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Luis Sepulveda
Attualità

E’ morto Luis Sepulveda, lo scrittore poeta che racconto’ la bellezza di Asti

Scrittore cileno pluripremiato e famoso in tutto il mondo. Attivista, difensore dei diritti civili, ecologista, esule politico, combattente, poeta

E’ morto Luis Sepulveda, innamorato di Asti

E così è morto anche lui. Di coronavirus. Ma lui non è un nome tra i tanti, lui è Luis Sepulveda, lo scrittore cileno pluripremiato e famoso in tutto il mondo. Attivista, difensore dei diritti civili, ecologista, esule politico, combattente, poeta.

Era ricoverato alle Asturie

È morto a settantun anni, nel mese più bello dell’anno, dopo essere stato ricoverato nelle Asturie, all’Ospedale Universitario di Oviedo. Innamorato dell’Italia, a ottobre 2019 aveva festeggiato a Milano il suo settantesimo compleanno e, lo scorso marzo, avrebbe dovuto partecipare al festival dei piccoli e medi editori (evento cancellato a causa della pandemia in corso) per parlare di “Coraggio” ma lui, allora, era già ricoverato in ospedale, tra i primi casi di coronavirus in Spagna.

I suoi libri piu’ famosi

Il suo libro d’esordio nel 1989 fu “Il vecchio che leggeva romanzi d’amore”, cui seguirono innumerevoli romanzi, favole, saggi e sceneggiature; famosissimo il volume “Storia di una gabbianella e di un gatto che le insegnò a volare” del ‘97che diventò film d’animazione e che Luis Sepulveda presentò anche ad Asti dove, nel 1998, fu tra i protagonisti nell’ambito del festival “Chiaroscuro”, precursore dell’attuale “Passepartout”.

Il racconto dedicato alla Trattoria
del Mercato di Asti

Ma anche in un’altra occasione intrecciò la sua vita con quella di Asti, quando nel libro “Le rose di Atacama” del 2002, inserì il racconto “Rosella, la più bella” dedicato alla Trattoria del Mercato di Asti per cui firmò anche la petizione per evitarne la chiusura.

Torturato per motivi politici

Una vita avventurosa e ricca di ostacoli, quella di Sepulveda, imprigionato più volte e torturato per motivi politici, condannato all’ergastolo poi scarcerato con la pena tramutata in otto anni d’esilio, lo scrittore ha sempre saputo trarre i lati positivi da tutti gli eventi. Fino ad oggi, con la sua morte, con questo finale inatteso di un libro che, invece, avremmo voluto continuare a leggere.
Monica Jarre

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