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Attualità

«È stato un anno di proclami»,
la minoranza contro il sindaco

I consiglieri di opposizione criticano l’operato del sindaco Brignolo. PDL, Lista Civica e Fratelli d’Italia fanno il bilancio e attaccano sull’Asp. E tirano per la giacchetta chi si era “unito per le frazioni”: «Prima ci accusavano di averle abbandonate a se stesse. Ora perché certi consiglieri tacciono?»

«Un anno di amministrazione Brignolo, al di là dei proclami fatti in più occasioni, non ha portato un solo posto di lavoro in più per la nostra città e l’approvazione della TARES non è altro che l’ennesima vessazione nei confronti dei cittadini». Il consigliere comunale Fabrizio Imerito (PDL) è il primo a parlare nella conferenza stampa che alcuni esponenti della minoranza hanno convocato sabato mattina per commentare l’introduzione della nuova tassa sui rifiuti e per fare un bilancio dei primi 12 mesi della nuova amministrazione. Con Imerito sono presenti anche Angela Quaglia (PDL), Gianfranco Imerito (Lista Civica) e Marcello Coppo (Fratelli d’Italia). Quello descritto dai consiglieri è un bilancio poco edificante, dove vengono segnalate contraddizioni nell’operato della maggioranza e l’assenza dei risultati annunciati durante la campagna elettorale.

«Con la TARES hanno creato sperequazioni tra le categorie – spiega Imerito – e si sono nascosti dietro le disposizioni del decreto Salva Italia non tentando di applicare una tariffazione puntuale della raccolta rifiuti sulla produzione effettiva. Ad Asti siamo tra i più vessati nei costi di smaltimento perché questa TARES elimina gli incentivi per la raccolta differenziata mentre prevede grandi sconti per le banche. La Giunta avrebbe invece dovuto prorogare la TIA per un anno e arrivare alla tariffazione sui rifiuti effettivamente prodotti. Non applicare la TARES non avrebbe portato alcun tipo di sanzione per il nostro Comune». Alle critiche mosse dal consigliere del PDL fanno eco quelle di Gianfranco Imerito (Lista Civica) che attacca su tutta la linea l’amministrazione di centrosinistra. «I cittadini hanno creduto a Brignolo perché si crede sempre ai sogni – ha sottolineato – ma è sbagliato dire che non sono stati “creati” posti di lavoro perché l’assessore in più nella Giunta e il posto del sindaco nel CdA della Cassa di Risparmio sono sicuramente lavoro in più. Per quanto mi riguarda, essendo molto attento al mondo della Cultura (è stato l’assessore durante l’amministrazione Galvagno ndr) posso dire che è diventata un po’ troppo autoreferenziale creando parecchio malcontento tra i lavoratori del settore».

Imerito attacca l’impostazione della TARES data dal Governo Monti e applicata nei modi voluti dal sindaco Brignolo e non esita a definirla «iniqua, se non addirittura incostituzionale, per lo 0,30% al mq da versare allo Stato perché colpisce indistintamente tutti i cittadini i quali, invece, sono tenuti a pagare la tasse in base al loro reddito». Lo 0,30% di tassa in più fa parte di quelle impostazioni calate dal governo centrale cui tutti i Comuni si sono dovuti adeguare al momento di applicare la TARES. Gianfranco Imerito chiama quindi in causa i consiglieri di maggioranza che fino ad un anno fa accusavano la vecchia amministrazione di aver abbandonato le frazioni. «Queste per mille motivi sono già penalizzate nella raccolta dei rifiuti rispetto a chi vive in città e con la TARES le cose peggioreranno. Perché quei consiglieri che sono sempre stati “uniti per le frazioni” non hanno detto nulla a riguardo? Adesso va tutto benissimo?»

Angela Quaglia (PDL) parte invece da un ragionamento sui costi effettivi dello smaltimento rifiuti per dire che ad Asti «raccogliere 1 kg di rifiuti costa circa 0,42 centesimi ma poi ci sono voci eccessive o incomprensibili tanto che ho chiesto spiegazioni in merito. Mi riferisco ai quasi 4 milioni di costi comuni e ai quasi 700 mila euro di costi amministrativi ma anche agli oltre 900 mila euro di costi generali di cui vorrei avere più dettagli. Secondo noi gli astigiani spendono troppo e qualcosa bisogna fare perché questa TARES, da 16 milioni di euro, è stata predisposta in modo ragionieristico. Di scelte politiche – prosegue Quaglia – non se ne vede l’ombra invece crediamo che sia necessario e doveroso fare delle scelte e cercare di abbattere i costi della raccolta rifiuti». Una delle proposte del consigliere è di ridurre l’orario dei mercati per evitare che l’Asp intervenga a pulire dopo le 19, finendo tardi e facendo fare gli straordinari agli addetti delle aree mercatali.

«Sull’Asp ho parecchi appunti da fare – aggiunge l’ex assessore – perché in un anno non è riuscita ad avviare il tempio crematorio che era già stato messo in cantiere dalla precedente amministrazione. Per quanto mi riguarda l’Asp dovrebbe essere privatizzata e il Comune dovrebbe fare tutte le sue gare pubbliche nell’assegnazione di eventuali nuovi servizi. Ad oggi sembra che non sia il Comune ad avere un’azienda ma piuttosto il contrario. Per quanto riguarda il lavoro – conclude – la maggioranza ha fatto addirittura un viaggio in Cina per risolvere il problema della Waya che pare non essere stato per nulla risolto».

Marcello Coppo (Fratelli d’Italia) sposa e rilancia la proposta di privatizzazione dell’Asp con la dismissione della quota di maggioranza in mano al Comune «mantenendo, se proprio vogliamo, una piccola simbolica quota e il diritto di veto sulle decisioni perché un conto è la democrazia e un conto è l’economia e questa vive meglio senza la politica attorno». Coppo critica l’amministrazione Brignolo sulla TARES ma soprattutto punta il dito contro «la mancanza di un piano volto a ridurre i costi della macchina comunale» mentre già è sicuro il prossimo aumento dell’Irpef. Non hanno proceduto con il piano di vendita degli immobili comunali che noi gli avevano lasciato già pronto e che avrebbe portato soldi nelle casse dell’ente, fatta eccezione sulla vendita dell’ex torre dell’acquedotto». Coppo ha da ridire anche sull’IMU. «Questa amministrazione ha fatto una “splendida” campagna propagandistica a costo 0 sulla restituzione dell’IMU ma adesso voglio proprio vedere quanti sono i cittadini che hanno diritto ad avere indietro la rata versata e con quali costi per accedere al bando. Su 4 milioni di aumenti dell’IMU saranno restituiti molto meno dei 55mila euro sbandierati in queste settimane».

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