I flussi migratori sono una notizia all’ordine del giorno, anche nella nostra provincia, accompagnati spesso da diffidenza, problemi di accoglienza e di regolarizzazione all’interno della comunità. Dal piccolo Comune di Capriglio, nel Nord Astigiano, arriva la storia di una donna che può rappresentare, a ragione, l’esempio di un esempio di integrazione felice.
Nella stessa Capriglio che da una decina di anni accoglie richiedenti asilo sbarcati sulle coste della Sicilia, vive Angela, trasposizione italiana del suo vero nome: Ajchara.
Ha 67 anni ed è nata in Thailandia. «Ma da molti anni mi sento a casa solo quando sono in Italia, non provo neppure più desiderio di tornare nel mio Paese. Il mio paese adesso è qui».
Angela qualche settimana fa ha raggiunto un traguardo più unico che raro per altri suoi connazionali trasferiti in Italia: la pensione da lavoro. Secondo i dati Inps, in Italia sono solo 208 i thailandesi che ne godono, dei quali 8 in Piemonte e, nell’Astigiano, sembra ci sia solo lei.
«E’ stata una grande soddisfazione arrivare alla pensione guadagnata con i contributi versati per tanti anni. Sono orgogliosa di aver fatto tutto da sola» dice Angela che ha lavorato a lungo come Oss alla Casa Soggiorno San Giuseppe di Castelnuovo Don Bosco.
Ma se da 39 anni ha trovato pace, lavoro, casa, marito e amici sulle colline caprigliesi, prima ha avuto una vita avventurosa e piena di coraggio per una donna giovane sola in giro per il mondo.
«Sono andata via da casa che avevo 19 anni – racconta – Mio padre era un marinaio militare, mia madre una cuoca che cucinava i piatti a casa nostra all’alba e poi andava a venderli porta a porta. Io non volevo fare quella vita lì ed ero curiosa di conoscere il mondo».
Così a 19 anni, senza conoscere alcuna lingua straniera, si è trasferita, da sola, negli Stati Uniti, a servizio della famiglia di un pilota di linea che cambiava casa ogni sei mesi. «Ho vissuto in Texas, in California, a San Francisco, a New York».
Poi l’esperienza in Arabia Saudita. Dove praticamente è rimasta “sequestrata” in casa per 4 anni. «Anche lì ero la governante. Sono stati anni lunghi e difficili. Un giorno sono stata malmenata dalla polizia religiosa perchè avevo le mani scoperte mentre andavo a prendere la bambina a scuola. La padrona mi comprò un abaya (tipico abito per donne mussulmane che lascia scoperto solo il viso) e da allora uscii di casa solo per andare ad accompagnare la bambina. Non potevo neppure affacciarmi alla finestra, giorno e notte vivevamo con la luce accesa. Anni terribili».
Andò meglio nei due anni passati in Giappone, sempre a servizio e, dopo un breve ritorno a casa, nel 1984, ad aprile, arrivò in Italia, per caso, al posto di un’amica che qui aveva contatti ma aveva deciso di continuare gli studi in Cina.
«Sono venuta subito in un paese della provincia di Asti, non Capriglio, ma vicino. Lavoravo per una famiglia che non mi ha pagato per 5 anni, giorno e notte senza riposi e senza poter uscire. Senza permesso di soggiorno e senza contratto. Per paura che potessi andarmene si tenevano loro in cassaforte il mio passaporto e mi dicevano che se fossero arrivati i carabinieri avrei dovuto uscire di nascosto da casa e non fare ritorno fino a quando non se ne fossero andati».
Un impatto molto doloroso ma, passati questi 5 anni, la sua vita in Italia prese un’altra piega. Fece causa di lavoro, trovò un impiego come barista e lì conobbe quello che sarebbe diventato suo marito, Roberto. Si sposarono qualche anno dopo, nel 1992 e lei volle prendere il suo cognome, Simioni, relegando quello di origine alla memoria della sua “prima vita”.
Capriglio le ha voluto subito bene, perchè ha riconosciuto in lei quel tratto di infaticabilità comune alla tradizione contadina di sacrificio.
Sempre sorridente e disponibile, pronta ad aiutare chi ha bisogno, Angela è anche una colonna portante della Pro loco.
Dalla madre ha ereditato la passione per i fornelli e i suoi viaggi hanno arricchito la sua cultura culinaria che oggi mette a disposizione di amici e famiglia.
Di religione buddista, ammette candidamente che, nei momenti più difficili, ha più volte rivolto la sua preghiera a Mamma Margherita, madre di San Giovanni Bosco, nata poche case dopo quella in cui abita con Roberto.
Per Angela, Capriglio è la sua “casa”; per i caprigliesi, Angela è una di loro.
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Carabinieri
- 25 Novembre 2024
- Redazione