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E’ mancato Franco Raverdino, promotore dell’indirizzo Scientifico tecnologico al “Monti”

In memoria del professore sarà istituita dalla scuola una borsa di studio. Il ricordo del dirigente Giorgio Marino

Si è svolto lunedì, nella chiesa parrocchiale di Roatto, il funerale del professor Franco Raverdino, mancato all’età di 77 anni.
Insegnante di Matematica e Fisica, aveva insegnato per diversi anni all’istituto Monti, doveva aveva concluso la carriera nell’anno scolastico 2009/2010. Aveva anche ricoperto nel suo paese di origine, appunto Roatto, la carica di vice sindaco con l’Amministrazione di Mario Boero.
In sua memoria la scuola e l’associazione “AMOnti”, su proposta di uno dei suoi più stretti colleghi, il prof. Gianni Valente, istituiranno una borsa di studio, riservata ogni anno al più meritevole studente in ambito scientifico e matematico.

Il ricordo del dirigente Giorgio Marino

L’annuncio è stato dato nei giorni scorsi dal dirigente scolastico, Giorgio Marino, che ha anche scritto un ricordo del collega scomparso, di cui pubblichiamo ampi stralci.
«Quando sono arrivato al “Monti” come inesperto neo dirigente, ho incontrato alcune persone che avevano avuto ruoli di gestione della nostra scuola negli anni precedenti: tra questi il professor Franco Raverdino. La sua disponibilità a continuare l’impegno anche con il mio arrivo è giunta immediata, dopo uno sguardo ed un sorriso che ci siamo scambiati, nel quale – alla maniera piemontese di una volta, con Gianni Valente che fece da mediatore, facendoci incontrare – si poteva ravvisare un patto di fiducia reciproca, un contratto non scritto di collaborazione che ha permesso di avviare le attività di quell’anno scolastico, mettendo a frutto le competenze professionali che Franco ben padroneggiava, avendole acquisite in anni di insegnamento e di esperienza scolastica. Era l’anno scolastico 2007/2008.
Da allora Franco, che è rimasto in servizio fino all’anno 2009/2010, mi ha insegnato il “mestiere” di preside sul campo, non intendendo quindi la conoscenza di norme e teorie, quanto la pratica delle relazioni, il destreggiarsi gestionale e la lungimiranza nelle scelte “concrete”.
Mi tornano alla mente tanti momenti di condivisione, dai quali ho sempre tratto un insegnamento prezioso: considerazioni sulla scuola e l’apprendimento, sulle prospettive del “Monti”, ma anche riflessioni sulla saggezza e la stupidità umane, interessi e passioni che giungevano a me con quella lucidità e arguzia tipiche della sua intelligenza logica e matematica, che tanto apprezzavo perché fuori dai luoghi comuni, dalle mode di pensiero e dalle ideologie che hanno attraversato la storia della scuola italiana.
Il suo contributo era risultato centrale per l’avvio e l’affermazione dell’allora indirizzo Scientifico tecnologico (oggi Liceo Scientifico opzione scienze applicate) con la lungimiranza strategica di chi sa vedere lontano. Il suo ruolo nel dipartimento era stimato e la sua fama, l’apprezzamento per le sue competenze, la sua simpatia e schiettezza erano leggendarie (al punto da aver generato una pubblicazione studentesca dei suoi “ipse dixit”, insuperabile per contenuto e forma).
Sulla facciata della chiesa di Roatto, in cui è stato celebrato il funerale, compare la scritta “Fortitudo”. Ecco, è accogliendo questo monito che salutiamo Franco e lo ringraziamo tributandogli i nostri elogi. In doveroso raccoglimento esprimiamo un profondo sentimento di vicinanza ai suoi cari».

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