessore alla Sanità Luigi Icardi – che va a rafforzare in modo significativo l’assistenza sanitaria di prossimità, attraverso strutture intermedie come Case e Ospedali di comunità, oltre che Centrali Operative Territoriali, con l’obiettivo di promuovere un nuovo modello di presa in carico del paziente che garantisca il migliore rapporto di continuità assistenziale nel percorso di cura tra ospedale e territorio e viceversa».

L’obiettivo è di giungere all’approvazione definitiva del Piano entro la fine di febbraio. «Dopo anni di tagli, la Regione torna a investire sul nostro territorio – commentano il vicepresidente Fabio Carosso e l’assessore Marco Gabusi – Veniamo da due anni di pandemia che hanno messo in evidenza le conseguenze di decenni di tagli subiti dalla sanità della nostra provincia. Oggi invece gettiamo concretamente le basi per offrire ai cittadini astigiani le migliori cure, non solo in ospedale ma anche a casa propria, dando vita a una vera medicina di territorio».

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